62ª Udienza del Processo 60SA in Vaticano. Il delirio del Promotore di Giustizia: ignora le risultanze del processo per attaccare senza pudore il Card. Becciu e chi fa informazione in verità e giustizia

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.07.2023 – Ivo Pincara] – Oggi 19 luglio 2023, nella 62ª Udienza del processo penale per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, il Promotore di Giustizia, Professore Alessandro Diddi, per la seconda parte della sua requisitoria è andato all’attacco lancia in resta contro il Cardinale Angelo Becciu… e la stampa libera.

Ma noi non ci faremo intimidire, non ci autocensuriamo e continueremo a non tacere. Non perché conosciamo e stimiamo il Cardinal Becciu e ci onora con la sua amicizia, non per “una guerra contro i magistrati”, ma per la Verità e la Giustizia, che in Vaticano sono stati suicidati, in perfetto stile mafioso. Lo stesso stile per cui non importa che si conosca la verità, basta non dirla. Non difendiamo la Giustizia, cerchiamo la Verità e vogliamo che si dica la Verità.

Diddi ha detto, che il Cardinal Becciu “è stato l’ispiratore dell’operazione Falcon Oil in Angola” – il progetto petrolifero cui poi si rinunciò per investire nel palazzo al numero 60 di Sloane Avenue a Londra – “un’operazione che già di per sé aveva il carattere del peculato, e soprattutto era l’antefatto di un unico disegno”. Ma in particolare, poi, “quella del palazzo di Londra era la ‘sua’ operazione, prese le mosse da lui”.

Secondo Diddi, ci sarebbe stata la “regìa” del Cardinal Becciu anche nell’offerta per l’acquisto del palazzo londinese presentata da un fondo americano tramite la cordata dell’ex Sottosegretario Giancarlo Innocenzi Botti e dell’ex Ambasciatore Giovanni Castellaneta, accompagnata da “una ricostruzione totalmente falsa per far costringere la magistratura che stava operando a fermarsi e risolvere la questione sul piano extragiudiziale”.

Senza pudore, Diddi ha presentato la sua ricostruzione della posizione del Cardinal Becciu, a spregio della realtà. Senza uno straccio di prova, ha affermato, che il Cardinal Becciu è stato “il vero ispiratore” della compravendita del palazzo londinese. Ha poi sostenuto, che Becciu avrebbe “disposto la schermatura dei conti della Segreteria di Stato per proteggerli dai controlli”.

Inoltre, secondo Diddi la deposizione del Cardinal Becciu sarebbe stata “totalmente contrastante con quello che emerge dalle risultanze documentali. Becciu era costantemente informato di quello che avveniva, ed è sotto la sua regia che si è svolta, dal 2021 al 2014, l’operazione Falcon Oil e successivamente quella sul Palazzo di Londra”.

Nel suo delirio, con la faccia di bronzo Diddi ha detto, che “l’atteggiamento di Becciu nei confronti dell’autorità giudiziaria è stato quello di una guerra, di un atteggiamento conflittuale nei nostri confronti. Per lui si trattava di sbugiardare i magistrati, quando non era ancora indagato. Da parte nostra non c’era nessuna tesi preconcetta, ma il Cardinal Becciu non ha inteso percorrere la strada del leale confronto con l’autorità giudiziaria, come hanno fatto altri imputati, bensì del rapporto con i giornalisti per imbastire una campagna contro la magistratura. C’è stata una campagna di stampa contro l’Ufficio del Promotore di Giustizia”.

Legali Becciu: “Requisitoria è fiera del paradosso, si ignorano risultanze del processo”

“La requisitoria di oggi ha dimostrato la totale assenza di linearità dell’accusa che nel tentativo di difendere la propria indagine contro il Cardinale, franata durante il processo, ha omesso prove e contestazioni per dare spazio a suggestioni e giudizi etici e moralistici perfino sulle modalità con le quali il Cardinale si è difeso. Verrebbe da chiedersi a cosa siano servite le udienze”, hanno dichiarato Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, i difensori del Cardinale Angelo Becciu.

“Si insinua addirittura che il Cardinale fosse in grado di condizionare l’informazione per delegittimare l’indagine. Davvero paradossale. Il Cardinale infatti ha subito per oltre due anni una pesantissima gogna mediatica senza precedenti. E per molti mesi alcuni giornali hanno sfigurato l’immagine del Cardinale con accuse che non hanno riguardato neanche l’indagine”, hanno proseguito i legali.

“Poiché siamo alla fiera del paradosso. Da un lato si accusa il Cardinale di non aver consentito che ‘si mettesse il naso’ nei conti, riservati, della Segreteria di Stato, dall’altro quella stessa trasparenza viene messa in secondo piano quando non si offrono alla difesa e al processo i numerosi elementi coperti da omissis. È il caso dei noti messaggi inviati dall’amica di Mons. Perlasca sul cellulare del Promotore dopo la burrascosa deposizione del prelato in Aula. In ogni caso un dato è certificato: anche sull’operazione del palazzo di Londra nessuna ‘regia’ del Cardinale, che si limitò solo a ratificare la proposta pervenuta dall’ufficio diretto da Mons. Perlasca nell’interesse esclusivo della Santa Sede”, hanno concluso gli Avvocati Viglione e Marzo.

Non è emersa nemmeno l’ombra di una prova contro il Cardinal Becciu, il quale anzi è risultato completamente innocente, la vittima designata di un violentissimo complotto

Vale la pena ripetere quanto abbiamo scritto il 22 giugno 2023 [QUI]:

«Intanto, con questo processo farsa, la giustizia vaticana è morta e il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha perso agni credibilità. Poi, “la censura (da parte della magistratura) e l’autocensura servile (da parte dei giornalisti Don Abbondio) non è altro che un tentativo di nascondere la verità. Anche lì, anche in Vaticano” (Andrea Paganini). Perché il male è anche di chi, potendolo denunciare, tace. «È avvenuto più volte, che anche le buone ragioni abbian dato aiuto alle cattive, e che, per la forza dell’une e dell’altre, una verità, dopo aver tardato un bel pezzo a nascere, abbia dovuto rimanere per un altro pezzo nascosta», afferma Manzoni come Tucidide in Guerra del Peloponneso: “Il male non è soltanto di chi lo fa: è anche di chi, potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce”».

L’occasione era la ricorrenza dei 1001 giorni e 1001 notti dal 24 settembre 2020, vale a dire dal momento in cui è iniziata la crocefissione di un uomo innocente, il Cardinale Angelo Becciu, riportando le parole di Andrea Paganini sulla sua pagina Facebook del 22 giugno 2023 [QUI], in risposta alla domanda «Quanto valgono 1001 giorni nella vita di un uomo?»:

«Nonostante la persecuzione e l’accanimento dei Promotori di Giustizia vaticani, non è emersa nemmeno l’ombra di una prova contro il Cardinal Becciu, il quale anzi è risultato completamente innocente, la vittima designata di un violentissimo complotto.
Nel frattempo, al processo, è emerso che:

  • è stata organizzata un’orchestratissima campagna di diffamazione, altrimenti detta macchina del fango, killeraggio mediatico, mascariamento o character assassination;
  • leggi sono state modificate a procedimento in corso (sempre in sfavore degli imputati);
  • i magistrati dell’accusa non hanno obbedito al giudice, che ordinava la consegna integrale del materiale probatorio;
  • video di testimonianze sono stati censurati;
  • verbali risultano pieni di omissis;
  • testimoni hanno ammesso d’essere stati manipolati (senza che si approfondisse per capire da chi e perché);
  • interrogatori importanti sono stati calendarizzati e poi misteriosamente cancellati;
  • messaggi chat sono stati tenuti nascosti (120 su 126) da chi dovrebbe cercare la verità;
  • una pregiudicata muove le pedine a proprio piacimento;
  • ci sono Promotori di Giustizia che non ne azzeccano una;
  • e giudici che approvano senza battere ciglio…

Perché? Cosa nasconde il Tribunale vaticano?
Noi, nonostante l’omertà generalizzata, non taceremo. Vogliamo la verità fino in fondo!»

Indice – Caso 60SA [QUI]

Foto di copertina: Lewis Carroll, in tribunale con Alice nel Paese delle meraviglie (1865), ci spiega come funziona la (in)giustizia vaticana. «Arrivati, videro il Re e la Regina di cuori seduti in trono, circondati da una gran folla di uccellini, di bestioline e da tutto il mazzo di carte: il Fante stava davanti, incatenato, con un soldato da un lato e l’altro: accanto al Re stava il Coniglio bianco con una tromba nella destra e un rotolo di pergamena nella sinistra. Nel mezzo della corte c’era un tavolo, con un gran piatto di torte d’apparenza così squisita che ad Alice venne l’acquolina in bocca. “Vorrei che si finisse presto il processo, — pensò Alice, — e che si servissero le torte!”» (Incipit del Capitolo XI, Chi ha rubato le torte?).

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