Il Papa: il catechista è chi alimenta la memoria di Dio

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Il catechista come uomo della memoria e dell’annuncio. È il ritratto e il compito che il Papa ha indicato nella Giornata dei Catechisti, a chiusura di una settimana in cui – sotto l’egida del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, competente per il Catechismo – si è svolto a Roma il Congresso dei Catechisti (26-28 settembre), a cui hanno partecipato 1.600 delegati da tutto il mondo, e il più ampio pellegrinaggio (28-29 settembre), culminato nella Messa di oggi in Piazza San Pietro. Francesco – che nell’udienza riservata di venerdì scorso aveva sottolineato l’importanza dell’“essere” catechisti anziché “fare” i catechisti, e dello “stare con Gesù” -, oggi ha proposto un approfondimento di questo tema, partendo dal Vangelo del giorno, che mette davanti ai nostri occhi “il rischio di adagiarsi, della comodità, della mondanità nella vita e nel cuore, di avere come centro il nostro benessere”.

Questo accade “quando perdiamo la memoria di Dio. Se manca la memoria di Dio, tutto si appiattisce sull’io, sul mio benessere” e “la vita, il mondo, gli altri, perdono di consistenza, non contano più nulla”. Ciò non è senza conseguenze. Infatti “se perdiamo la memoria di Dio, anche noi stessi perdiamo consistenza, anche noi ci svuotiamo, perdiamo il nostro volto come il ricco del Vangelo” che non ha nome.

Ecco allora il primo compito-sfida del catechista: egli “è colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri”. Sul modello della Vergine Maria che appena ricevuto l’annuncio dell’Angelo va da Elisabetta per aiutarla e “nell’incontro con lei il suo primo atto è la memoria dell’agire di Dio, della fedeltà di Dio nella sua vita, nella storia del suo popolo, nella nostra storia” da cui sgorga il Magnificat. In questo cantico di Maria – osserva il Papa – “c’è anche la memoria della sua storia personale, la storia di Dio con lei, la sua stessa esperienza di fede. Ed è così per ognuno di noi, per ogni cristiano: la fede contiene proprio memoria della storia di Dio con noi, la memoria dell’incontro con Dio che si muove per primo, che crea e salva, che ci trasforma; la fede è memoria della sua Parola che scalda il cuore, delle sue azioni di salvezza con cui ci dona vita, ci purifica, ci cura, ci nutre”.

Il catechista “è proprio un cristiano che mette questa memoria al servizio dell’annuncio (…), è un cristiano che porta in sé la memoria di Dio, si lascia guidare dalla memoria di Dio in tutta la sua vita, e la sa risvegliare nel cuore degli altri”. Lo stesso Catechismo, lungi da essere un insieme di sterili dettami slegati dalla vita, come spesso viene presentato e inteso, “che cos’è – sottolinea Francesco – se non memoria di Dio, memoria della sua azione nella storia, del suo essersi fatto vicino a noi in Cristo, presente nella sua Parola, nei Sacramenti, nella sua Chiesa, nel suo amore?” Infine, dalla lettera di San Paolo a Timoteo, alcuni suggerimenti per essere “uomini e donne della memoria di Dio”: “tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza”.

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