238° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. L’Azerbajgian si prepara all’uso della forza

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 06.08.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi, nel giorno 238 della pulizia etnica in Artsakh/Nagorno-Karabakh e a 6 giorni dall’inizio del 9° mese, continuano ad arrivare gli appelli alla comunità internazionale ad aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) e a salvate il popolo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. «Oltre 30.000 bambini e le loro famiglie nel Nagorno-Karabakh hanno subito 8 mesi di blocco e devastazione. Bloccati nella loro patria, sono sull’orlo della carestia e della catastrofe umanitaria senza accesso a medicine salvavita, cibo o altri rifornimenti essenziali. La straziante realtà delle persone in pericolo di morte per fame è una catastrofe annunciata, che richiede un’azione immediata. I bambini hanno bisogno di porre fine a questa guerra per iniziare a guarire e riprendersi. L’accesso umanitario basato sui principi e senza ostacoli dovrebbe essere garantito attraverso il Corridoio di Lachin» (Henrikh Mkhitaryan, Ambasciatore dell’UNICEF).

«Quando la forza combatte la forza, la più potente distrugge la minore; quando si contrappongono discorsi a discorsi, quelli che sono veraci e convincenti confondono e dissipano quelli che hanno per sé solo la vanità e la menzogna. Ma la violenza e la verità non hanno nessun potere l’una sull’altra. Non si creda però che le cose siano eguali. Tra loro c’è questa sostanziale differenza: che, mentre la violenza ha soltanto un corso limitato dal volere di Dio, che ne fa servire gli effetti alla gloria della verità che essa combatte, la verità sussiste in eterno e, alla fine, trionfa dei propri nemici, perché è eterna e potente come lo stesso Dio» (Blaise Pascal, Dodicesima Lettera).

Ecco com’è il compleanno di una bambina dell’Artsakh A.D. 2023, bloccato dall’autocrazia dell’Azerbajgian. Niente cibo, niente medicine, 30.000 bambini Armeni mangiano una volta al giorno, per lo più solo pane, se c’è quel giorno.

«In attesa che gli Azeri rubino questa foto e la usino come “prova” non c’è nessun blocco. Sembrano terribilmente delusi dal fatto che la gente dell’Artsakh non stia morendo di fame più velocemente» (Lindsey Snell).

La maggior parte delle famiglie e dei bambini in Artsakh hanno un pasto al giorno, se ce l’hanno. Di solito quando le nazioni affrontano la carestia, è dovuto a cause naturali. Questo non è il caso qui: l’Azerbajgian sta affamando con la forza un’intera nazione. Pensa alla miriade di problemi di salute che si svilupperanno a seguito della privazione di così tanti bambini di un’alimentazione adeguata da così tanto tempo, per non menzionare gli adulti. Questa dovrebbe essere una notizia globale.

I camion armeni che trasportano aiuti umanitari per l’Artsakh sono bloccati dal 26 luglio 2023 nel villaggio di Kornidzor, non lontano dal posto di blocco illegale azero allestito all’ingresso del Corridoio di Lachin presso il ponte Hakari. Anche il fatto che la Federazione Russa, garante del libero movimento attraverso il Corridoio di Lachin sta a guardare senza fare niente, dovrebbe essere una notizia globale.

Con l’inasprimento del blocco, l’Azerbajgian offre agli armeni del Karabakh la scelta: arrendersi e integrarsi in Azerbajgian per non morire di fame oppure andarsene. L’autocrate di Baku, Ilham Aliyev, Presidente di uno “Stato” che è più giovane della Coca Cola, vuole effettuare la pulizia etnica in Artsakh, ma gli Armeni sono un popolo che combatte. Non andranno mai via dalle loro terre ancestrale dell’Artsakh. È una questione di sopravvivenza: integrarsi in Azerbajgian o morire di fame è la stessa cosa.

La “generosa offerta” dell’Azerbajgian di fornire aiuti umanitari attraverso Akna (Aghdam), “in sostituzione del Corridoio di Lachin” (garantita con la firma di Aliyev sotto l’accordo trilaterale del 9 novembre 2020) significa la stessa cosa: integrarsi in Azerbajgian, quindi essere direttamente soggetto alla pulizia etnica.

«Cosa faresti se un terrorista ti bloccasse l’accesso alla sorgente d’acqua nel deserto, ti torturasse per un po’, poi ti offrisse la sua urina da bere?» (Artak Beglaryan, Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh).

Unità militari speciali dell’Azerbajgian ispirate dalla NATO svolgono esercitazioni volte a potenziare la prontezza al combattimento. È interessante notare che una mappa di Syunik, la provincia meridionale di Armenia che Azerbajgian chiama Zangezur, vicino all’Artsakh viene analizzata da ufficiali azeri di alto livello. L’Azerbajgian si prepara all’uso della forza. La preparazione alla guerra delle forze armate dell’Azerbajgian, addestrate dalla NATO.

Ministero della Difesa dell’Azerbajgian, 3 agosto 2023
La prontezza al combattimento dei militari è aumentata


«La leadership del Ministero della Difesa ha ispezionato la prontezza al combattimento di diverse unità e subunità militari. Il Primo Vice Ministro della Difesa – Capo di Stato Maggiore Generale dell’Esercito dell’Azerbajgian, il Colonnello Generale Karim Valiyev e altri funzionari del Ministero hanno visitato per la prima volta le unità del Concetto di Capacità Operative (OCC) istituite nell’ambito dell’OCC della NATO, e hanno chiesto di aumentare il livello di addestramento del personale militare.

Sono state ascoltate le relazioni del personale di comando sul processo di preparazione delle unità per le esercitazioni di valutazione che si terranno quest’anno nell’ambito del programma OCC. È stato notato che durante le lezioni di addestramento tattico-speciale condotte presso la base di addestramento sul campo, l’attenzione principale è rivolta al miglioramento delle abilità pratiche del personale militare nell’uso dei metodi di conduzione della moderna battaglia di armi combinate.

Quindi la dirigenza del Ministero della Difesa ha preso conoscenza dell’andamento del corso di addestramento del commando in una delle unità militari. Durante l’addestramento condotto con l’utilizzo di pezzi di artiglieria e altre armi disponibili nell’armamento dei commandos, il livello di addestramento dei militari era molto apprezzato.

Dopo aver incontrato il personale militare che partecipava al corso di addestramento del commando, il Colonnello Generale Valiyev ha sottolineato che le unità militari del commando in grado di combattere sono state formate e dotate di armi moderne nel quadro delle riforme di successo attuate nell’esercito dell’Azerbajgian sotto la guida del Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Comandante Supremo in Capo delle Forze Armate, Sig. Ilham Aliyev. Il Capo di Stato Maggiore Generale ha sottolineato che con l’istituzione di tali unità militari, la capacità di combattimento dell’esercito dell’Azerbaigian è ulteriormente aumentata e ha osservato che in futuro verrà prestata particolare attenzione all’addestramento di commando professionisti.

Quindi la dirigenza del Ministero della Difesa è arrivata al sito di addestramento e ha assistito all’andamento del corso di addestramento in montagna che ha coinvolto i cadetti dell’Istituto militare intitolato a Heydar Aliyev. È stato riferito che nelle lezioni tenute su vari argomenti durante l’addestramento sul campo, ai cadetti vengono insegnate le regole per superare gli ostacoli di montagna, nonché un’attenzione particolare viene prestata alla loro formazione individuale e allo svolgimento di compiti pratici in gruppo. Il capo di stato maggiore generale ha dato istruzioni sullo svolgimento dell’addestramento in condizioni diurne e notturne al fine di aumentare l’intensità e la qualità degli esercizi e dell’addestramento, nonché migliorare le capacità di combattimento dei militari. Alla fine, al personale di comando sono state fornite istruzioni pertinenti per mantenere la capacità di combattimento delle unità ad alto livello, nonché per migliorare le capacità dei militari nell’uso efficace di armi e attrezzature.

Sono triste e come scrisse Charles Bukowski, «la tristezza è causata dall’intelligenza. Più comprendi certe cose, e più vorresti non comprenderle».

«Se l’ignoranza fosse un vuoto sarebbe facile riempirlo di cose, di cultura, di civiltà. Ma l’ignoranza è un pieno. È un muro, e i muri si possono solo abbattere, oppure scavalcare» (Antonio Tabucchi).

Il Presidente Ilham Aliyev ha ricevuto il Presidente di Leonardo SpA

Il Presidente della Repubblica di Azerbajgian, Ilham Aliyev, ha ricevuto il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Leonardo SpA, Stefano Pontecorvo, riporta APA, l’agenzia statale azera, aggiungendo che Pontecorvo ha portato al Capo dello Stato della Repubblica di Azerbajgian i saluti del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Giorgia Meloni, e del Ministro della Difesa, Guido Crosetto. APA riferisce che Aliyev ha ringraziato per i saluti e ha chiesto a Pontecorvo di trasmettere i suoi saluti al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Difesa dell’Italia. Inoltre, prosegue APA, hanno salutato il successo dello sviluppo delle relazioni bilaterali basate su una fruttuosa collaborazione tra l’Azerbajgian e l’Italia in vari settori e hanno discusso questioni di cooperazione con Leonardo, una delle aziende leader mondiali in ambito militare e civile. “Leonardo”, la più grande azienda produttrice di prodotti per la difesa in Italia – sottolinea APA -, dispone anche di interessanti tecnologie nel settore civile, tra cui la tecnologia “Smart city”, la produzione di satelliti artificiali e servizi aerospaziali e la gestione del trasporto urbano. APA riferisce che la direzione dell’azienda ha espresso le proprie iniziative relative alla cooperazione che potrebbero essere utili all’Azerbajgian in queste aree.

Leggere come Pontecorvo di Leonardo ha portato i saluti di Meloni e Crosetto ad Aliyev, mentre questi sta attuando lo strangolamento genocidiario di 120mila Armeni, tra cui 30.000 bambini, porta a ripetere la domanda: è possibile che si possa calpestare la legge italiana così fragorosamente nel silenzio, non solo dei partiti al governo, ma anche dell’opposizione?

Legge 9 luglio 1990, n. 185, “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 14 luglio 1990, n. 163 (Con modifiche introdotte dalla legge 17 giugno 2003, n. 148) [QUI]

Indubbiamente, c’è violazione della legge 185/1990. Il problema di fondo è che quanto sta succedendo in Artsakh lo sanno i politici di maggioranza e di opposizione, come lo sa il governo in carica presieduto da Giorgia Meloni, che ciononostante insiste nella politica di collaborazione con Balu, con il consenso dell’opposizione. Sanno tutto ma se ne fregano, anteponendo con irrealismo (perché certe cose si pagano) l’economia al bene comune, con un doppio standard orribile.

I nostri governanti e politici non sono ingenui e quindi sanno. Nel loro offrirsi come zerbino all’autocrate sanguinario ricco di petrolio e gas di Baku, ci ricordino il proverbio che chi si fa pecora, il lupo lo mangia. Pensano di guadagnarci ma finiranno ad essere sopraffatte dalle prepotenze del loro partner affidabile. La storia consiglia di adottare un atteggiamento meno sottomesso così da non cadere vittime delle angherie di costui.

Sulla vendita di aerei ad uso duale dall’Italia all’Azerbajgian e della cooperazione commerciale-militare tra Italia e Azerbajgian, resa nota attraverso comunicati ufficiali dei Ministeri della Difesa di ambedue i Paesi, abbiamo già riferito più volto in passato [per esempio QUI, QUI, QUI, QUI e QUI].

Come osservano sempre anche i leader azeri (affermando con l’occasione una non menzogna), la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 che ha posto fine alla guerra dei 44 giorni dell’Azerbajgian contro l’Artsakh (ma non alle ostilità) non è un trattato di pace (quindi, rimane lo stato di guerra). Poi, i leader azeri negano che si tratta di un accordo di cessate il fuoco (affermando una menzogna), ovviamente, perché quotidianamente violano il cessate il fuoco.

La cessione, su iniziativa del governo italiano, di aerei da trasporto ad uso duale civile-militare, fabbricati da Leonardo SpA [*] ad uno Stato in conclamata attività belligerante, quindi, è secondo noi una violazione della legge 185/1990, che vieta appunto il commercio di materiale bellico.

Nonostante nostri ripetuti pubblici allarmi, recentemente ancora con l’articolo di Renato Farina [QUI] – stante la gravissima situazione umanitaria nell’Artsakh/Nagorno-Karabach, indotta dal blocco dei rifornimenti vitali alla popolazione da parte del governo dell’Azerbajgian, con la chiusura del Corridoio di Lachin (condannato più volte dal Parlamento Europeo e dalla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, che con la sua decisione del 22 febbraio 2023, riaffermata il 6 luglio 2023, ha ordinato l’Azerbajgian di garantire il traffico di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio di Berdzor (Lachin) SENZA IMPEDIMENTI – non c’è stato un intervento politico di chiarimento, o l’auspicata correzione da parte del governo delle decisioni prese. Ormai, per il governo italiano, ridotto a zerbino di Aliyev, l’etica è morta da tempo.

I parlamentari di maggioranza e di opposizione mantengono il più assoluto silenzio sulla questione, non pongono alcun gesto concreto per la salvezza di 120.000 Armeni (tra cui 30.000 bambini) dell’Artsakh, tenuti in ostaggio da Azerbajgian, prodromo di un nuovo genocidio: prima lo sblocco e l’accordo di pace, poi gli aerei tattici da trasporto militare e civile (nonché dotabili di strumentazioni belliche). Non è solo un giudizio politico e neppure solo morale: è la legge 185/1990 che lo chiede.

La tracotanza dei negazionisti del genocidio armeno non vada nutrita accettando – a costo persino di aggirare o infrangere la legge e sacrificare gente inerme – il ricatto del gas. Visto la gravità della situazione creatosi nel Caucaso meridionale, purtroppo silenziata, e la pericolosità reale e simbolica della fornitura predisposta da Leonardo, ci si domande se non c’è nessuna procura che ritiene di dover indagine per l’eventuale presenza di reato.

Il velivolo da trasporto italiano Leonardo C-27J Spartan.

[*] Il comunicato che segue, in cui si parla espressamente di “modernizzazione delle forze armate azere”, è stato ripreso anche da Day.az, l’agenzia statale azera in lingua russa [QUI], dal titolo “Gli Spartan italiani al servizio dell’Azerbajgian – GRANDE AFFARE”.

Azerbaijan acquista il velivolo da trasporto italiano Leonardo C-27J Spartan
Aviation Report Industria Aeronautica, 8 giugno 2023


Si consolida la collaborazione commerciale fra Italia ed Azerbajgian che hanno firmato un contratto per la fornitura del velivolo da trasporto italiano Leonardo C-27J Spartan nell’ambito della visita di una delegazione Azera in Italia alla presenza di rappresentanti dei Ministri della Difesa dei due Paesi. Inizialmente legata ai settori energetici, la collaborazione tra Italia e Azerbajgian si estende anche ai prodotti dell’industria della Difesa grazie al prezioso contributo offerto dal gruppo di lavoro del Ministero della Difesa italiano.
Il programma di acquisto del Leonardo C-27J Spartan, velivolo da trasporto tattico che ha maturato una pluriennale esperienza nei più sfidanti scenari operativi, è stato perfezionato nell’ambito di un tavolo tecnico tra il Ministero della Difesa Italiano e la controparte Azera. L’intesa si inserisce nell’ambito dell’ampio programma di ammodernamento delle Forze Armate Azere che guardano con sempre maggiore interesse ai prodotti dell’industria italiana.
Impiegato nei contesti geografici, ambientali e operativi più sfidanti, il Leonardo C-27J Spartan è un velivolo in grado di svolgere diverse tipologie di missioni in ambito di difesa e di protezione civile. La vasta esperienza operativa accumulata presso varie Forze Aeree nel mondo lo rende il velivolo ideale per missioni di trasporto militare, aviolancio di paracadutisti e materiali, supporto tattico alle truppe nell’ultimo miglio”, operazioni dei corpi speciali, assistenza umanitaria e supporto alle popolazioni colpite da disastri ambientali.

La scheda di presentazione del velivolo militare sul sito ufficiale di Leonardo
Leonardo C-27J Spartan Next Generation

Ampiamente riconosciuto come il più efficace velivolo da trasporto militare multiruolo nella sua classe dimensionale, il C-27J Next Generation adotta una nuova avionica e sviluppi aerodinamici per una maggiore efficienza e migliorate prestazioni operative. Impiegato nei più sfidanti contesti operativi, dalle altitudini delle Ande all’Afghanistan, il Leonardo C-27J Spartan Next Generation è equipaggiato con una nuova avionica dotata di un glass cockpit con 5 schermi multifunzione a colori, un radar per missioni di trasporto tattico e avanzati sistemi di comunicazione.
L’architettura di sistema assicura l’interoperabilità con altri velivoli da trasporto ed è facilmente integrabile con sistemi di rifornimento in volo, di autoprotezione, di comunicazione sicura e protezione balistica per operare in ambienti ad alto livello di minaccia, trasportando materiali, veicoli leggeri e personale, ovunque siano necessari. Il C-27J può operare in completa autonomia grazie all’ausilio di una APU (Auxiliary Power Unit).
Il C-27J vanta il più grande vano di carico nella sua categoria, capace di sostenere circa cinque tonnellate per metro quadrato e regolabile in altezza e inclinazione per semplificare le operazioni di carico e scarico. Con ratei record di discesa e salita (4.000 – 2.500 ft/min), è in grado di eseguire manovre tattiche a 3g ed è qualificato per effettuare decolli e atterraggi brevi (STOL) su piste innevate, sabbiose e non preparate.

Il C-27J per una vasta gamma di missioni

Grazie a molteplici kit e sistemi di missione roll-on/roll-off facilmente installabili e trasportabili, il C-27J può essere rapidamente trasformato nella configurazione necessaria per lo svolgimento della missione operativa. Come “tactical airlifter”, l’ampia versatilità del velivolo si estende dal trasporto tattico di truppe e carichi, all’aviolancio di paracadutisti e materiali, dall’evacuazione medica sul campo di battaglia al trasporto VIP, dall’assistenza umanitaria e supporto in caso di disastri naturali fino a operazioni antincendio.
Il C-27J può essere configurato nelle versioni MPA (Maritime Patrol), ASW (Anti-Submarine Warfare) e C3ISR (Command-Control-Communications, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance). Il velivolo può essere dotato di radar di ricerca AESA (Active Electronically Scanned Array), sistemi elettro-ottici/infrarosso, e altri sensori specifici, essenziali per le missioni ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), pattugliamento marittimo, lotta antisommergibile (ASW) e SIGINT (Signals Intelligence), supporto alle Forze Speciali e alle truppe a terra.
I sensori che equipaggiano il velivolo sono gestibili attraverso un sistema di missione pallettizzato, rapidamente rimovibile, che ne analizza i dati raccolti trasferendoli all’equipaggio in tempo reale. La configurazione Fire Fighter, dotata del sistema pallettizzato antincendio di seconda generazione MAFFS II (Modular Airborne Fire Fighting System) della United Aeronautical Corporation, leader mondiale di avanzati sistemi di applicazione aerea, migliora le capacità multi-missione del C-27J.

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

Foto di copertina: Stepanakert, la capitale della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

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