Il Papa vista per la prima volta una parrocchia romana

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Prima visita del Papa Francesco in una parrocchia romana questa mattina. Alle 8.30 in elicottero il Papa ha raggiunto la comunità dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana nella zona di Prima Porta, nel settore nord della diocesi di Roma. I primi ad essere incontrati dal Papa sono state le famiglie con i bambini che sono stati battezzati nel corso dell’anno, e gli ammalati.Il Papa ha ascoltato le confessioni di alcuni fedeli. Poi la celebrazione della messa nel piazzale della chiesa. Nel suo saluto il parroco don Benoni Ambrus “romano e romeno” come ha ricordato ha setto che essere in periferia significa anche essere i primi e le sentinelle se i cambia prospettiva. Il Papa ha risposto con alcune parole a braccio e ha detto “il papa sta in vaticano oggi è venuto il vescovo.” il Papa ha anche ricordato i 29 anni di sacerdozio di don Alfred Xuereb che si celebrano oggi. ”Mi piace- ha detto il Papa- quello che dite sulle sentinelle, la la realta’ si capisce meglio non dal centro , ma dalle periferie, anche se come tu hai detto, bisogna diventare sentinelle, ti ringrazio per questo lavoro di essere sentinelle, ringrazio per l’accoglienza in questo giorno di festa della Trinita’.

Moltissimi i fedeli che hanno partecipato alla messa e sono arrivati fin dalle primissime ora della mattina. Il Papa nella omelia ha intessuto un dialogo coni i bambini che ricevono per la prima volta la Eucaristia con domande e risposte come farebbe un parroco qualunque. Ha parlato della sollecitudine materna di Maria e ha chiesto ai bambini cosa sanno della Trinità e di cosa significhi l’Eucaristia, pane che da forza. Al momento della eucaristia in fila di fronte al Papa c’erano anche 16 bambini che hanno ricevuto la prima comunione e altri 28 che hanno fatto la Prima Comunione le scorse domeniche. Con il Papa hanno concelebrato il vicario per la Diocesi di Roma Agostino Vallini e monsignor di Tora vescovo ausiliare.

“I primi nuclei di case del quartiere dove si trova la parrocchia di Elisabetta e Zaccaria- spiega il parroco in una intervista alla Radio Vatican- sono nati circa 50 anni fa. Poi c’è stato un crescendo notevole quando hanno iniziato a costruire – all’inizio in modo abusivo e poi condonando – in seguito alla lottizzazione. Adesso siamo circa 12 mila abitanti, forse più. È una zona un po’ particolare, perché la maggior parte delle persone vive in case di proprietà. La maggior parte di loro quindi ha costruito la casa per sé e per i propri figli, per cui è molto presente il sistema dei legami familiari; quindi i bimbi piccoli vengono presi da scuola dai nonni, rimangono poi dai nonni nel cortile o nel loro giardinetto. La maggior parte delle persone ha un giardino nella loro casa. C’è una situazione di rete familiare notevole dal punto di vista della configurazione sociologica. Per quanto riguarda la presenza in parrocchia ci troviamo in una situazione di nuova rifondazione della parrocchia, perché il passaggio dalla situazione di garage a quella attuale, ha creato la sensazione di un adolescente che si ritrova con un corpo cresciuto troppo in fretta che non riesce a controllare bene. Per cui in questi tre anni, da quando è stata consacrata la chiesa – ormai siamo nel quarto – si vive questa situazione di abituarsi al nuovo complesso parrocchiale per provare in qualche modo a riempirlo e metterlo a frutto.”

Prima di lasciare la parrocchia il Papa si è fermato a chaicchierare con bambini che gli hanno cantato la “Benedizione di San Francesco”.

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