Mons. Nervo: memoria, fedeltà e profezia

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Oggi a Padova si sono svolti i funerali di mons. Giovanni Nervo, fondatore e primo presidente di Caritas italiana. Mons. Antonio Mattiazzo, vescovo della diocesi di Padova lo ha così ricordato: “Mons. Giovanni Nervo, nei suo 94 anni di vita, è stato uno strenuo difensore e sostenitore del vangelo dei poveri. E’ stato una figura emblematica della Chiesa padovana e italiana, a cui ha dedicato la sua vita di prete e di uomo; si è impegnato strenuamente per l’affermazione di una pedagogia della carità così come doveva essere la Caritas nel pensiero di Paolo VI e non ha mai mancato di denunciare ingiustizie o incoerenze. Ma il suo impegno è stato anche avvalorato da un alto senso di responsabilità civile, governata dai valori del cattolicesimo sociale, di cui è stato uno dei protagonisti. Il suo operato è stato più volte riconosciuto anche dalla società civile e gli è valso il riconoscimento della laurea honoris causa dell’Università di Udine nel 1996 e nel 2003 dell’Università di Padova”.

 

Il Vangelo e la Costituzione italiana sono sempre stati i capisaldi su cui costruiva un rapporto umano profondo con tutte le persone, di ogni estrazione sociale e cultura. L’attenzione agli altri, l’accoglienza, l’impegno per la costruzione della ‘città dell’uomo’ li ha concretizzati nella Chiesa, che ha tanto amato, in particolare nella Caritas italiana, nella società, nella scuola come insegnante di religione e nelle istituzioni da lui fondate, la Scuola superiore di servizio sociale di Padova (1951), la Fondazione Emanuela Zancan Centro di studio e ricerca sociale (1964), ora Onlus. Per monsignor Giuseppe Benvegnù-Pasini, presidente della Fondazione Emanuela Zancan, mons. Nervo è stato un eccezionale educatore: “Ha educato, attraverso la sua personale testimonianza di carità vissuta a 360 gradi, a partire dagli ultimi, sollecitando continuamente i politici e la politica a non dimenticarli, a metterli al primo posto nelle scelte istituzionali e sociali. La giustizia, ha sempre sostenuto, viene prima della carità, e insieme devono incontrarsi. Non a caso due dei suoi ultimi libri hanno come tema principale ‘Giustizia e pace si baceranno’. Don Giovanni si è lasciato illuminare, lungo tutta la vita, dalla Parola di Dio”. In occasione dei 40 anni della Caritas Italiana, mons. Nervo ricordò i primi anni, quando papa Paolo VI soppresse la Pontificia Opera Assistenza:

“Ricordo che quando, nel settembre 1972, organizzammo alla Domus Mariae il primo convegno nazionale delle Caritas diocesane, nell’attesa che iniziassero i lavori mi si avvicinò una donna anziana, vestita dimessamente e mi mise in mano una busta con 1.200.000 lire e mi disse che erano gli arretrati della sua pensione sociale. Per me fu un messaggio importante sulla strada da seguire. Fu provvidenziale per l’impostazione e l’avvio della Caritas Italiana il discorso di papa Paolo VI nell’udienza che ci concesse in quel primo convegno. Singolare anche il modo in cui nacque quel discorso. Il maestro di camera, al quale avevo chiesto l’udienza, mi chiese che cosa desideravamo che il Papa ci dicesse. Preso alla sprovvista, chiesi che ci commentasse lo statuto che la Cei ci aveva dato. Fu la stella polare che ci illuminò e ci condusse poi nel nostro cammino”.

E tracciò alcune indicazioni per i prossimi decenni della Caritas: “La necessità di continuare e accentuare la sua prevalente funzione pedagogica. Le nuove povertà e le aumentate disponibilità economiche possono giustamente stimolare le Caritas diocesane a impegnarsi a dar vita ad ‘opere segno’, assorbendo nella loro promozione e gestione molta parte delle energie. Non si tratta di diminuire le ‘opere segno’, ma di farle servire alla ‘prevalente funzione pedagogica’ della Caritas, aumentando il coinvolgimento delle comunità diocesane e parrocchiali, con la conoscenza dei bisogni che si affrontano, dei programmi che si attuano, delle motivazioni e ispirazioni che li muovono, dei risultati e delle difficoltà che si incontrano;… curare maggiormente la promozione e la formazione di autentiche Caritas parrocchiali, che sono il momento e lo strumento fondamentale per esercitare la prevalente funzione pedagogica. E’ compito fondamentale delle Caritas diocesane: se fossero eccessivamente assorbite dalla gestione delle opere, rischierebbero involontariamente e inconsapevolmente di venir meno al loro compito”.

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