Solidarietà alla Comunità Progetto Sud per atti intimidatori contro i lavoratori
Nei giorni scorsi sono stati denunciati atti intimidatori rivolti ai lavoratori e alle lavoratrici della Comunità ‘Progetto Sud’ a Lamezia Terme che operano nel bene confiscato di via dei Bizantini: gomme squarciate in pieno giorno sono la brutta sorpresa che quattro degli operatori della casa ‘Pensieri & Parole’ hanno trovato negli ultimi 8 giorni alla fine del turno.
Sette gli episodi denunciati che riportano al centro la sicurezza del gruppo sociale fondato da don Giacomo Panizza nel 1976. Denuncia che è già sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio, il quale ha riferito all’attenzione della Dda dei dottori Nicola Gratteri e Vincenzo Capomolla per chiedere un intervento deciso a sostegno delle attività sociali e produttive della ‘Comunità Progetto Sud’.
Di fronte a tali episodi don Giacomo Panizza, presidente di ‘Progetto Sud’, è stato lapidario nel commento: “La novità è che è sempre successo a me o ai beni che sono della Comunità. Questa volta a chi lavora qui. Il lavoro di questi anni è stato portato avanti con dignità e con la cultura della legalità e del lavoro pulito e regolarmente retribuito, proprio qui, nel primo bene confiscato e assegnato della città”.
il segretario Regionale della Cgil, Angelo Sposato, ha chiesto la presenza dello Stato: “Lo Stato deve fare qualcosa in più. La presidenza del Consiglio dei Ministri deve assumersi la responsabilità di attenzionare la Calabria…
Quando si cerca di colpire il lavoro si vuole colpire il germoglio della legalità e la Comunità Progetto Sud e don Giacomo Panizza sono capisaldi di questa cultura da sostenere. Chiederemo che il Governo ci metta la faccia e che Progetto Sud non venga lasciata sola. Se necessario ci costituiremo parte civile”.
Anche Maria Teresa Morano ha portato la solidarietà dell’associazione Antiracket di Lamezia Terme: “Chiediamo alle Istituzioni di fare la loro parte ma anche alla Cittadinanza di prendere posizione netta di condanna. Il problema è la presenza di una criminalità che non è quella di quindici anni fa ma prendiamo atto che sta mancando la società civile.
Non si può delegare a chi già sta facendo. Lo chiediamo invece a chi passa di qua, in una strada così trafficata e dice di non vedere quando accadono questi fatti criminosi… E’ necessario fare rete in maniera continuativa, è necessario per poter costruire uno scudo sociale importante”.
Subito il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), a cui la ‘Comunità Progetto Sud’ aderisce, ha espresso la solidarietà: “Esprimiamo la vicinanza di tutto il CNCA alla Comunità Progetto Sud, organizzazione che è stata tra i fondatori della federazione.
Comunità Progetto Sud è uno di quei presidi di legalità, oltre che di attenzione agli ultimi, che svolgono sui territori un ruolo fondamentale, ancor più dove è forte la presenza mafiosa. E’ proprio per questa funzione preziosa per tutto il tessuto sociale che, periodicamente, subisce pressioni e minacce da parte dei circuiti criminali.
Noi siamo al fianco degli operatori della Comunità nel lavoro che svolgono. Un abbraccio a Giacomo Panizza, Marina Galati e a tutti gli operatori della Progetto Sud”.
Anche mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Cec e arcivescovo di Catanzaro-Squillace, ha condannato l’intimidazione: “La Conferenza episcopale calabra, esprime la propria indignazione per l’ennesimo atto intimidatorio ai danni del personale e delle strutture della Comunità Progetto Sud, diretta da don Giacomo Panizza, impegnata ormai da anni in una preziosa opera di rilancio dell’azione sociale, culturale, educativa e professionale nella Calabria intera, in territori oppressi dalla presenza della ‘ndrangheta”.
Infine la Cec ritiene “doveroso far sentire pubblicamente la propria vicinanza perché non passi mai l’idea che quanti sono in prima fila nella lotta per la legalità possano rimanere da soli, a causa del silenzio o dell’indifferenza altrui: non è certo tempo per spendere parole vuote, è come non mai tempo per scegliere parole giuste, esempi luminosi, testimonianze credibili”.
Pure il Forum delle Associazioni familiari regionale chiede di mantenere alta l’attenzione di fronte a tali intimidazioni: “Agli encomiabili operatori, alle loro famiglie e a tutta la Comunità va la nostra concreta vicinanza e solidarietà. Questo fango mafioso che, mettendo paura, vuole infiltrarsi nella parte sana e operativa della nostra Calabria da sempre vicina alle persone più deboli e fragili mostra tutta la sua pochezza e questo ennesimo e vile atto, è un segno di debolezza, perché evidentemente la cultura della legalità spaventa e toglie il terreno sotto i piedi.
Occorre monitorare attentamente gli accadimenti poiché c’è il rischio che la criminalità organizzata facendo leva sulle difficoltà del momento emergenziale e dei bisogni delle persone deboli, voglia infiltrarsi nei finanziamenti delle politiche sociali e gestirli come un’ulteriore opportunità di espansione dell’economia criminale”.
Anche le Acli nazionali e le Acli della Calabria hanno ribadito “la loro piena solidarietà alla Comunità Progetto Sud, al suo fondatore e ai dipendenti e volontari che resistono e combattano ogni giorno una battaglia di civiltà e di affermazione dei diritti di libertà e condannano le intimidazione rivolte al fondatore del gruppo sociale ‘Pensieri & Sorrisi’, e alle lavoratrici e ai lavoratori… L’esperienza della comunità fondata da don Giacomo Panizza prova a dare dignità e lavoro ad una terra che si ribella alla malavita”.
(Foto: Comunità Progetto Sud)