Si conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Venerdì 25 gennaio, conversione di san Paolo, si chiude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il cui tema è stato proposto dal Movimento Cristiano degli studenti in India che ha celebrato il proprio centenario di impegno ecumenico, con la celebrazione dei vespri nella basilica di san Paolo fuori le Mura, presieduta da papa Benedetto XVI. Al Vespro saranno presenti il metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta ed esarca per l’Europa meridionale in rappresentanza del Patriarcato ecumenico e il canonico David Richardson, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede nonché direttore del Centro anglicano di Roma. Parteciperanno anche mons. Siluan, vescovo della diocesi ortodossa in Italia del Patriarcato di Romania, lo ieromonaco Antoniy in rappresentanza del Patriarcato di Mosca e il decano Holger Milkau della Chiesa evangelica luterana in Italia. Saranno presenti, inoltre, i membri della Commissione teologica internazionale del dialogo tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, gli studenti dell’Istituto ecumenico di Bossey e tutti i rappresentanti delle comunità cristiane di Roma. Quest’anno la preghiera per l’unità dei cristiani è stata dedicata particolarmente alla pratica della giustizia, soprattutto in quei luoghi del mondo in cui i più poveri fra i cristiani non vengono riconosciuti come un contributo fondamentale per l’unità. L’invito alla riflessione sul testo del profeta Michea ha sottolineato la necessita che la preghiera orienti il cammino per praticare la giustizia, nei sentieri della misericordia, a ricercare la bontà, per essere un segno forte di amore e di speranza e vivere con umiltà davanti al nostro Dio, nella radicalità della fede.
E questa ‘sfida’ dell’ecclesialità è stata colta dall’arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, che in un incontro svoltosi a Monza ha parlato sul tema ‘Sinodo ed Ecumenismo’, raccontando la sua esperienza di Padre sinodale all’assise dei vescovi sulla nuova evangelizzazione svoltasi in ottobre in Vaticano: “La XIII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede, il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, l’inizio dell’Anno della Fede, sono stati tre eventi concomitanti nella vita della Chiesa Cattolica che hanno richiamato in armonia una delle caratteristiche essenziali della Chiesa di Cristo nel suo pellegrinare storico: la missione… Alla luce della natura missionaria della comunità ecclesiale, i cristiani sono diventati più consapevoli della profonda ferita che la loro divisione infligge alla missione. E’ noto a tutti infatti che l’impegno ecumenico è storicamente nato dall’incontro tra evangelizzatori di diverse Chiese e comunità ecclesiali in terra di missione. L’annuncio del Vangelo da parte di cristiani ancora divisi tra loro ridestava con forza l’anelito all’unità, come condizione improcrastinabile della credibilità di tale annuncio”.
Ricordando l’inizio del decreto conciliare ‘Unitatis redintegratio’, riguardante l’ecumenismo, il cardinale di Milano ha sottolineato alcune linee fondamentali del Sinodo: “La XIII Assemblea del Sinodo dei Vescovi su La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, è stata caratterizzata da un buon numero di interventi del Santo Padre. Se non mi sbaglio in totale i contributi di Sua Santità sono dieci… In questa ricca offerta di interventi è possibile individuare una sorta di orizzonte comune che, dopo aver accompagnato la riflessione dei Padri sinodali, può oggi indicare a noi una strada per il cammino ecumenico? Penso di sì. Enucleo sinteticamente qualche linea. In primo luogo, la nuova evangelizzazione parte dal considerare l’interlocutore dell’annuncio del Vangelo nelle condizioni in cui egli si trova a vivere nell’oggi della storia. In tal senso il Papa non cessa di ricordare che, nelle società in transizione all’inizio di questo nuovo millennio, l’uomo contemporaneo sembra provato da una domanda radicale che trova le più variegate forme di espressione, incluse quelle contraddittorie e violente:
‘La grande sofferenza dell’uomo è proprio questa: dietro il silenzio dell’universo, dietro le nuvole c’è un Dio o non c’è? E, se c’è questo Dio, ci conosce, ha a che fare con noi? Questo Dio è buono, e la realtà del bene ha potere nel mondo o no? (…) E’ una realtà o no? Perché non si fa sentire?’”. Quindi il Sinodo dei Vescovi ha offerto alcune piste di lavoro per il prossimo futuro su Dio, Chiesa e Missione: “Mi sembra che sia emersa con chiarezza quale sia la ‘figura’ propria della missione e della nuova evangelizzazione. Mi riferisco alla figura del ‘testimone’. La nuova evangelizzazione è anzitutto questione di ‘testimonianza’ o, per meglio dire, di testimoni in un mondo secolarizzato… La testimonianza è confessio perché Dio stesso è, in un certo senso, il contenuto della fede, Colui che ci chiede la disponibilità ad offrire la vita proprio nel renderGli testimonianza. La dimensione della ‘confessione’ è essenziale alla nuova evangelizzazione come testimonianza della fede. Essa è chiamata a dare forma sia al primo annuncio che alla catechesi, sia l’educazione cattolica a tutti i suoi livelli, sia l’elaborazione teologica”.
Infine il card. Scola ha sottolineato che l’anniversario dell’Editto di Milano è un’occasione di testimonianza ecumenica: “Per questa ragione l’anniversario del XVII centenario del cosiddetto ‘Editto di Milano’ non può non provocare le nostre Chiese e comunità ad un lavoro comune. Ad esso ci ha incoraggiato, ad esempio, il Dott. Timothy George, rappresentante dell’Alleanza Battista Mondiale all’Assemblea del Sinodo, che con forza affermò: ‘Oggi la libertà religiosa è sotto assedio in molti modi, alcuni evidenti e altri più subdoli. Tutti i cristiani che prendono sul serio il richiamo all’evangelizzazione devono impegnarsi e operare insieme per tutelarla e diffonderla’ … Come cristiani siamo tutti implicati in questo compito di consolidamento e di promozione della libertà: non abbiamo il diritto di disertarlo…
In occasione della Festa di Sant’Ambrogio ho avuto modo di iniziare un percorso di riflessione sulla libertà religiosa che intendo approfondire insieme a tutti coloro che lo vorranno e, in modo particolare, con lo stesso Patriarca Bartolomeo nella sua prossima visita a Milano nel mese di marzo. Il dono della fede e del battesimo che, come ha ricordato il Vescovo luterano di Lapua all’Assemblea del Sinodo, ‘rappresenta la solida base della vita cristiana’, fa di noi dei figli dello stesso Padre e quindi dei fratelli. Esso domanda a tutti un impegno missionario sempre più deciso e gratuito. Tal impegno non nasce né dai nostri meriti né dalle nostre capacità. Nasce semplicemente dalla nostra gratitudine al Signore per aver ricevuto il dono della fede”.