Mediagate Vaticano. Il caso del programma “Papa Francesco e il racconto dei Vangeli” su Rai 1 a Pasqua

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“I volti dei Vangeli” era la serata “evento” annunciata in pompa magna per Pasqua, il 17 aprile 2022 dalle ore 21.25 su Rai 1 con Papa Francesco, che avrebbe analizzato e commenta alcuni passi dei Vangeli e gli incontri di Gesù, con le sue meditazioni affiancate dalle immagini di celebri quadri. Il programma “Papa Francesco e il racconto dei Vangeli”, presentata da Monica Maggioni, Direttore del Tg1, è stata aperta da un contributo che l’attore e regista premio Oscar Roberto Benigni aveva preparato per l’occasione, dedicato al volto gioioso di Gesù nel giorno della Pasqua di Resurrezione.

Poi, “I volti dei Vangeli” si è rivelato l’estratto di una serie composta da tre puntate prodotta dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, un programma “nato da un’idea di Andrea Tornielli e Lucio Brunelli”, con la fotografia e la regia di Renato Cerisola e le musiche di Michelangelo Palmacci, in collaborazione con Rai Cultura, Musei Vaticani (dove sono custodite la maggior parte delle opere utilizzate in “I volti dei Vangeli”) e Biblioteca Apostolica Vaticana, che andrà in onda nel mese di maggio sul canale Rai 5.

“Abbiamo pensato a questo programma come a un’occasione di incontro, di riflessione, e di riscoperta della bellezza del Vangelo in un tempo segnato da così tante brutture. Il risultato è un prodotto unico, non catalogabile. Bello proprio perché unico. Una risposta alla tirannia del tempo, della fretta, della smemoratezza, della cultura dell’indifferenza e della sintassi semplificata che regola le nostre vite e che spesso mortifica la verità. È come se il Papa ci prendesse per mano e ci accompagnasse in un viaggio verso la verità dell’incontro”, ha dichiarato Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione. “Di questo dobbiamo essere grati a lui innanzitutto per le sue parole, ai Musei Vaticani e alla Biblioteca Apostolica Vaticana per aver condiviso le immagini di capolavori senza tempo, agli autori al regista e agli operatori per il loro lavoro, a Roberto Benigni per il suo prezioso contributo introduttivo, e alla Rai che ci ha accompagnato nella realizzazione di questo progetto che ora offre ai telespettatori come regalo di Pasqua”.

“Il volto di Gesù è pieno di gioia”. Dopo la presentazione di Monica Maggioni, Roberto Benigni ha messo a fuoco il volto gioioso di Gesù nel giorno della Pasqua di Resurrezione. Ha parlato del valore della gioia e della tristezza e di come sia doveroso chiedere a se stessi di essere più buoni e agli altri di essere felici. Ha citato la lettera di San Paolo ai Filippesi: “Siate allegri nel Signore” e Sant’Agostino: “Nutre la mente solo ciò che la rallegra”. Riporta anche le parole, laiche, di grandi nomi della letteratura, da Jorge Luis Borges a Walt Whitman, per sottolineare come sia importante cercare di vivere nel nome della gioia e, quindi, di Gesù. Passa dalle Sacre Scritture all’arte e poi apre a un inno alla libertà perché, conclude: “La vita e la libertà sono una cosa sola”.

Trailer – “Volti dei Vangeli”, la sera della domenica di Pasqua il Papa su Rai 1.

Il programma raccoglie alcune delle riflessioni che nei nove anni del suo pontificato Papa Francesco ha dedicato, nelle omelie durante la celebrazione mattutina della Messa a Santa Marta (alcune delle quali inedite), negli Angelus e in altre occasioni, ai protagonisti dei Vangeli: la chiamata dell’esattore delle tasse Matteo; il Buon Ladrone crocifisso accanto a Gesù capace di “rubargli” il paradiso; il dramma dell’apostolo Giuda; i volti delle donne, la testimone della resurrezione Maddalena e l’adultera salvata dalla lapidazione; gli sguardi tra Pietro e Gesù; il silenzio di Giuseppe padre e custode; Ponzio Pilato che lavandosi le mani condanna a morte il Nazareno; la parabola del Buon Samaritano che si lascia commuovere dall’uomo ferito; l’abbraccio del padre misericordioso al Figliol Prodigo. La voce del Papa accompagna lo spettatore dentro le scene evangeliche, rappresentate dai grandi artisti nei quadri, negli affreschi, nelle miniature dei codici e nelle sculture, molte delle quali appartenenti al tesoro di bellezza conservato in Vaticano. Ogni personaggio che incontra Gesù viene raccontato dal Papa ed è illustrato da immagini famose ma anche sconosciute e inedite attraverso l’obiettivo del fotografo-regista che “entra” nei quadri, negli affreschi e nelle miniature e nei loro dettagli. L’incontro con i Vangeli e con questi protagonisti è stato poi oggetto di una lunga intervista che il Papa ha concesso agli autori del progetto e che serve da fil rouge della narrazione.

Versione integrale – Papa Francesco e il racconto dei Vangeli – Volti dei Vangeli – Rai 1, 17 aprile 2022.

Papa Francesco e Benigni, disastro Rai: “Subito dopo Amadeus…”, un caso enorme a Viale Mazzini
Liberoquotidiano.it, 18 aprile 2022


Ha vinto la sfida degli ascolti, Papa Francesco, ma per la Rai è stato un mezzo flop. Papa Francesco e il racconto dei Vangeli’ in onda la sera di Pasqua su Rai 1 ha fatto registrare 2.937.000 telespettatori e il 14,1% di share. Ed è proprio quest’ultimo dato a testimoniare come il grande evento religioso e culturale non abbia sfondato in una serata sostanzialmente senza controprogrammazione. Nel dettaglio, il contributo di Roberto Benigni tra le 21.31 e le 21.49 ha raggiunto un picco di 3.413.000 spettatori con il 15.9% e il Volto dei Vangeli, in onda dalle 21.49 alle 22.36, 2.733.000 spettatori con il 13,3%. Su Canale 5 Gli eredi della Terra ha invece totalizzato 1.563.000 spettatori e l’8,9% di share, su Italia 1 l’ultra-trasmesso Il ciclone è stato visto da 1.632.000 spettatori (8%), su Rai 2 Quello che veramente importa ha fatto registrare 1.462.000 telespettatori (7,4%). Su Rai 3 Il Borgo dei Borghi ha interessato 1.152.000 spettatori (6,2%), su Retequattro Zona Bianca 915.000 spettatori (5,8%) e su La7 il classicone Il Gattopardo 573.000 spettatori (3,1%). Seguono su Tv8 Men in Black International con 586.000 spettatori (3%) e La Passione di Cristo sul Nove con 322.000 spettatori (1,7%).

A commentare il mezzo buco nell’acqua della Rai, polemicamente, anche Marco Zonetti per Vigilanzatv.it [QUI], che sottolinea come lo “strapubblicizzato documentario” non ha sfondato come a viale Mazzini speravano. “Non possiamo non ricordare i toni trionfali da parte dell’Ad Rai Carlo Fuortes al Corriere della Sera [QUI], con l’annuncio eclatante di un “regalo di Pasqua” che lasciava intendere si trattasse di una esclusiva serata speciale di Rai1 in diretta con il Pontefice, e che invece poi – complice l’immediata smentita di Dagospia e, in seguito, dello stesso Vaticano – si era rivelata la mera divulgazione di un documentario realizzato dalla Santa Sede, introdotto da un contributo di Roberto Benigni”.

Polemico anche il riferimento a Monica Maggioni, Direttore del Tg1 che ha presentato l’evento prodotto in collaborazione tra Vaticano e Rai Cultura. Tg1 testata che peraltro, sottolinea sempre Vigilanzatv.it, “qualche settimana fa – stigmatizzata da Avvenire – aveva ignorato in ben due edizioni l’intervento del Papa sulle spese militari. Tentativo di riparare dopo lo scivolone diplomatico con il Vaticano? Numeri alla mano, conclude Zonetti, è stato smarrito il clamoroso traino offerto da I Soliti Ignoti (4.803.000 spettatori con il 23.0% di share): “L’introduzione di Benigni ha perso 1.400.000 spettatori e ben 7 punti di share” rispetto ad Amadeus. Maggioni e documentario vero e proprio non hanno poi risollevato la situazione. Anzi…

Dagoreport! E il Vaticano smentisce la RAI – l’annunciatissimo ‘’regalo di Pasqua’’ ai telespettatori RAI, starring il Papa “con un intervento di Roberto Benigni”, è una santa bufala.
Dagospia.com, 7 aprile 2022


La Sala Stampa della Santa Sede precisa: “Il programma raccoglie alcune delle riflessioni che nei nove anni del suo pontificato francesco ha dedicato, nelle omelie e negli angelus e in altre occasioni, ai protagonisti dei Vangeli”. Quindi: un fritto misto di cose già viste, riviste, ascoltate e commentate proprio sulla Rai – quanto costerà alla Rai un programma che attinge a piene mani al suo repertorio, rifilato come inedito? Ah, saperlo… (il caso Mediaset).

Alla fine, con la scusa di pubblicizzarlo, il Vaticano ha dovuto far pubblicare dalla sua Sala Stampa una sonora smentita. Il fatto è veramente curioso perché un programma televisivo non è mai stato lanciato dagli addetti stampa d’Oltre Tevere. Il 31 marzo l’Amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes comunicava, con un’ampia intervista sui principali quotidiani che la sera del 17 aprile il Papa si sarebbe esibito su Rai 1, “con un intervento di Roberto Benigni”, a spiegare ai poveri cristiani che pagano il canone (e che avranno già il piacere si essere intrattenuti sull’argomento Domenica delle Palme, Venerdì Santo e Domenica di Resurrezione) cosa sia la Pasqua.

«Chissà se il Papa reggerà le battute di Benigni», annotava Il Fatto dopo essere caduto nel qui pro quo astutamente celato nell’annuncio della Rai. Invece, annota il 5 aprile la Sala Stampa della Santa Sede, «il programma raccoglie alcune delle riflessioni che nei nove anni del suo pontificato Francesco ha dedicato, nelle omelie durante la celebrazione mattutina della Messa a Santa Marta (alcune delle quali inedite) negli Angelus e in altre occasioni, ai protagonisti dei Vangeli».

Quindi: un fritto misto di cose già viste, riviste, ascoltate e commentate (e pure già pagate) proprio sull’emittenza pubblica. In realtà, a fine novembre il Papa ha dato un’intervista a Mediaset, incontrando quattro “persone emarginate”: una senza tetto, un ergastolano, una donna abusata, una volontaria. Lo ha fatto di sua iniziativa, senza nulla comunicare al Dicastero per la Comunicazione.

Dentro le sacre mura si dice che sia stato Lucio Brunelli, ex giornalista Rai e ex oneroso direttore delle news di TV2000 a supplicare telefonicamente il Pontefice perché almeno questa volta desse soddisfazione anche a lui. Infatti, dopo la revoca dal suo incarico a TV2000, e dopo svariati tentativi per diventare direttore di L’Avvenire e “agganciare” come commentatore varie testate TV, la stagione si è aperta anche per lui quando, con l’introduzione dei generi, l’informazione religiosa è stata consegnata alla direzione “Cultura ed educational”.

Per questo, qualche giorno dopo la registrazione dell’evento Mediaset, il Pontefice si è fatto una lunga chiacchierata videoregistrata con Lucio Brunelli, Andrea Tornielli e Paolo Ruffini. L’orizzonte era l’immaginato successo del programma Mediaset che, tuttavia, benché pregevole e lanciato come “esclusiva mondiale”, il 19 dicembre ha deluso di molto le aspettative: non ha fatto molti ascolti [QUI].

Passato Natale e per mancanza di interesse sugli argomenti trattati, la chiacchierata papale è stata proposta alla Rai da Silvia Calandrelli, convinta che il Dicastero per la Comunicazione (alias Ruffini e Brunelli, ex Rai) siano “contatti forti” con il Vaticano. A sentire il Papa (lo ha detto il 24 maggio) sono solo parte di una struttura (il Dicastero per la Comunicazione) che somiglia «alla montagna che partorisce il topolino» [QUI].

L’anno santo è in vista e la Rai è di nuovo pronta a farsi mungere per bene. «La serata evento di domenica 17 aprile, presentata da Monica Maggioni, direttrice del Tg1, sarà aperta da un contributo che Roberto Benigni ha preparato per l’occasione, dedicato al volto gioioso di Gesù nel giorno della Pasqua di Resurrezione. La serie completa, in tre puntate, di “Volti dei Vangeli” sarà successivamente messa in onda da Rai Cultura sul canale Rai 5».

Chi paga? In effetti, il vero problema (al quale si stanno interessando diversi parlamentari della Commissione di Vigilanza) è sapere quanto costerà alla Rai un’operazione editoriale che attinge a piene mani al suo repertorio, rifilato come inedito e proposto come «regalo di Pasqua» ai telespettatori. Di regalo certamente si tratta, ma che sia proprio per gli spettatori nessuno ci crede.

CHI CONTROLLA IL BRAND FRANCESCO
In Vaticano si combatte la battaglia per la comunicazione del Papa
di Marco Grieco
Domani, 16 aprile 2022


Nel Dicastero per la Comunicazione, voluto da Papa Francesco nel 2015, da giorni circola una lettera anonima indirizzata ai giornalisti, che denuncia il malessere ormai cronico dei professionisti della comunicazione.

In Vaticano sono in piedi due macchine della comunicazione pontificia: da una parte il dicastero e le testate ufficiali, dall’altra una cerchia di amici del Papa che apparecchiano interviste per le reti televisive italiane.

Bergoglio bolla le accuse contro dl lui come «calunnie e coprofilia». Eppure, i dipendenti esasperati devono ricorrere alle missive anonime per denunciare. Fonti vaticane rilevano il clima divenuto ormai pesante.

Papa Francesco, la lettera anonima che smaschera il cerchio magico di Bergoglio
Libero Quotidiano, 18 aprile 2022


Anche in Vaticano si sta consumando una guerra. Non è una guerra fatta con le bombe, ma con le insinuazioni, con le raccolte firme e una lettera anonima. Come quella che circola da giorni e della quale dà conto Marco Grieco su Domani e che riguarda in particolare il Dicastero per la Comunicazione riformato da Papa Francesco con un Motu proprio nel 2015 per accorpare tutti i media della Santa Sede. La lettera anonima ha come obiettivo di denunciare pubblicamente il malessere ormai cronico dei professionisti della comunicazione vaticana: “Due persone hanno raccolto firme su un documento”, c’è scritto, “per fare arrivare in alto le questioni dei continui sprechi economici e le voci del disagio di tanti lavoratori sono state pesantemente punite e messe a tacere”.

Del resto, di fatto, esistono due apparati paralleli di comunicazione: quello che fa capo a Papa Francesco con don Marco Pozza, il prete passato dal carcere padovano di Due Palazzi al cortile di Casa Santa Marta, dove realizza interviste; e quello che segue l’ordinario come le funzioni religiose, i viaggi, le pubbliche relazioni. Tutto questo, fa notare Grieco, si ripercuote sui dipendenti vaticani, stremati da una concorrenza che si tradurrebbe in assunzioni e demansionamenti.

“Si può immaginare e giustificare l’amarezza e lo sconforto dei lavoratori dipendenti al fatto che in una economia ristretta si chiede di ridurre al minimo o di azzerare le spese straordinarie, mentre altri dicasteri e segreterie moltiplicano i subappalti per i servizi di comunicazione, ovviamente pagati, e ignorando le risorse umane, professionali e tecniche già disponibili internamente, non prendendole in considerazione neanche a livello consultivo” riporta la lettera che smentisce anche le “assunzioni bloccate” alla Santa Sede. Perlomeno nel mega Dicastero per la Comunicazione dove “si è continuato ad assumere a livelli alti delle tabelle organiche, spesso in nome del fittizio turnover per pensionamento. Il problema è che le risorse interne già qualificate e specializzate si vedono scavalcare ingiustamente da parvenus dell’ultimo momento, spesso amici degli amici”.

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