L’udienza generale. Il papa: sbagliato opporre la fede alle opere

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Martin Lutero non sbagliava quando sosteneva che ci si salva solo per fede, ma non è possibile opporre la fede alle opere. Lo ha detto papa Benedetto XVI nel corso dell’udienza del mercoledì in piazza San Pietro. La concezione luterana di ‘giustificazione’ per ‘sola fide’, ha spiegato, “è vera se non si oppone la fede alla carità e all’amore”.

E ancora: “La fede è guardare Cristo, affidarsi a Cristo, attaccarsi a Cristo, e ciò significa anche conformarsi con Cristo, alla forma della sua vita, che è l’amore. La fede opera per mezzo della carità. Nella fede che crea la carità, tutta la fede è realizzata”.

Benedetto XVI ha preso spunto dalla figura di San Paolo, i cui scritti sono tuttora un punto di riferimento nel mondo protestante. “Quando Paolo incontrò il risorto sulla strada di Damasco – continua il papa – era un uomo realizzato: irreprensibile quanto alla giustizia derivante dalla legge”, ma dopo quell’incontro passò “da una giustizia fondata sulla legge e acquisita con l’osservanza delle opere prescritte, ad una giustizia basata sulla fede in Cristo”.

“Nel momento dell’incontro con il Risorto – ha chiarito il papa – Paolo ha capito che con la risurrezione di Cristo, la situazione era cambiata: il Dio di Israele diventa il Dio di tutti i popoli, il muro tra Israele e i pagani non è più necessario: Cristo ci protegge dal politeismo, ci unisce a Dio e ci garantisce l’identità nella diversità delle culture. E’ lui che ci fa giusti”.

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