La cultura africana nella cattedra universitaria intitolata a Bernardin Gantin

Condividi su...

“… La sua personalità, umana e sacerdotale, costituiva una sintesi meravigliosa delle caratteristiche dell’animo africano con quelle proprie dello spirito cristiano, della cultura e dell’identità africana e dei valori evangelici”. Così il 23 maggio 2008, Papa Benedetto XVI ricordava il cardinale Bernardin Gantin figlio del Benin e della Chiesa, scomparso 10 giorni prima: “Una vita spesa per la Chiesa”. Cinque anni dopo la Pontificia Università Lateranense istituisce la Cattedra Cardinal Bernardin Gantin per la “Socializzazione Politica in Africa”. L’idea è quella di “dare inizio ad una riflessione sulla politica in contesto africano e preparare i futuri responsabili della società africana di domani orientata dalla Dottrina sociale della Chiesa” ha sintetizzato il cardinale Robert Sarah, originario della Guinea, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum, intervenendo alla presentazione dell’iniziativa. Ha quindi sottolineato come il cardinale abbia speso la sua vita “per il suo popolo di Benin, per la Chiesa in Africa e per la Chiesa universale” con un “alto contributo sia a livello pastorale che come sollecitazione a una partecipazione del mondo cristiano alla cultura e alla politica come principale forma di servizio per il miglioramento della società e il benessere spirituale dell’uomo”.

Un “grande vescovo africano, cattolico” lo definì Benedetto XVI. In Benin sono diverse le opere e le strutture a lui dedicate, a partire dall’aeroporto della capitale, punto d’ingresso nel Paese. Benedetto XVI, al suo arrivò parlò del cardinale come “un grande rappresentante dell’Africa cattolica e dell’Africa umana e civile”. Un orgoglio che trapela dall parole del presidente della Repubblica del Benin, Thomas Boni Yayi, per cui la nuova Cattedra è “un onore, non solo per il Benin ma per tutta l’Africa”. La cattedra appena istituita e la Fondazione Gantin, nata in Benin nel 2009, “lavoreranno in simbiosi per lo sviluppo sociale ma soprattutto per l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio” Il cardinale Gantin, ha detto Boni, fu “uomo di grande umanità”, nonché il rappresentante di un nuovo “umanesimo” che va ben al di là dell’Africa. La cattedra che gli viene dedicata, renderà giustizia degli “aspetti sociali” del ministero episcopale del porporato beninese, che “fece della ricerca e dello studio lo scopo della sua vita”, ha sottolineato il capo di stato. Boni si è poi soffermato sul ruolo e la responsabilità dei cattolici impegnati in politica, che devono essere “ispirati dalla Dottrina sociale per animare un nuovo mondo”, caratterizzandosi per la “abnegazione” e il “dono di sé per gli altri”. Inoltre la fede è utile per “riportare la coesione in un paese”, contribuendo alla “cultura” e allo “sviluppo”.

Il professor Martin Nkafu Nkemnkia, direttore del Dipartimento delle Scienze umane e sociali – Studi africani della Pontificia Università Lateranense ha sottolineato il valore di una Cattedra come questa “che approfondisca i principi filosofico-politici e contemporaneamente, sviluppi le realtà sociali del vissuto culturale del continente africano”. L’Africa, “per la sua stessa variegata composizione etnica, è il reale laboratorio politico e sociale di rinnovate forme di partecipazione democratica alla gestione delle istituzioni politiche. La democrazia in contesto africano può essere, pur nelle differenti declinazioni territoriali, un itinerario utile per le moderne società”. La Cattedra Cardinal Gantin avrà sede presso la Pontificia Università Lateranense, all’interno della facoltà di Filosofia. Sarà articolata in corsi e seminari e promuoverà convegni, congressi, conferenze e workshop, sia a Roma, sia in Benin. Le attività sono orientate a “far emergere il contributo che il continente africano può offrire al dibattito culturale internazionale, esprimendo, nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa, il proprio contributo per il rinnovamento delle istituzioni politiche nell’età della post-globalizzazione”. Tra gli obiettivi anche “la formazione di una classe dirigente, motivata da radicati principi etici al fine di superare la difficile situazione di crisi e di corruzione, sia del personale politico che della stessa società civile”.

Figlio di un impiegato delle ferrovie, classe ’22, Bernardin Gantin si è formato nel Seminario di Ouidah, dove ora riposa. E dove Benedetto XVI si è recato a pregare durante il suo viaggio in Benin nel 2011, sulla tomba, disse, “del mio caro amico”. Nel ’51 è stato ordinato sacerdote e dal 1953 ha proseguito gli studi a Roma, alla Pontificia Università Urbaniana e alla Pontificia Università Lateranense, dove si è licenziato in teologia e diritto canonico. Nel ’56, mentre ancora studiava, è stato nominato vescovo ausiliare di Cotonou. Ha ricoperto vari incarichi nel suo Paese e poi in Vaticano, e nel 1984 è diventato prefetto della Congregazione per i vescovi, primo africano nella storia a capo di un dicastero della Curia: “E li ha svolti sempre con quel suo tipico stile umile e semplice” sottolineava Benedetto XVI, che con lui è stato ordinato cardinale il 27 giugno 1977 da Paolo VI. Il segreto “va ricercato probabilmente nelle sagge parole che la mamma gli volle ripetere quando divenne cardinale, il 27 giugno del 1977: ‘Non dimenticarti mai del lontano e piccolo villaggio dal quale proveniamo’”. Hanno collaborato 20 anni nella Curia Romana, e quando Gantin si ritirò fu Ratzinger a raccoglierne il testimone come decano del Collegio Cardinalizio: “Ho sempre ammirato la sua intelligenza pratica e profonda; il suo senso di discernimento, di capire che cosa fosse l’essenziale. E poi il suo vero senso d’umorismo, e soprattutto era un uomo di profonda fede e di preghiera”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50