Al Salone del Libro di Torino non “contestazione” ma censura violenta

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.05.2023 – Vik van Brantegem] – A continuazione del nostro articolo Il fascismo degli antifascisti che zittiscono l’autrice di un libro “radicale”. Fascista è chi il fascista fa di ieri [QUI], condividiamo dal blog Stilum Curiae dell’amico e collega Marco Tosatti il suo commento, che conferma quanto abbiamo scritto ieri, e la testimonianza diretta di un suo lettore di quanto è accaduto al Salone del Libro di Torino, che documento di prima mano il fascismo rosso-verde in azione contro Eugenia Roccella [QUI]. Nel frattempo, i media continuano a parlare di “contestazione” e di “caos” al Salone del Libro, non chiamando l’accaduto con suo nome: rifiuto del dialogo con e censura violenta di un Ministro. Gli aggressori erano esponenti di “Non una di meno” ed “Extinction Rebellion” e l’aggredita era Eugenia Roccella. I primi hanno impedita la seconda a parlare. Ci sono le video a dimostrarlo.

«Ha ragione Elly Schlein, al Salone del libro di Torino è stato negato il dissenso. Platealmente, con violenza materiale, arroganza, spirito autoritario, atteggiamento intimidatorio, sordità al dialogo. Ha ragione, è proprio vero. Ma il dissenso negato era quello di Eugenia Roccella, imbavagliata da un manipolo di estremisti ai quali non si è stati in grado di insegnare seduta stante cosa sono la democrazia, lo spirito critico, il libero confronto di idee in una società aperta, plurale e inclusiva. E chi li blandisce rovesciando la realtà purtroppo mostra di non essere all’altezza del Paese, finendo per diventare come loro, agitatori illetterati che zittiscono per mancanza di argomenti. Fuori dai piedi tu, che non sei d’accordo con me. Non solo gli fa difetto la capacità di ascolto e di dialogo, ma anche la memoria: nella nostra storia ci sono pagine orrende giustificate dal consenso ideologico verso chi metteva a tacere i dissenzienti, in un modo o nell’altro. Un’opposizione politica, intellettuale e mediatica che litiga con l’evidenza dei fatti, la logica, il buon senso, il pluralismo e il rispetto degli altri anche se la pensano diversamente giustificando bravate intolleranti che dovrebbe invece rigettare per principio e istinto, non è solo un problema per sé stessa: è un problema per l’Italia» (Francesco Ognibene).

«È sbalorditivo come le testate che vedono fascisti ogni due per tre non ammettano che quanto accaduto è puro e semplice squadrismo di stile fascista all’ennesima potenza, anche se mascherato di pseudo-diritti ed ecologia e altri oggetti vari. E continuino a parlare di “contestazione”, quando, in realtà, si è trattato di censura violenta. E di un attacco alla libertà di espressione e di dialogo. Sono minoranze violente, difese e appoggiate da qualche partito “democratico” e dagli ancor più democratici grandi giornali di regime» (Marco Tosatti).

Democrazia saltata

Sabato 20 maggio, sotto una pioggia fittissima ed un traffico impazzito, riesco ad arrivare con fatica al Salone del Libro dove, su invito dell’Assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, vorrei ascoltare la presentazione del libro: Una famiglia radicale di Eugenia Maria Roccella, Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, che interviene in presenza.

Arrivo, non per merito ma per errore, in largo anticipo alle 12.30; l’inizio è alle 13.00.

Subito mi insospettisce il numero di agenti in borghese della Digos, che iniziano a controllare documenti di identità e ad ispezionare zainetti, ma attribuisco il tutto ai normali controlli di sicurezza, per la presenza di un Ministro del governo (imperdonabile ingenuo!).

Alle 13.00, puntuale, Maurizio Marrone introduce il Ministro, in modo autorevole e sobrio, sottolineandone la storia personale e, quindi, il valore autobiografico del Libro: il lungo cammino dai radicali a Fratelli d’Italia.

Ringrazia il Ministro per la sua presenza e le cede il microfono.

Scoppia la bufera.

Non appena il Ministro prende il microfono in mano un centinaio di disturbatori iniziano ad urlare in modo assordante, impedendole letteralmente di parlare.

Sono esponenti (così si auto-identificano) di “Non una di meno” ed “Extinction Rebellion”, che, urlando slogan del tipo: “Via il governo dalle nostre mutande”, coprono ogni tentativo di normale democratico confronto.

Il Ministro, con una capacità di mediazione ed una carità che solo i cristiani hanno, innanzitutto impedisce alle forze dell’ordine di allontanare i manifestanti, che intanto si spiaggiano a terra a peso morto, in segno di resistenza, ed invita un loro rappresentante al dialogo, per capire quali siano le loro ragioni. Eroica!

Una ragazzina sale sul palco e, appena preso il microfono, evidentemente incapace di parlare a braccio, inizia a leggere un foglio prestampato, con una serie di rivendicazioni che vanno dall’emergenza ecologica al diritto allo studio, dal “diritto” all’aborto alle violenze sulle donne, passando per i cosiddetti diritti lgtbq+. È un fiume in piena, inarrestabile, che come un flipper, sventola slogan privi di ragioni e di capacità argomentativa.

Il Ministro le ricorda che l’ha invitata ad un confronto, non a tenere una conferenza, e tutti hanno ascoltato la “flipperata”. Ma appena la ragazzina finisce, termina l’ascolto, ricomincia la bagarre, ed il Ministro nemmeno può parlare. La prima domanda che sorge è: ma che idea hanno queste persone di democrazia, di libertà di espressione, di rispetto per l’altro. L’impressione è stata di una violenza inaudita, che pensavo superata nel nostro Paese, ma evidentemente non è così.

Perfino a saggi interventi del Ministro: “Se ci tenete alle donne, schieratevi contro lo sfruttamento dell’utero in affitto” (ragionevolissimo), non esplodono che fischi ed urla…!

Un timido coro degli ospiti si alza: “Basta basta lasciateci sentire” e la contestazione risponde: “Basta basta lasciateci abortire”.

Allora capisco che il vero unico tema è davvero la difesa della vita e che non ci sono possibili mediazioni: o si difende la vita e l’uomo, o si precipita in una violenza incontrollata, che nulla ha di democratico.

Uno dei manifestanti, a mio lato, nella foga, proclama una bestemmia. A quel punto gli faccio notare che la bestemmia è reato! Mi risponde: “Anche lei commette un reato, essendo contrario all’aborto, che è una legge dello Stato” (alla faccia della rivoluzione!).

E io: “È lecito obiettare a leggi ingiuste” risponde: “Perché glielo permettono”.

Allora capisco la vera posta in gioco: la libertà! La libertà di pensiero, di espressione, di giudizio, di obiezione al male.

Queste manifestazioni, che impediscono la libera espressione, sono anticostituzionali e rappresentano un pericolo per la democrazia!

Ma soprattutto ho avuto l’impressione di stare di fronte a proteste a-logiche, senza un Logos, che hanno obliterato ogni capacità di umano ragionamento e non tollerano che qualcuno ancora utilizzi la ragione. Terrificante…!

Alla fine capisco che non ci sarà alcuna presentazione del libro, saluto il Ministro Roccella, congratulandomi per lo stile e la pazienza cristiani, e perciò autenticamente democratici, e confidandole che, durante la contestazione ho pregato molto: per lei e per i contestatori, pronunciando interiormente una preghiera di esorcismo, perché davvero la sensazione è stata di una presenza del male e del maligno, che solo preghiera e l’offerta possono contenere e allontanare.

Torino, ancora una volta, si presenta come “laboratorio di morte”.

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