L’esposto del Codacons: l’Ambasciata di Francia cura i propri immobili ma non la salute degli operai che ci lavorano? Promuovere “street art” e sfrattare Liberatore…

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Il 26 febbraio 2021 sono partiti i complessi lavori sullo splendido rinascimentale Palazzo Farnese oggi sede dell’Ambasciata di Francia. In quel gigantesco “cubo”, simbolo del potere pontificio e della trasformazione in chiave moderna del volto di Roma, dove si sono applicati – tra gli altri – quattro giganti dell’architettura, Antonio da Sangallo, Michelangelo, Vignola e Giacomo della Porta. Il grandioso cantiere di restauro con degli interventi che comprenderanno il restauro del tetto, delle facciate laterali e del cortile, nonché la manutenzione conservativa della facciata principale del palazzo, si protrarrà per 4 anni.

Da luglio 2021 l’Ambasciata di Francia a Roma ha ideato un progetto di valorizzazione del cantiere al Palazzo Farnese chiamando artisti a intervenire direttamente sull’architettura del palazzo, o a creare opere a esso ispirate. È il caso del «Ponte Farnese» in cartone di Olivier Grossetête, che in luglio ha sorvolato il fiume Tevere sospeso a palloni aerostatici ricreando idealmente l’incompiuto progetto michelangiolesco di un ponte che avrebbe dovuto unire Palazzo Farnese a Villa Farnese. L’opera di Grossetête era effimera, mentre è ancora visibile sulla facciata di Palazzo Farnese il monumentale intervento di JR, «Punto di Fuga», che squarcia illusionisticamente l’edificio. Poi, dopo le opere di Olivier Grossetête e JR, il 22 ottobre 2021 al cantiere di restauro del Palazzo una nuova operazione artistica che, nelle parole dell’Ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, fa sì che il Palazzo «rimanga “aperto per lavori” per tutta la durata del restauro». Si tratta di «Cippo 2.0» di JonOne, street artist e pittore di origine dominicana, al secolo John Andrew Perello, nato a New York nel 1963. Per realizzare l’opera, JonOne ha tratto ispirazione da un cippo datato 55 a.C., rinvenuto in occasione di scavi effettuati nel XX secolo nei sotterranei del palazzo. Sul cippo è presente un’iscrizione che ricorda i nomi di due magistrati censori: Publio Servilio Isaurico e Marco Valerio Messalla. JonOne ha riportato l’antica iscrizione sui pannelli in legno che cingono il cantiere di restauro del cortile di Palazzo Farnese, fondendo graffitismo, espressionismo astratto e uso performativo del colore. In occasione del disvelamento dell’opera abbiamo incontrato l’artista e gli abbiamo chiesto del suo rapporto con la città di Roma e con l’antico. L’opera di JonOne per il cortile di Palazzo Farnese è stato reso accessibile al pubblico in occasione della ripresa delle visite guidate del Palazzo dal 20 novembre 2021.
Tutto questo per dire con tutta la loro promozione dello street art, il rispetto per un artista di fama mondiale come Bruno Liberatore non ce l’hanno.

Dopo la vicenda che ha coinvolto l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede e che ha portato allo sfratto dello scultore Bruno Liberatore dal suo storico studio di Via del Vantaggio a Roma, proprio a seguito di lavori di ristrutturazione durante i quali sono state distrutte opere d’arte del maestro, ora si scopre che alla sede dell’Ambasciata in Piazza Farnese a Roma lavorerebbero a diversi metri di altezza operai senza casco di protezione. Del caso Liberatore abbiamo già parlato a più riprese, l’ultima volta un mese fa: Lo scultore Bruno Liberatore perseguitato dalla Francia, anche dai ladri: trafugate importanti opere d’arte. Con la figlia Francesca apre nell’ex chiesa di San Michele a Ferrara un atelier d’arte e di moda – 15 novembre 2021.

Il fatto che all’Ambasciata di Francia a Roma degli operai eseguono dei lavori edilizi senza indossare il casco protettivo è stato denunciato dal Codacons, che ha presentato un esposto all’Ispettorato del lavoro, alla Asl, ai Carabinieri e alla Sovrintendenza alle Belle Arti.

“Gli operai lavorerebbero sull’impalcatura, ad altezze non da sottovalutare, senza i necessari Dispositivi di protezione individuale, in questo caso più nello specifico, senza indossare i caschi a protezione del capo e ciò in palese violazione di quanto prescritto dal combinato disposto dell’art. 77 del D.lgs n. 81/2008 – scrive il Codacons nell’esposto in cui si allega anche una documentazione fotografica –. I lavori edili rientrano tra le attività che generalmente comportano la necessità di proteggere il capo e per le quali, quindi, è necessario l’elmetto protettivo, a prescindere dal fatto che il suo utilizzo sia specificamente contemplato nel documento di valutazione dei rischi di cui all’art. 28, d.lgs. n. 81 del 2008 o dal concreto accertamento degli eventuali sinistri conseguenti alla sua violazione. Il loro uso è imposto dalla inevitabilità del rischio individuale e non già pertanto dal fatto che il rischio stesso sia o meno previsto dalle disposizioni aziendali in materia di sicurezza del lavoro. Dunque, ai sensi delle disposizioni citate, il datore di lavoro ha l’obbligo di mettere a disposizione dei lavoratori i necessari e adeguati DPI”.

Per tali motivi il Codacons ha chiesto a Ispettorato del lavoro, Asl, Carabinieri e Sovrintendenza alle belle arti di “predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se nei fatti esposti possano configurarsi eventuali illeciti amministrativi, civili e penali ed, in caso affermativo, accertare le connesse responsabilità ed esperire tutte le azioni che il caso richiede, ivi compresi interventi immediati cautelari a tutela dell’incolumità personale dei lavoratori nonché sanzionatori amministrativi e penali nei riguardi dei soggetti responsabili”.

Foto di copertina: Nella notte del 19 luglio 2021 un grande murale è apparso sulla facciata di Palazzo Farnese a Roma. Dopo aver squarciato Palazzo Strozzi a Firenze con l’opera “La Ferita”, il famoso street artist francese JR (Parigi, 1983) è tornato in Italia, stavolta a Roma. Ad ospitare un suo intervento è stato la sede dell’Ambasciata di Francia a Roma. Come nell’opera fiorentina, il murale mostra ai passanti l’interno dell’imponente edificio rinascimentale. Una enorme crepa sul muro della facciata principale consente di ammirare la riproduzione del vestibolo a tre navate con le mirabili volte a botte, le colonne di ordine dorico e la grande statua di Ercole Farnese. Palazzo Farnese è interessato da una significativa opera di restauro volto a ripristinare la bellezza originale dei materiali usati dai quattro illustri architetti che progettarono il palazzo: il Sangallo, Michelangelo, il Vignola e Della Porta. I lavori dovrebbero concludersi nel 2025. Proprio in occasione dell’avvio degli interventi era del resto stato annunciato che “durante tutta la campagna di restauro, diversi artisti saranno invitati ad operare direttamente sulle palizzate del cantiere per proporre al pubblico una rilettura contemporanea di Palazzo Farnese e delle opere che hanno preso parte alla sua storia” (Artribuna.com, 20 luglio 2021).

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