la rivista della Custodia di Terrasanta racconta la vita della piccola comunità cattolica di lingua ebraica
La comunità cattolica di lingua ebraica è una piccola minoranza sia in senso ecclesiale (la maggior parte dei cattolici di Terra Santa sono, infatti, di lingua e cultura araba), sia in senso sociale (la maggior parte dei cittadini israeliani condividono profonde radici ebraiche, siano laici secolarizzati, semplici praticanti o fedeli ortodossi). Nonostante questo suo ruolo «marginale», nella prospettiva dei rapporti tra ebrei e cristiani la qehila riveste un’importanza fondamentale e costituisce un segno di riconciliazione tra i credenti della Terra Santa, come spiega nel dossier, in una lunga intervista, padre David Neuhaus, gesuita israeliano, vicario per la comunità di lingua ebraica del Patriarca latino di Gerusalemme.
La storia di copertina è dedicata ai risultati di una ricerca triennale condotta dagli scienziati del CNR italiano sugli ulivi del giardino del Getsemani, che svela finalmente l’età degli alberi (i maestosi fusti risalgono al dodicesimo secolo dopo Cristo) e il loro profilo genetico (incredibilmente tutti e otto gli alberi centenari hanno lo stesso DNA, prova del fatto che sono frutto di talee di un albero più antico).
Il reportage fotografico pubblicato su questo numero è dedicato infine ai preziosi manoscritti miniati del Matenadaran, la grande biblioteca di antichi codici di Yerevan, capitale dell’Armenia e prima nazione a convertirsi al cristianesimo. Amplio spazio del magazine è dedicato alla società israeliana, con un servizio sulle prossime elezioni politiche (che si terranno in Israele nel gennaio 2013) e un’intervista a Meir Margalit, politico israeliano, consigliere comunale a Gerusalemme, con un incarico di governo su Gerusalemme Est.