Gli ebrei e Gesù assenti dall’evento “abramitico” del Papa a Ur. Assente pure i yazidi

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L’incontro interreligioso a Ur – luogo di nascita di Abramo – ha emarginato gli ebrei, i suoi discendenti, la minoranza irachena più perseguitata, ha osservato Church Miliant e “nonostante l’assenza degli ebrei, Vatican News ha twittato due notizie annunciando in entrambi i tweet che Papa Francesco aveva incontrato “rappresentanti delle tre religioni abramitiche” ed era stato “raggiunto da musulmani, ebrei e cristiani nella città irachena di Ur”.

La tenda interreligiosa di Papa Francesco nella Piana di Ur.

Poi, nel suo discorso [QUI] – osserva Church Militant – Papa Francesco non ha menzionato Gesù nemmeno una volta. Con la sparizione di Gesù e degli ebrei, in pratica a Ur è rimasto con forza solo il terzo dei monoteismi, l’islam. Infine, per la preghiera che concludeva l’evento non ha usato la formula trinitaria standard, né il nome di Gesù. Sul blog Roma-perenne Maria Guarini ha definito il Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Iraq il “più filo-islamico di tutti i tempi”, “un indicibile pasticcio”. È stato enfatizzato in chiave interreligiosa come “nel segno di Abramo”, osserva Guarini, e “ciò ci richiama al fraintendimento sui monoteismi e sull’unico Dio. Oramai Bergoglio è a ruota libera, inarrestabile e senza freni in una china rovinosa per la Chiesa e per le anime. Gli incontri con importanti leader religiosi si sono svolti sull’ormai consolidato nefasto letmotiv della Fratelli tutti e della Dichiarazione di Abu Dhabi”. Il famoso storico islamico Robert Spencer ha detto a Church Militant (nell’articolo che segue in una nostra traduzione italiana dall’inglese), che “Gesù non è stato menzionato, perché come sempre il dialogo interreligioso che coinvolge musulmani e cristiani richiede che i cristiani si avvicinino alla posizione islamica, non a un vero e proprio dare e avere o reciprocità”. “Ma noi non dimentichiamo l’insegnamento perenne della Chiesa”, conclude Maria Guarini, citando la Lettera enciclica Mortalium Animos “sulla difesa della verità rivelata da Gesù” di Pio XI promulgata il 6 gennaio 1928: “Orbene, i cattolici non possono in nessuna maniera appoggiare tentativi come questi, i quali suppongono essere tutte le religioni più o meno buone e lodevoli… Teoria questa, che non è soltanto una falsità vera e propria, ma che ripudia la vera religione falsandone il concetto, e così spiana la via al naturalismo e all’ateismo”.

A margine è interessante notare come la frase di apertura di questa enciclica di quasi un secolo fa dimostra che la Lettera enciclica Fratelli tutti del 3 ottobre 2020 e il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune di Abu Dabhi del 4 febbraio 2019 non sono per niente una novità, ma invece totalmente nuova è l’interpretazione, già condannata da Pio XI come citato sopra: “Forse in passato non è mai accaduto che il cuore delle creature umane fosse preso come oggi da un così vivo desiderio di fraternità — nel nome della stessa origine e della stessa natura — al fine di rafforzare ed allargare i rapporti nell’interesse della società umana”.

Niente ebrei, niente Gesù all’evento “abramitico” del Papa
L’incontro interreligioso a Ur emargina la minoranza irachena più perseguitata
di Jules Gomes
ChurchMilitant.com, 6 marzo 2021


Gesù e gli ebrei erano entrambi vistosamente assenti dal servizio interreligioso del sabato di Papa Francesco nella Piana di Ur, pubblicizzato nell’evento vaticano come il luogo di nascita di Abramo. Nel suo lungo discorso, Francesco non ha menzionato “Gesù” nemmeno una volta, e la preghiera che concludeva l’evento non ha usato la formula trinitaria standard né terminava con “il nome di Gesù”. Il Papa ha evitato di chiamare il profeta ebreo “Isaia” nel suo discorso citando la profezia delle nazioni che hanno trasformato “le loro spade in vomeri e le loro lance in uncini da potatura”. Anche il discorso di Francesco e la “Preghiera dei figli di Abramo” conclusivi si sono interrotti intenzionalmente prima di chiamare “Isacco” il “figlio di Abramo”. Agli yazidi, denunciati dai musulmani come “adoratori del diavolo”, non è stato dato un ruolo nell’evento interreligioso papale, anche se la Sana Sede aveva precedentemente annunciato la loro partecipazione.

Evidente omissione

Il famoso storico islamico Robert Spencer ha detto a Church Militant che “Gesù non è stato menzionato, perché come sempre il dialogo interreligioso che coinvolge musulmani e cristiani richiede che i cristiani si avvicinino alla posizione islamica, non a un vero e proprio dare e avere o reciprocità”. Spencer, uno studioso di origine mediorientale, ha notato la marcata assenza degli ebrei: “Un autentico incontro interreligioso al ‘luogo di nascita di Abramo’ avrebbe incluso rappresentanti di tutte e tre le religioni ‘abramitiche’. Ma i rappresentanti ebrei che erano stati invitati avrebbero rifiutato partecipare”.

L’autore di 21 libri sull’Islam e il Medio Oriente ha spiegato: “Poiché il Corano è profondamente antisemita e definisce gli ebrei i peggiori nemici dei musulmani (5:82), sotto la maledizione di Allah (9:30), e invita i musulmani a fare la guerra e a soggiogarli (9:29), è probabile che i leader ebrei non credessero di essere al sicuro o rispettati lì, che è una visione dell’Islam più realistica di quella che ha Francesco”.

Un funzionario della Chiesa locale ha detto a Reuters che gli ebrei erano stati invitati ma la loro situazione era “complicata”, soprattutto perché non hanno una comunità strutturata. Tuttavia, una figura di alto livello ebraico straniero è stata presente in eventi passati simili nei Paesi musulmani. In piedi vicino al luogo di nascita di Abramo, sicuramente il tempo di Papa Francesco sarebbe stato meglio speso chiedendo: “Iraq, dove sono i tuoi ebrei?”. Nei commenti a Church Militant, l’antropologa ebrea Karen Harradine ha detto di aver trovato “un insulto per noi ebrei il fatto che non siamo stati inclusi da coloro che hanno usato il luogo di nascita del nostro primo patriarca, Abramo, per segnalare la virtù e borbottare banalità senza senso sulla guarigione”.

Persecuzione fino alla quasi “estinzione”

Nel 2009 erano rimasti solo otto ebrei a Baghdad, secondo i dispacci diplomatici pubblicati da Wikileaks. Una legge del 2015 nella zona ha riconosciuto l’ebraismo come religione protetta e ha creato un rappresentante ufficiale. Anche nella zona curda più tollerante, delle circa 400 famiglie di discendenza ebraica rimaste, alcune si sono convertite all’Islam negli ultimi anni. La maggior parte pratica in segreto, perché identificarsi come ebreo è ancora pericoloso. “Che strano che Papa Francesco abbia trascurato di menzionarlo quando ha parlato nel luogo di nascita di nostro padre, Abramo”, ha lamentato Harradine. “Gli suggerisco di rispolverare la sua conoscenza storica la prossima volta che ha intenzione di pontificare da lì e si informa sulla pulizia etnica degli ebrei in Iraq”.

Harradine ha raccontato come gli ebrei iracheni siano stati perseguitati fino all’estinzione: “La comunità ebraica ha vissuto in Iraq per oltre 2.700 anni. Nel 1941, migliaia di ebrei furono assassinati a Baghdad in quello che divenne noto come il massacro di Farhud. Da allora in poi, gli ebrei furono regolarmente soggetti a pogrom”.

Harradine ha aggiunto: “Dopo la creazione di Israele nel 1948, oltre 120.000 ebrei furono costretti a fuggire e le loro proprietà furono confiscate. Al tempo della Guerra dei Sei Giorni, agli ebrei fu impedito di lasciare l’Iraq, costretti a portare con sé carte d’identità gialle, impiccati pubblicamente e messi agli arresti domiciliari. All’inizio degli anni ’70 agli ebrei rimasti fu permesso di andarsene, ma molti non poterono, essendo troppo vecchi. La loro proprietà è stata confiscata. La piccola comunità rimasta ora vive nella povertà e nella paura”.

Il servizio interreligioso

Il servizio interreligioso del Papa è iniziato con una lettura biblica da Genesi 12, che narra la chiamata di Dio ad Abramo a lasciare Ur e seguirlo. Questa è stata seguita da una lettura del Corano dalla Surah 14, nota anche come Surah Ibrahim. “Lode ad Allah, che mi ha concesso nella vecchiaia Isma’il e Isacco”, cantava un religioso musulmano. “Nell’Islam, Ismaele soppianta Isacco come l’agnello sacrificale previsto. L’Islam ha una prospettiva sul ruolo del figlio di Abramo, Ismaele, diametralmente opposta a quella elaborata nella Genesi”, scrive lo studioso islamico S.G. de Claissé-Walford.

“Sarebbe stato più illuminante e istruttivo se il Corano 60: 4 fosse stato letto”, ha osservato Spencer. “A quel punto, Abramo dice alla sua famiglia non credente che ci sarà inimicizia e odio tra lui e loro per sempre a meno che non adorino Allah, e viene presentato come un modello per l’imitazione nel fare questo”.

Spiegando l’esclusione di “Isacco”, Spencer ha aggiunto: “Nella tradizione islamica, Ismaele è il figlio sacrificale, e quindi il papa era apparentemente disposto ad assecondare la svalutazione della tradizione condivisa da ebrei e cristiani a favore della comprensione islamica”.

“Oggi noi, ebrei, cristiani e musulmani, insieme ai nostri fratelli e sorelle di altre religioni, onoriamo nostro padre Abramo facendo come ha fatto: guardiamo al cielo e viaggiamo sulla terra”, ha predicato Francesco. Per lo più ignorando i protocolli COVID-19 di maschere e distanziamento sociale, Francesco ha insistito sul fatto che “la più grande bestemmia è profanare il suo nome odiando i nostri fratelli e sorelle”. Invocando “la libertà di coscienza e la libertà di religione” da rispettare “perché ci rendono liberi di contemplare il Paradiso per il quale siamo stati creati”, il papa ha etichettato l’estremismo e la violenza come “tradimenti della religione”. “Noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione; anzi, siamo chiamati in modo inequivocabile a dissipare tutti i malintesi”, ha supplicato Francesco.

Il Papa adotta la “narrativa popolare”

Spencer ha detto a Church Militant che il Papa continuava ad “adottare la finzione popolare secondo cui il terrorismo della jihad islamica nasce da un malinteso dell’Islam”. “In effetti, non può nemmeno arrivare a tanto; invece, dice che il terrorismo ‘abusa della religione’, come se ci fossero terroristi cristiani in numero paragonabile ai terroristi islamici in tutto il mondo”, ha rimarcato Spencer, osservando che Francesco “ignorando le esortazioni alla violenza contro i miscredenti del Corano, non ha la minima possibilità di costringere i jihadisti a rinunciare alla loro violenza”.

Nonostante l’assenza di ebrei, Vatican News ha twittato due notizie annunciando in entrambi i tweet che Papa Francesco aveva incontrato “rappresentanti delle tre religioni abramitiche” ed era stato “raggiunto da musulmani, ebrei e cristiani nella città irachena di Ur”.

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