Il Papa: Gesù è il vivente novità di cui dobbiamo fare memoria

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Non avere paura della novità, incontrare un vivente e fare memoria delle sue parole Il ritmo ternario della riflessione ignaziana riecheggia anche nella omelia della notte di Pasqua di Papa Bergoglio Così le donne spaventate quando trovano il sepolcro vuoto sono un po’ come noi che abbiamo paura delle novità Ma poi l’incontro con il Vivente ci fa capire che non dobbiamo rimanere davanti ad una tomba vuota, ma dobbiamo fare memoria ricordare tutto quello che Gesù ci dice e ci ha detto. Alle ore 20.30 Francesco ha presiedeuto, nella Basilica Vaticana, la solenne Veglia nella Notte Santa di Pasqua. Il Rito ha avuto inizio nell’atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale. Alla processione verso l’Altare con il cero pasquale acceso e il canto dell’Exsultet, ha fatto seguito la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale – nel corso della quale il Papa ha amministrato amministra i Sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima e Prima Comunione) a 4 neofiti, provenienti da: Italia, Albania, Russia e Stati Uniti d’America – e la Liturgia Eucaristica, è stata concelebrata con i Cardinali.

È la madre di tutte le veglie come diceva Sant’Agostino, la veglia della notte di Pasqua è il fulcro della vita cristiana, ma è anche la liturgia che ci porta l’ annuncio più sconvolgente della esistenza, l’annuncio della novità che può spaventare. Così come lo sono state le donne che la mattina di Pasqua non hanno trovato Gesù nel sepolcro. “La novità – ha detot il Papa -spesso ci fa paura, anche la novità che Dio ci porta, la novità che Dio ci chiede. Siamo come gli Apostoli del Vangelo: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato. Abbiamo paura delle sorprese di Dio; abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre!” Le donne che incontrano il vivente, ha detto il Papa, sanno che “nulla rimane più come prima, non solo nella vita di quelle donne, ma anche nella nostra vita e nella storia dell’umanità. Gesù non è morto, è risorto, è il Vivente! Non è semplicemente tornato in vita, ma è la vita stessa, perché è il Figlio di Dio, che è il Vivente (cfr Nm 14,21-28; Dt 5,26; Gs 3,10). Gesù non è più nel passato, ma vive nel presente ed è proiettato verso il futuro, è l’«oggi» eterno di Dio. Così la novità di Dio si presenta davanti agli occhi delle donne, dei discepoli, di tutti noi: la vittoria sul peccato, sul male, sulla morte, su tutto ciò che opprime la vita e le dà un volto meno umano.”

E il Papa ha proseguito con un invito diretto: “Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole.” Il Papa ha completato la sua riflessione con “l’invito a fare memoria dell’incontro con Gesù, delle sue parole, dei suoi gesti, della sua vita; ed è proprio questo ricordare con amore l’esperienza con il Maestro che conduce le donne a superare ogni timore e a portare l’annuncio della Risurrezione agli Apostoli e a tutti gli altri (cfr Lc 24,9). Fare memoria di quello che Dio ha fatto e fa per me, per noi, fare memoria del cammino percorso; e questo spalanca il cuore alla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!”

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