Il cardinale Bertone celebra le messa per per la festa della visitatoria dell’Università salesiana

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“Tanti sono i ricordi che mi uniscono a voi, prima come docente, poi come decano della facoltà di diritto e poi come rettore della nostra università. I volti di tanti colleghi e studenti passano davanti ai miei occhi”. Con queste parole il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha dato inizio alla Messa celebrata questa mattina, 25 aprile, all’altare della Cattedra della basilica di San Pietro, in occasione della festa della visitatoria dell’Università Pontificia Salesiana, cui hanno partecipato superiori, docenti, studenti e personale dell’ateneo. Nel suo saluto introduttivo, don Joaquim D’Souza, superiore della visitatoria “Santa Maria Sede della Sapienza”, ha notato che tale circostanza costituisce “un pellegrinaggio alla tomba di San Pietro nell’Anno della fede” e un’occasione per la celebrazione di vari giubilei sacerdotali e anniversari di professione religiosa. Oltre un centinaio i sacerdoti salesiani che hanno concelebrato con il cardinale segretario di Stato.

Tra i concelebranti principali: don Joaquim D’Souza e don Carlo Nanni, magnifico rettore dell’Università Pontificia Salesiana e, tra quanti ricordavano i vari giubilei: don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Massimo Palombella, direttore della Cappella musicale pontificia Sistina, don Mauro Mantovani, decano della facoltà di Scienze della comunicazione sociale dell’UPS, e i biblisti Cesare Bissoli, Mario Cimosa e Giorgio Zevini. Riferendosi alle parole di Gesù contenute nel Vangelo di Marco proclamato oggi: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creature”, il cardinale Bertone ha notato che “è il mandato missionario per eccellenza, ed esso racchiude in sé una duplice esigenza. Anzitutto è il Vangelo che deve essere annunziato, la bella notizia dell’amore misericordioso di Dio manifestato in Cristo, come ci ripete tante volte Papa Francesco”. “In questa prospettiva, ha notato Papa Benedetto nel suo documento Porta fidei – ha proseguito Bertone – è un invito a un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico salvatore del mondo”.

In secondo luogo, “il dono del Vangelo ricevuto ci porta al riconoscimento, come leggiamo ancora in Porta fidei, che è l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge a evangelizzare. Egli oggi come allora ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra. Ed è spontaneo riconoscere che anche la grande Università Pontificia Salesiana, con la presenza di rappresentanti di oltre 90 nazioni, annuncia il Vangelo a tutti i popoli della terra, rappresenti questa apertura della fede cristiana a tutto il mondo”. Il cardinale ha quindi fatto riferimento a tre “avvenimenti” in corso: la preparazione al XXVII Capitolo generale della Congregazione salesiana, incentrato sulla radicalità evangelica; la preparazione al bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione (1815); la celebrazione di alcuni giubilei sacerdotali e anniversari di professione religiosa.

“A ciascuno esprimo i miei auguri fraterni – ha esclamato il cardinale –. In questi eventi vi è una storia che si fa sempre più lunga di fedeltà al Signore, non senza sacrifici, ma sempre con l’intima certezza che il Signore non dimentica chi fa di sé per Lui e per la missione a cui ci chiama”. Il cardinale Bertone ha ricordato che è stato Papa Paolo VI a riconoscere nel 1973 all’ateneo salesiano il titolo di “università pontificia”, “che poggia sul lungo e generoso servizio di superiori e docenti, che furono maestri di più generazioni”. “Fare parte di una università, nelle diverse forme di partecipazione – ha evidenziato Bertone –, è un titolo di onore, che richiede impegno di studio e di continuo aggiornamento, secondo gli statuti dell’università, approvati dall’autorità ecclesiastica”, notando che l’UPS “gode di grande stima”, sia “per la valenza scientifica che per la valenza ecclesiale”.

“Anche per voi il bacio al piede della statua di San Pietro e soprattutto la preghiera alla tomba di Pietro e il saluto agli altri Papi, specialmente i Papi che hanno accompagnato la vita di don Bosco e la crescita della Congregazione salesiana – ha quindi concluso il cardinale –, è un modo per attestare la fedeltà operosa ai successori di Pietro e oggi a Sua Santità il Papa Francesco, che ci guida, che ci ha presi sotto la sua cura, con grande generosità, che conosce bene i salesiani e dimostra molta stima. Ed è un modo anche per esprimere la nostra preghiera per lui, per il suo ministero che attrae tanta gente, tanti giovani, e li sospinge verso Cristo, verso il rinnovamento pasquale. Noi speriamo che questa attrazione venga interiorizzata e trasformi i cuori di tanta gente, ma soprattutto i cuori dei giovani”. Prima della benedizione finale, il cardinale Bertone ha portato ai presenti “i saluti e la preghiera di Papa Benedetto e la benedizione di papa Francesco”. Poi in processione si è scesi nelle Grotte Vaticane per la professione di fede presso la tomba di San Pietro.

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