La Segreteria di Stato, incompetente in materia, ha emanato per la Basilica di San Pietro direttive contrarie alla disciplina della Chiesa universale. Il Cardinale Burke chiede la revoca immediata
La Prima Sezione della Segreteria di Stato, guidata dal Sostituto per gli Affari Generali, l’Arcivescovo Edgar Peña Parra con una Nota del 12 marzo ha disposto che dal 22 marzo 2021 non sarà più permesso di celebrare delle Sante Messe individuali nella basilica di San Pietro, celebrate da un prete da solo, senza fedeli, e la drastica riduzione, con la limitazione ad un solo altare, nella cripta della Basilica, per le Sante Messe nella Forma Straordinaria del Rito Romano. Tre sono i destinatari: il Commissario Straordinario della Fabbrica di San Pietro, Mons. Mario Giordana, incaricato dell’amministrazione e della manutenzione della basilica; i Canonici del Capitolo Vaticano e il Servizio Celebrazioni Liturgiche della Basilica. Ben diversa è stata finora la prassi nella Basilica di San Pietro, con tanti sacerdoti che ogni mattina celebrano la Messa sugli altari laterali della basilica, spesso da soli e spesso nella Forma Straordinaria del Rito Romano.
All’inizio c’era il dubbio sull’autenticità della Nota della Seconda Sezione Segreteria di Stato, non firmata e non protocollata. Risulta autentica e molte domande rimangono riguardante le violazioni del diritto canonico e della dottrina della Chiesa Cattolica Romana. Certamente il Sostituto della Segreteria di Stato (che ha siglato la lettera, ma non firmato) si riterrà competente in materia perché si rivolge al Commissario Straordinario della Fabbrica di San Pietro, però nel contempo snobba l’Arciprete fresco di nomina papale, il Cardinale Mauro Gambetti, O.F.M.Conv. (e possiamo immaginare cosa ne pensa). Siamo ancora in attesa di una Dichiarazione in merito da parte della Sala Stampa della Santa Sede. Intanto riportiamo in una nostra traduzione italiana di lavoro dall’inglese la Dichiarazione del Cardinale Raymond Leo Burke, che presenta il clamoroso caso e formula in modo chiaro il punctum dolens della questione [QUI in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco]. Va tenuto presente che il Cardinale Burke è uno dei massimi esperti di diritto canonico, già Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Presidente della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano e Presidente della Commissione per gli Avvocati dal 2008 al 2014.
Dichiarazione sull’Offerta della Santa Messa nella Basilica Papale di San Pietro
[Nostra traduzione italiana di lavoro dall’inglese]
Il 12 marzo 2021, la Prima Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato di Papa Francesco ha pubblicato un documento contenente alcune disposizioni riguardanti l’offerta della Santa Messa nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. Il documento è indirizzato al Commissario Straordinario della Fabbrica di San Pietro, Istituto Canonico preposto alla cura della Basilica Papale, ai Canonici del Capitolo Vaticano e al Servizio Celebrazioni Liturgiche della Basilica. Sia la forma che il contenuto del documento sostengono giustamente le preoccupazioni più profonde dei fedeli e, soprattutto, dei sacerdoti. Le preoccupazioni riguardano non solo la Basilica Papale di San Pietro, ma la Chiesa universale, in quanto la Basilica Papale di San Pietro è, in modo particolare, la casa spirituale di tutti i cattolici e, come tale, dovrebbe essere un modello della disciplina liturgica per le Chiese particolari.
Per quanto riguarda la forma del documento, ci sono diverse preoccupazioni.
1. Si tratta di un documento non firmato della Prima Sezione della Segreteria di Stato, senza numero di protocollo, che legifera sull’aspetto più sacro della vita della Chiesa, l’offerta della Santa Messa. Porta il sigillo della Prima Sezione con le iniziali. Sebbene il documento appaia autentico, cioè non contraffatto, non si può ritenere che sia un documento contenente una legislazione valida per la Sacra Liturgia.
2. La Segreteria di Stato non è competente per la disciplina liturgica della Chiesa e, in particolare, per la disciplina liturgica presso la Basilica di San Pietro in Vaticano. Giustamente, ci si chiede con quale autorità la Segreteria di Stato abbia emanato direttive contrarie alla disciplina della Chiesa universale. Un’ulteriore domanda riguarda quale processo sia stato seguito per arrivare alla pubblicazione di un documento così anomalo.
3. Data l’incompetenza della Segreteria di Stato in materia, i fedeli hanno diritto di sapere quale autorità competente ha dato mandato alla Segreteria di Stato di legiferare in merito alla Sacra Liturgia, cioè di emanare direttive in merito all’offerta dei Santa Messa nella Basilica Papale di San Pietro.
4. La Basilica Papale di San Pietro in Vaticano ha ora un Cardinale Arciprete, ma il documento in questione non gli è stato comunicato ufficialmente. Né si fa riferimento alla sua responsabilità per la disciplina liturgica della Basilica affidata alle sue cure.
Anche il contenuto del documento è fonte di profonde preoccupazioni.
1. Il documento suppone che le Sante Messe nella Basilica di San Pietro siano attualmente offerte in un clima privo, in qualche misura, di raccoglimento e decoro liturgico. Questa non è certamente la mia esperienza. Conosco molti sacerdoti, residenti a Roma e visitatori di Roma, che hanno celebrato o celebrano regolarmente la Santa Messa nella Basilica di San Pietro. Pur avendo espresso a me la loro profonda gratitudine per l’opportunità di celebrare la Santa Messa in Basilica, non hanno indicato che il clima in cui hanno celebrato la Santa Messa in Basilica fosse in alcun modo privo di riverenza, raccoglimento e dignità che si addice al Sacramento dei Sacramenti.
2. Il documento impone la concelebrazione ai sacerdoti che desiderano offrire la Santa Messa nella Basilica di San Pietro, il che è contrario al diritto ecclesiale universale e che condiziona ingiustamente il dovere primario del singolo sacerdote di offrire quotidianamente la Santa Messa per la salvezza del mondo (Can. 902). In quale chiesa più che nella Basilica di San Pietro un sacerdote desidererebbe offrire la Santa Messa, che è il modo più perfetto e pieno con cui svolge la sua missione sacerdotale. Se un singolo sacerdote desidera offrire la Santa Messa in Basilica, una volta in vigore le direttive in questione, sarà costretto a concelebrare, in violazione della sua libertà di offrire la Santa Messa individualmente.
3. Riguardo all’offerta individuale della Santa Messa, si deve osservare che non si tratta solo di un diritto del sacerdote ma anche di grande frutto spirituale per tutta la Chiesa, poiché gli infiniti meriti del Santo Sacrificio della Messa sono applicati più ampiamente e ampiamente in un modo che si addice alla nostra natura finita e temporale. È utile riflettere sull’insegnamento del Concilio di Trento, sulla situazione di un sacerdote che offre la Santa Messa senza che alcun fedele riceva la Santa Comunione. Riguardo alla partecipazione dei fedeli alla Santa Messa, il Concilio insegna: “Il Santo Concilio vorrebbe certamente che i fedeli presenti ad ogni Messa comunichino in essa non solo per devozione spirituale ma anche per ricezione sacramentale dell’Eucaristia, in modo che i frutti di questo santissimo sacrificio potessero essere loro in modo più pieno”. Si prosegue affermando: “Ma, se questo non sempre avviene, il Concilio non per questo condanna come messe private e illecite [Can. 8] in cui comunica solo il sacerdote. Piuttosto, le approva e le elogia, perché anch’esse dovrebbero essere considerate Messe veramente comunitarie, in parte perché le persone comunicano spiritualmente in esse e in parte perché sono celebrate da un pubblico ministro della Chiesa, non solo per il suo bene, ma per tutti i fedeli che appartengono al corpo di Cristo” (Sessione XXII, Capitolo 6). Va inoltre osservato che un sacerdote non offre mai la Santa Messa da solo, anche se non c’è nessun altro fisicamente presente, poiché gli angeli ei santi assistono ad ogni offerta della Santa Messa (Can. 903).
4. Per quanto riguarda la Forma Straordinaria del Rito Romano, che il documento chiama falsamente Rito Straordinario, il documento si riferisce a “sacerdoti autorizzati”, ma nessun sacerdote in regola ha bisogno dell’autorizzazione per offrire la Santa Messa secondo la Forma Straordinaria del Rito Romano (Motu proprio Summorum Pontificum, Art. 2). Inoltre, il documento limita l’offerta della Santa Messa secondo la Forma Straordinaria o Usus Antiquior del Rito Romano nella Basilica Papale di San Pietro alla Cappella Clementina, in quattro orari fissi. Si suppone dunque che, ogni giorno, solo quattro sacerdoti potranno celebrare la Santa Messa secondo l’Usus Antiquior nella Basilica Papale di San Pietro? Poiché il diritto della Chiesa universale consente al singolo sacerdote, in tali circostanze, di offrire la Santa Messa, secondo la Forma Ordinaria (Usus Recentior) o la Forma Straordinaria (Usus Antiquior), la direttiva in questione è in diretta violazione del diritto della Chiesa universale.
5. Il documento stabilisce inoltre che le Messe concelebrate siano animate liturgicamente dal servizio di lettori e cantori. Sebbene la disciplina liturgica della Chiesa preveda il servizio di lettori e cantori, non è loro scopo animare la Sacra Liturgia. Solo Cristo, nella cui persona agisce il sacerdote, anima la Sacra Liturgia. Pertanto, non si deve pensare che l’offerta individuale della Santa Messa sia in qualche modo meno animata, nel vero senso spirituale, della Messa concelebrata.
6. Per il bene della fede cattolica e per il buon ordine della Sacra Liturgia, espressione più alta e più perfetta della vita della Chiesa in Cristo, il documento in questione dovrebbe essere revocato immediatamente, cioè prima della sua presunta data di efficacia del 22 marzo prossimo. Inoltre, il pensiero che sta alla base di tale documento dovrebbe essere corretto, mentre la disciplina della Chiesa universale e la dottrina liturgica che ne è alla base viene esposta ai fedeli.
In conclusione, la disciplina della Chiesa riconosce il diritto, e anzi il dovere, dei fedeli cristiani di far conoscere ai loro pastori le loro preoccupazioni riguardo a questioni che riguardano il bene della Chiesa e, allo stesso modo, di far conoscere tali preoccupazioni a tutti i fedeli cristiani (Can. 212 §3). Data la gravità della situazione rappresentata dal documento in questione, mi auguro che molti dei fedeli cristiani per i quali la Basilica di San Pietro è, in un senso particolare, la loro chiesa madre, e, soprattutto, molti sacerdoti di tutto il mondo. il mondo farà conoscere a Papa Francesco e alla sua Segreteria di Stato la loro forte opposizione al documento in questione.
Raymond Leo Cardinal BURKE
Roma, 13 marzo 2021
Postilla
1. Singularem celebrandi
“Salva tamen semper sit cuique sacerdoti facultas Missam singularem celebrandi” (Resti sempre però ad ogni sacerdote la facoltà di celebrare la messa individualmente” (Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, paragrafo 57, parte 2, punto 2).
Sacrosanctum Concilium è il documento del Concilio Vaticano II che stabilisce i parametri generali e formula alcune linee guida specifiche, su come celebrare la Santa Messa per renderla spiritualmente più efficace e feconda per la vita del Popolo di Dio. Fu il primo documento in assoluto promulgata dal Concilio Vaticano II, al termine della seconda sessione nell’autunno del 1963. Dopo essere stata votata favorevolmente dai Padri conciliari, la Costituzione fu promulgata da Papa Paolo VI il 4 dicembre 1963.
Pertanto, sulla base di questo punto, si può sostenere che i Padri conciliari hanno espressamente stabilito che un prete cattolico ha e sempre dovrebbe avere il diritto di celebrare la Santa Messa individualmente, senza la necessità che qualcun altro fosse presente e anche senza la necessità di avere altri sacerdoti presenti per concelebrare. Questo sembra un elemento importante da tenere presente quando si cerca oggi, quasi 60 anni dopo, lo “spirito conciliare” su tali questioni liturgiche.
14 marzo 2021
2. Nello Stato della Città del Vaticano non si muove foglia che Bergoglio non voglia
Le disposizioni emanate con l’insolito documento della Segreteria di Stato, che impartisce – fuori dalle proprie competenze, in violazione del diritto canonico e della dottrina della Chiesa Cattolica Romana – disposizioni per le funzioni liturgiche nella Basilica papale di San Pietro, sarà effettiva a far data dal 22 marzo 2021. Da quel giorno non sarà più permesso celebrare delle Sante Messe individuali nella Basilica di San Pietro, celebrate da un prete da solo, senza fedeli, e la drastica riduzione, con la limitazione ad un solo altare, nella cripta della Basilica, per le Sante Messe nella Forma Straordinaria del Rito Romano.
Si riceve conferma certa – da fonte interna – che l’autore di tale disposizione è il Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e che la sigla sul timbro della Nota è autentica, cioè suo. Questo a conferma che il Sostituto è solo un fedele esecutore di ordini superiori. Lo era Becciu, lo è Peña Parra.
Inoltre, si apprende – dalla medesima fonte interna – che l’insolita disposizione è stata emessa per volontà di Papa Francesco. Quindi, il motivo della comunicazione impartita con questa inconsueta e irrituale modalità è l’assoluta discrezione richiesta dal Pontefice, affinché la disposizione venisse recepita con un basso profilo.
Il tempismo con la quale è stata emessa questa Nota è sorprendente – non è passato neanche un mese – dalla rinuncia per raggiunti limito di età del Card. Angelo Comastri [QUI]. Tutto ciò rende bene l’idea – e ci convince – che l’operazione è stata organizzata da tempo.
Il documento viene inoltrato come una Nota interna, per la quale è prassi del Sostituto apporre solo una sigla. Ma c’è di più. Il documento è privo del numero di protocollo, segno evidente che del documento non si deve lasciare un tracciamento ufficiale.
Il Sostituto ha eseguito ciò che il Papa ha ordinato e l’ha fatto con la discrezione richiesta. Il Cardinale Burke ha dichiarato illegittima la disposizione, in quanto è fuori dalla competenza della Segreteria di Stato. Per questo il Cardinale Burke ne ha richiesto il ritiro prima del 22 marzo p.v., data di entrata in vigore della stessa.
Rimane la domanda cruciale in questo strano caso – per usare un eufemismo: se il documento è stato richiesto dal Papa, nonostante la violazione del diritto canonico e della Dottrina della Chiesa Cattolica Romana, la disposizione è legittima?
15 marzo 2021
3. “No vuela un chajá en la pampa sin que lo sepa el Sr. Cardenal”
In un articolo su un blog argentino del 3 settembre 2012 è stato descritto lo stesso modus operandi che il Cardinale Bergoglio usava in Argentina per avere tutto sotto il suo controllo. Il blog descriveva che Bergoglio aveva piena conoscenza dei sacrilegi commessi nella sua diocesi, «porque se sabe muy bien que su servicio de información es lo suficientemente aceitado para que “no vuela un chajá en la pampa sin que lo sepa el Sr. Cardenal”» (perché è risaputo che il suo servizio di informazione è sufficientemente oliato in modo che “un chauna torquata non voli nella pampa senza che il Signor Cardinale lo sappia”). Il blog ha scritto che il Cardinale Bergoglio, in violazione della dottrina cattolica, ha permesso a una coppia omosessuale di adottare bambini. Si tratta del caso del famoso transessuale argentino Roberto Trinidad, che nel 2010 è stata legalmente riconosciuta come “donna” e ha cambiato il suo nome legale in “Florencia De La V”, il primo a farlo in Argentina. Ha sposato un dentista, suo partner dal 1998. Nel 2011, un anno dopo, “Florencia” e suo marito hanno comprato un ovulo e affittato un utero da una madre surrogata in un istituto della California. Sono nati Paul Alexander e Isabella, che Florencia De La V ha adottato con il suo partner omosessuale. Il blog argentino ha scritto che uno dei preti di Buenos Aires (Jorge Ignacio García Cuerva, poi nominato da Papa Francesco Vescovo titolare di Lacubaza e Ausiliare della Diocesi di Lomas de Zamora) ha dato la comunione sacrilega alla coppia in occasione del battesimo dei bambini [QUI e QUI].
16 marzo 2021
Maternità surrogata. Violenza su donne e bambini. Inumana pratica, illegale in Italia – 11 marzo 2021
Quello che Papa Francesco pensa dell’ideologia del gender. “Un grande nemico del matrimonio”. “I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma” – 17 marzo 2021
Foto di copertina: La Nota affissata sulla porta dell’ingresso privato laterale della Sacrestia di San Pietro (Foto di John Horswath via Edward Pentin).