La visita di Francesco a Palazzo Pio, la consueta caciara e la petizione dei dipendenti

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Lunedì 24 maggio 2021 il Santo Padre Francesco ha fatto visita alla Comunità di lavoro del Dicastero per la Comunicazione presso Palazzo Pio, in occasione dei 160 anni de L’Osservatore Romano e dei 90 anni della Radio Vaticana e ha fatto due interventi: il prima in diretta dalla Regia 9 della Radio Vaticana e il secondo ai redattori in Sala Marconi [QUI].

Riportiamo di seguito un commento pubblicato oggi dal sito Settimananews.it a firma dell’amico e collega Fabrizio Mastrofini, già capo redattore nella Direzione dei Programmi della Radio Vaticana, social media manager e Ufficio Stampa della Pontificia Accademia per la Vita. Nato a Roma nel 1958, è psicologo, giornalista vaticanista e saggista specializzato su temi etici, politici, religiosi e sui temi dell’informazione religiosa, della comunicazione e di geopolitica della Chiesa. Ha pubblicato numerosi libri su tematiche ecclesiali e sulle problematiche legate ai mass media, tra l’altro, Geopolitica della Chiesa cattolica (Laterza 2006), Ratzinger per non credenti (Laterza 2007), Preti sul lettino (Giunti, 2010), 7 Regole per una parrocchia felice (Edb 2016).

Mastrofini – andando ben più in profondità della caciara bergogliana – osserva che “emergono ora questioni ben più complesse, collegate alla condivisione delle finalità generali di un lavoro a servizio della Chiesa e del Papa e ai meccanismi gestionali, decisionali, strutturali della stessa Curia”.

Il papa editore
di Fabrizio Mastrofini
Settimananews.it, 26 maggio 2021


Il «malumore» dei dipendenti vaticani per il congelamento degli scatti di anzianità è emerso sotto forma di una lettera aperta al Papa, pubblicata dalle agenzie di stampa [il testo di questa petizione datata 20 maggio 2021 è stato ricevuto e pubblicato da questo Blog dell’Editore il 18 maggio 2021 (Come una stessa famiglia. Nessuno deve perdere la dignità), seguito nei giorni successivi da numerosi organi di stampa, senza citare la fonte. V.v.B.].

Nel testo si lamentano gli sprechi di risorse, stipendi fuori controllo di consulenti e dirigenti a cui viene ridotta la quota fissa e non le ben più consistenti voci integrative.

La protesta dei dipendenti vaticani

E per i dipendenti inseriti nei 10 livelli funzionali, il blocco degli scatti di anzianità dal livello 4 al 10 (intatti invece i primi 3 livelli funzionali) è percepito come particolarmente pesante perché si tratta dell’unica voce di aumento dello stipendio nel sistema retributivo della Santa Sede.

La lettera termina con la richiesta di poter esporre al Papa osservazioni e lamentele. Non c’è tuttavia una firma e neppure un gruppo di firme e alcune persone interpellate tra i dipendenti della Santa Sede hanno confermato di non conoscere chi ha avviato l’iniziativa.

In questo contesto è arrivato l’intervento di Papa Francesco al Dicastero per la Comunicazione nella visita del 24 maggio. Il sito del giornale cattolico francese La Croix lo ha definito un intervento «choc».  In diretta radiofonica il Papa ha detto, tra l’altro, «la domanda che voi vi dovete fare è: “Quanti? A quanti arriva?”, perché c’è il pericolo – per tutte le organizzazioni – il pericolo di una bella organizzazione, un bel lavoro, ma che non arrivi dove deve arrivare… Un po’ come il racconto del parto del topo: la montagna che partorisce il topolino…».

Creatività non funzionalismo

Poco dopo, parlando a tutti i dipendenti del Dicastero, ha sottolineato così il suo pensiero: «Ho visto questo Palazzo ben sistemato, e questo mi piace. L’unità del lavoro… Il problema è che questo sistema così grande e complicato funzioni. Mi viene in mente un’abitudine in Argentina, quando qualcuno era nominato a una carica importante, la prima cosa che faceva era andare da Nordiska, una ditta per fare gli ambienti, senza guardare la sua scrivania, il suo studio, mandava a fare tutto nuovo, tutto perfetto, bello. La prima decisione che prendeva quel ministro, quel funzionario. Poi, non funzionava. L’importante è che tutta questa bellezza, tutta questa organizzazione funzioni. Funzionare è andare, camminare…

Il grande nemico del funzionare bene è il funzionalismo. Per esempio, io sono capo di una sezione, sono il segretario di quella sezione, il capo. Ma ho sette sotto-segretari. Sempre tutto bene, bene. Qualcuno ha una difficoltà, va dal sottosegretario che deve risolvere, che dice: “Aspetta un attimo, poi ti rispondo”. Prende e chiama il segretario… Cioè: non servono. Incapaci di decidere, incapaci di mettere il proprio. Il funzionalismo è letale. Addormenta un’istituzione e la uccide. State attenti a non cadere in questo: non importa quanti posti ci sono, se quello studio è bello o non è bello. Importa che funzioni, che sia funzionale, e non vittima del funzionalismo. State bene attenti, bene attenti a questo.

E quando una cosa è funzionale, aiuta la creatività. Il vostro lavoro dev’essere creativo, sempre, e andare oltre, oltre, oltre: creativo. Questo si chiama funzionare. Ma se un lavoro è troppo bene ordinato, alla fine finisce ingabbiato e non aiuta. Questa è l’unica cosa che, vedendo una organizzazione così bella, così ben fatta, vedendovi tutti insieme, mi viene di dire: state attenti! Niente funzionalismo».

Il malumore giornalistico

Le prime reazioni sono state sconcertante, come ha documentato il corrispondente dal Vaticano del quotidiano francese La Croix. Qualcuno dei giornalisti gli ha detto: pensavamo di venire incoraggiati, non criticati. E il malumore si è sommato ai tagli alle retribuzioni. Quanto al merito, «La Croix» documenta che il sito multilingue Vatican News totalizza 680 mila lettori al giorno.

E nella diretta radiofonica, il conduttore in studio ha fatto notare immediatamente a Papa Francesco come «la Radio oggi è uno strumento vivo, uno strumento che, nonostante le nuove tecnologie, rimane sempre uno strumento che arriva alla gente ed è in perfetta salute. E questo può essere un aiuto, un contributo per arrivare anche a quello che Lei sta dicendo».

Le finalità di un servizio

Tuttavia non sono poi nuove le osservazioni di Papa Francesco sui pericoli del «funzionalismo» e sull’efficacia della «catena di comando» con l’assunzione di responsabilità da parte di ognuno. Erano già presenti, ad esempio, nel discorso alla Curia Romana del dicembre 2014 [QUI] con l’elenco delle «malattie», ben 15, con al quarto posto «la malattia dell’eccessiva pianificazione e del funzionalismo».

Evidentemente non ci sono soltanto dei problemi economico-gestionali da affrontare con tagli e razionalizzazioni – anche se i dipendenti lamentano che si tratti di decisioni dall’alto –, ma emergono ora questioni ben più complesse, collegate alla condivisione delle finalità generali di un lavoro a servizio della Chiesa e del Papa e ai meccanismi gestionali, decisionali, strutturali della stessa Curia.

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