Papa Francesco invita alla convivialità delle differenze
Il giorno successivo alla solennità della Pentecoste papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Sessione Plenaria del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, affermando che la globalizzazione e l’accelerazione delle comunicazioni internazionali rendono il dialogo interreligioso ‘una questione cruciale’:
“Sottolineo questo perché san Paolo VI annunciò la nascita del ‘Segretariato per i non cristiani’ nell’omelia di Pentecoste del 1964, durante il Concilio Vaticano II. Lo fece prima della promulgazione della Dichiarazione ‘Nostra Aetate’ sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, e prima dell’Enciclica ‘Ecclesiam suam’, considerata la magna charta del dialogo nelle sue varie forme. Quanta strada lo Spirito ha fatto fare in quasi sessant’anni!
L’intuizione di ‘papa Paolo si basava sulla consapevolezza dello sviluppo esponenziale delle relazioni tra persone e comunità di diverse culture, lingue e religioni (un aspetto di ciò che oggi chiamiamo globalizzazione); e poneva il Segretariato ‘nella Chiesa come segno visibile e istituzionale del dialogo’ con le persone di altre religioni. Questo, il 25 settembre del 1968”.
Ed ha ribadito l’importanza della Costituzione Apostolica ‘Praedicate Evangelium’: “E’ appena entrata in vigore la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium sulla Curia Romana, e questo settore del suo servizio alla Chiesa e al mondo non ha perso nulla della propria rilevanza. Al contrario, la globalizzazione e l’accelerazione delle comunicazioni internazionali rendono il dialogo in generale, e il dialogo interreligioso in particolare, una questione cruciale”.
Il papa ha invitato a promuovere la ricerca di Dio: “Il nostro mondo, sempre più interconnesso, non è altrettanto fraterno e conviviale, tutt’altro! In questo contesto il vostro Dicastero, ‘consapevole che il dialogo interreligioso si concretizza mediante l’azione, lo scambio teologico e l’esperienza spirituale, … promuove tra tutti gli uomini una vera ricerca di Dio’.
Questa è la vostra missione: promuovere con altri credenti, in modo fraterno e conviviale, il cammino della ricerca di Dio; considerando le persone di altre religioni non in modo astratto, ma concreto, con una storia, dei desideri, delle ferite, dei sogni. Solo così potremo costruire insieme un mondo abitabile per tutti, in pace”.
Il discorso del papa è un invito ad attuare la convivialità delle differenze: “Ogni uomo e ogni donna è come una tessera di un immenso mosaico, che è già bella di per sé, ma solo insieme alle altre tessere compone un’immagine, nella convivialità delle differenze. Essere conviviali con qualcuno significa anche immaginare e costruire un futuro felice con l’altro.
La convivialità, infatti, riecheggia il desiderio di comunione che alberga nel cuore di ogni essere umano, grazie al quale tutti possono parlare tra loro, si possono scambiare progetti e si può delineare un futuro insieme. La convivialità unisce socialmente, ma senza colonizzare l’altro e preservandone l’identità. In questo senso, ha una rilevanza politica come alternativa alla frammentazione sociale e al conflitto”.
E’ un invito a coltivare questo stile conviviale: “Incoraggio tutti voi a coltivare lo spirito e lo stile di convivialità nei vostri rapporti con le persone di altre tradizioni religiose: ne abbiamo tanto bisogno oggi nella Chiesa e nel mondo!
Ricordiamo che il Signore Gesù ha fraternizzato con tutti, che ha frequentato persone considerate peccatrici e impure, che ha condiviso senza pregiudizi la tavola dei pubblicani. E sempre durante un pasto conviviale Egli si è mostrato come il servitore e l’amico fedele sino alla fine, e poi come il Risorto, il Vivente che ci dona la grazia di una convivialità universale. Questa è la parola che io vorrei lasciarvi: convivialità”.
(Foto: Santa Sede)