Per merito delle “Iene” abbiamo chiarezza. Il parroco pro gay, che “non capisce” il Papa: “A Pasqua benedico, o tutti o nessuno”. È ora di finirla con la menzogna, la misura è colma
Non si placa la polemica strumentale con il responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede, di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi [QUI, QUI, QUI, QUI e QUI], con cui la Santa Sede non esprimeva niente di nuovo e soltanto ricordava e ribadiva, che la Chiesa non può approvare delle unioni omosessuali, benedicendole, perché non ordinati al disegno del Creatore, mentre la Chiesa benedice tutti, anche gli omosessuali (ma non sembra che si stanno mettendo in fila, come neanche le coppie gay). La Chiesa benedice il peccatore, non può benedire il peccato. Niente di nuovo. Un non-notizia.
Mala tempora currunt sed peiora parantur
Visto i tempi cattivi che corronono, e di peggiori che se ne preparano, occorre una ribellione al nuovo totalitarismo. «“In Occidente le persone ripetono a pappagallo slogan in cui non credono come nei paesi comunisti”. Il saggio di Bari Weiss: “Siamo come il fruttivendolo di Václav Havel che espone la scritta ‘lavoratori di tutto il mondo unitevi’”» (Giulio Meotti).
Recita un antico proverbio partenopeo, che prende di mira le persone cocciute e che non vogliono mai trovare la ragione, a lavà a capa ‘o ciuccio se perde l’acqua e ‘o sapone. Letteralmente quest’espressione tutta partenopea significa: “A lavare la testa all’asino si perde acqua, tempo e sapone”. Ovvero, per fare capire una cosa ad un testardo si perde tempo e denaro. Si sa che lavare un asino, che ha la testa ben dura, non è cosa facile e che, spesso, se uno gli vuole lavare la testa per farlo stare più pulito, con molta fatica e dispendio di energie, tempo e materie prime (acqua e sapone), l’asino si ritroverà, come prima, completamente sporco. Ecco perché, quindi, a lavare la testa di un asino è cosa inutile. Questo proverbio si usa soprattutto quando si vuol convincere qualcuno a procedere in maniera contraria a ciò che pensa, quando, insomma, si vuol far cambiare idea ad una persona e questa invece, nonostante l’evidenza dei fatti e delle argomentazioni a supporto, continua a pensarla come prima. Inutile insistere perché è tempo perso. Per questo non ci provo nemmeno, scrivendo invece per i nostri attenti lettori, per fornire elementi sulla via della metacognizione.
Era necessario pubblicare il responsum?
Comprensibile che un attento lettore si è chiesto, se “la Chiesa Cattolica Romana non poteva fare a meno di pubblicare il responsum sull’impossibilità della benedizione delle unioni omosessuali, invece di creare tutto questa fracasso. Tanto, io credo che nessuno di queste persone chiede la benedizione del loro stile di vita, anzi queste coppie omosessuali ne fanno a meno di tutto questo. Quindi creare tutto questo polverone a chi serve? E per che cosa?”.
Sembra che il responsum era indirizzato alla Germania e alcuni altri Paesi nordici. Comunque, chi benediceva queste (rarissime, come ha osservato correttamente questo attento lettore) copie omosessuali che lo chiedono, continuerà a farlo. Il parroco di Bonassola e Framura, Don Giulio Mignani che ha fatto la sceneggiata arcobalena la Domenica delle Palme, nell’intervista a Elisa Messina per il Corriere della Sera del 29 marzo 2021 [«La Chiesa dica che l’amore omosessuale non è peccato: quando l’ho detto io all’omelia è partito l’applauso». «Sono un prete da fughe in avanti» dice il parroco di Bonassola: ieri non ha benedetto ulivi e palme in segno di protesta contro il documento della Congregazione della Fede che nega la benedizione alle unioni gay], alla domanda: “Ci sono coppie gay che hanno chiesto la sua benedizione?”, ha risposto: “Per adesso no”. Mai avuto richiesta per benedire una coppia omosessuale. Ecco, detto tutto: ha fatto una tempesta in un bicchiere d’acqua per motivi ideologici arcobaleni.
D’altronde, il responsum ha portato niente di nuovo, ha solo ribadito la dottrina e il magistero, esposti in diversi documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede, a partire dal 1996, come elencato QUI.
Poi, i preti cattolici che non accettavano la dottrina cattolica al riguardo prima, non lo faranno adesso. Tutto il rumore della protesta è politico nell’ambito della nota lobby arcobaleno e ideologia gender. Vogliono benedizioni delle coppie omosessuali per ragioni politiche (sanno bene che la Chiesa non può), non spirituali, visto che la Chiesa benedice da sempre tutti, inclusi gli omosessuali (e anche questo sanno bene, ma lo tacciono).
Il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Responsabile del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca ha spiegato bene, comprensibile per tutti con il cervello acceso [QUI], che anche la Chiesa Ortodossa Russa non benedice le unioni omosessuali, poiché sono peccaminose e che questo è un punto in comune con la Chiesa Cattolica Romana. “Non benediciamo il modo di vivere peccaminoso degli omosessuali, ma benediciamo la persona umana”, ha osservato il Metropolita Hilarion: “Diciamo: se vuoi salvarti, dovresti rinunciare alla vita in peccato”. Questo è quanto stabilisce esattamente il Catechismo della Chiesa Cattolico, che preti come il parroco di Bonassola e Framura, non possono non conoscere, quindi rifiutano.
Come ha sottolineato il Metropolita Hilarion – che il cervello lo ha ben acceco – nel responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede NON è scritto che la Chiesa non vuole benedire gli omosessuali, perché la Chiesa benedice tutti, peccatori inclusi (che siamo tutti noi). Ma la Chiesa non può benedire il peccato (e quindi neanche le unioni tra persone dello stesso sesso). C’è una bella differenza, che viene chiarita in modo limpida, per l’ennesima volta dalla Santa Sede, con l’approvazione del Papa.
Sì, era necessario pubblicare il responsum, non per provare a portare a più saggi consigli i “ciucci”, che nella loro testardaggine ideologica non si convertiranno (ce lo dice il provverbio partonepeo), ma per confermare nella Fede e nella Verità il Popolo di Dio. Quei “semplici” di cui parla il Vangelo e di cui si dimentica il “prete pro gay”, dando scandalo ai “piccoli”.
Il responsum ha il sommo merito di aver provocato la divisione della zizzania del grano buono, distinguere chi sono i veri “amici” del Papa e chi i suoi “nemici”, che fino a ieri scomunicavano tutti coloro che osavano criticare, non il Papa ma alcuni dei sui metodi e atti.
Il Metropolita Hilarion ha avuto il merito – serviva un alto prelato russo ortodosso per ricordare l’insegnamento, il magistero e la tradizione della Chiesa Cattolica Romana – di aver punto in dito dritto verso il motivo di tutta la caciara strumentale contro il responsum (che – lo ripetiamo – non stabilisce niente di nuovo, che non si sapesse ancora). Il Metropolita Hilarion ha sottolineato, che in Occidente i lobbisti dell’ideologia gender dettano le condizioni LGBTQ+. Ha osservato che in Occidente l’ideologia del gender viene inculcata ai bambini in età scolare e persino in quella prescolare. Ha sottolineato che i lobbisti dell’ideologia gender dettano le loro condizioni ai politici e chiedono delle misure sempre nuove per diffondere l’influenza dell’ideologia gender. Una delle conseguenze di questa politica lobbista e propagandistica, ha costatato il Metropolita Hilarion è l’aumento notevole dei cittadini degli Stati Uniti che si identificano con LGBTQ+. Questo non è un risultato dei processi biologici. È un risultato dell’influenza dell’ideologia gender, ha sottolineato il metropolita Hilarion.
Il parroco pro gay che non capisce il Papa alle Iene: “A Pasqua benedico, o tutti o non nessuno”
«Se una persona è gay e cerca Dio, chi sono io per giudicarlo”. Mignani dice: “Questa frase non mi è piaciuta tantissimo. A una coppia eterosessuale si dice: ‘Chi sono io per giudicare?’. No, e allora perché dirlo a una coppia omosessuale» (Don Giulio Mignani).
“Semplice osservazione: quanti nei mesi scorsi hanno manifestato perplessità su alcune scelte della gerarchia ecclesiale, sono stati accusati di essere contro il Papa e la Chiesa. Ora gli stessi paladini si sono avocati il diritto di critica che hanno negato agli altri” (Don Salvatore Lazzara).
Infatti, il responsum ha suscitato forti segni di ribellione e disobbedienza, con scatti di rabbia nel penoso caso del Vescovo di Antwerpen in Belgio, anche da parte di Vescovi di Austria, Germania e USA. Cosa lapidariamente espresso nel titolo del servizio delle Iene del 2 aprile 2021 di Giulio Golia che ha incontrato Don Giulio Mignani [QUI]: «Prete pro gay: “Faccio fatica a capire quale sia il vero pensiero del Papa”».
Del rifiuto di Mignani di benedire le palme e i ramoscielli d’olivo, finché non potrà fare altrettanto con le coppie omosessuali, si è parlato molto questa settimana. Un gesto di protesta verso il responsum con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ricordato che la Chiesa benedice tutti, anche gli omosessuali, ma non è possibile per la Chiesa di benedire le unioni di persone dello stesso sesso: “La decisione di non benedire le palme era precedente all’uscita del documento. Poi ho aggiunto quest’altro significato”, dice Mignani alle Iene. Ecco, trovato il bastone per menar il cane.
Sul gesto di Mignani ancora molte parole verranno spese. Anche perché alle Iene ha riassunto tutto la sua cocciutaggine: “A Pasqua benedico, o tutti o nessuno”. Gli interventi paterni del suo Vescovo e neanche il recente comunicato della Curia della Spezia-Sarzano-Brugnato, dopo lo scandalo della Domenica delle Palme [QUI], ha portato il parroco ribelle di Bonassola e Framura a più saggio consigli. Pare che dovranno arrivare inevitabilmente delle misure ecclesiastiche più drastiche.
Non ci vuole “coraggio” – come pensa il parroco di Bonassola e Framura – per dire che “siamo tutti benedetti da Dio, prima che dalla Chiesa”, perché è la verità. Ma per chiedere “come possa una affermazione così vera fare scandalo”, si deve prima spegnere il cervello (ammettendo che è mai stato acceso e non rimasto a livello di “ciuccio”). Fa solo scandalo, che un prete cattolica pensa e dice tali stupidaggini. Cosa gli avranno insegnato al seminario, o cosa avrà capito lui, ex bancario vocazione tardiva?
Poi, per quanto riguarda l’appello a firmare la petizione a favore del Disegno di legge liberticida Zan (formalmente contro l’omotransfobia, ma inutile, dannoso e pericoloso [QUI]), che anche in questa settimana è stata al centro del dibattito politico (in piena emergenza sanitaria e crisi economica che spinge milioni di italiani nella povertà), riducendo il tutto a “non tutti sono d’accordo sulla sua approvazione come il leghista Simone Pillon”, Mignani commenta, dimostrando la sua cocciutaggine: “Stanno facendo la caccia alle streghe. Nella loro idea c’è che vogliono eliminare l’uomo o la donna, ma si vuole solo educare a un rispetto totale e sull’accoglienza”. Incredibile ma vero e pare che ci crede pure. Il minimo che si può dire che dovrebbe informarsi, e pensare, prima di fare uscire delle parole dalla bocca.
“Mettendosi nei panni anche di quei genitori eterosessuali che possono avere figli omosessuali”, Mignani dice che quello che più sorprenderebbe dal responsum, è che Papa Francesco sembrava avesse manifestato apertura verso gli omosessuali (cfr. la polemica succitata l’ottobre scorso dal docufilm “Francesco” del regista russo Evgeny Afineevsky, di cui abbiamo parlato più volte [QUI]): “Hanno diritto di essere parte di una famiglia. Se una persona è gay e cerca Dio, chi sono io per giudicarlo”. Mignani dice: “Questa frase non mi è piaciuta tantissimo. A una coppia eterosessuale si dice: ‘Chi sono io per giudicare?’ No, e allora perché dirlo a una coppia omosessuale. Faccio fatica a capire quale sia il vero pensiero del Papa”.
Osservano le Iene: «Don Giulio non è nuovo per le sue battaglie “eterodosse” a favore dei divorziati, delle adozioni gay e sul fine vita. “Faccio queste critiche perché voglio bene alla Chiesa. Gli omosessuali possono fare a meno della nostra benedizione per loro c’è Dio. È la Chiesa a rimetterci. Non c’è nessuno che possiede la verità”. In questi giorni Don Giulio ha avuto modo di parlare della sua presa di posizione anche con il vescovo. Su quanto accaduto ha emesso un comunicato “si sta valutando in merito nelle opportune sedi a tenore della normativa canonica vigente”. “So solo che ne val la pena, qualsiasi sia il prezzo”».
«È ora di finirla con la menzogna, la misura è colma»
Come ha osservato in un commento un attento lettore su Facebook, alle Iene il parroco di Bonassola e Framura, che pretende di poter dare la benedizione alle coppie gay, anche se ha ammesso nell’intervista al Corriere della Sera, di non aver mai avuto una richiesta tale, «ha sparato una serie di idiozie e falsità contro la Chiesa, affermando di essere in sintonia con Gesù. Ora sta simulando la commozione, in sottofondo una musichetta zuccherina. Ora una domanda provocatoria e concordata: cosa ne pensi del preservativo? Ovviamente anche in questo caso il suddetto prete si dice favorevole e anche in questo caso è la Chiesa che sbaglia».
L’attento lettore prosegue: «Finito il servizio, il presentatore dice: “E facciamola ‘sta legge Zan, no?”. Cosa c’entra? In pratica si lascia intendere che se ci fosse la suddetta legge, i sacerdoti sarebbero costretti a benedire il peccato, a sposare coppie dello stesso sesso, a non citare la Genesi, pena la galera.
“E facciamola ‘sta legge Zan, no?”. NO! Vedo montare una cattiveria inaudita contro la Chiesa, persino contro il Papa, fino a pochi giorni fa idolo di tutti i liberal nichilisti. La Chiesa NON può benedire le coppie gay, così come NON può benedire le coppie fuori dal matrimonio, così come NON può benedire il peccato in generale. Può e deve benedire i singoli che lo chiedano sinceramente, fermo restando che non significa assolvere dal peccato ma benedire una persona, non le sue relazioni. Un omosessuale può essere benedetto, la coppia omosessuale no!
Fino a pochi giorni fa nessun progressista sentiva il bisogno di una benedizione. Oggi la rivendicano, ma senza capire la differenza tra persona e azione, tra peccatore e peccato. Saranno in buonafede o saranno ignoranti a tal punto?
Questo sacerdote terminerà le sue celebrazioni con “vi benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio, Spirito Santo”, credendo che alcuni colleghi siano soliti aggiungere “tranne chi vive nel peccato, soprattutto gli omosessuali”? Non penso proprio, e allora capirà, in Seminario qualcuno gli avrà spiegato la differenza tra accoglienza del peccatore e tolleranza zero verso il peccato! Mi aspetto un gesto eclatante del suo vescovo, capisco che si tirerebbe addosso l’ira funesta dei Fedez e di chi commenta cose che non gli competono e che non capisce, ma chi se ne frega. È ora di finirla con la menzogna, la misura è colma».
Non ho altro da aggiungere.
Articoli precedenti
– Parroco di Bonassola e Framura: “Se non posso benedire coppie gay, benedico neppure palme”. Ribellione sul sentiero dello scisma contro il “responsum” della Congregazione per la Dottrina della Fede – 29 marzo 2021
– Comunicato Stampa della Curia della Spezia-Sarzano-Brugnato a seguito di esternazioni e atti di Don Giulio Mignani nella Domenica delle Palme – 30 marzo 2021