In Italia si nasce sempre di meno

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Secondo i dati provvisori del bilancio demografico della popolazione residente, sono 546.607 gli iscritti in anagrafe per nascita nel 2011, circa 15.000 in meno rispetto al 2010. Il calo delle nascite è da attribuire soprattutto alla diminuzione dei nati da genitori entrambi italiani e dei nati da coppie miste. I nati da genitori entrambi stranieri, invece, sono aumentati, anche se in misura più contenuta rispetto agli anni precedenti, e ammontano a 79.000 (il 14,5% del totale dei nati). Se a questi si sommano anche i nati da coppie miste si ottengono 106.000 nati da almeno un genitore straniero (il 19,4% del totale delle nascite). Considerando la composizione per cittadinanza delle madri straniere, ai primi posti per numero di figli si confermano le rumene (18.484 nati nel 2011), al secondo le marocchine (13.340), al terzo le albanesi (9.916) e al quarto le cinesi (5.282). Quasi il 7% dei nati nel 2011 ha una madre di almeno 40 anni, mentre prosegue la diminuzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni (il 10,9% del totale). Sono circa 134.000 i nati da genitori non coniugati nel 2011, valore in linea con quello dell’anno precedente. Tuttavia, a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate il loro peso relativo è aumentato dal 23,6% del 2010 al 24,5% del 2011. Diminuisce anche il numero medio di figli per donna a 1,39 (1,30 figli per le cittadine italiane e 2,04 le straniere).

Di fronte ai dati forniti dall’Istat il presidente del Forum delle Famiglie, Francesco Belletti, ha parlato di ‘crollo demografico’: “Non ha più neppure senso consolarsi con l’apporto delle donne straniere che mostrano anch’esse una fertilità in diminuzione. Risultato è che in un anno sono nati 15.000 bambini in meno. Per anni ci hanno trattato come dei profeti di sventura, ma ora, davanti all’evidenza dei numeri, cos’altro deve succedere perché quella demografica venga considerata come una vera emergenza nazionale? Un Paese senza figli è condannato ad appassire socialmente, certo, ma anche economicamente; è destinato a perdere non solo chi pagherà le pensioni dei sempre più numerosi anziani, ma anche il bacino dell’innovazione e della dinamicità imprenditoriale. Nessun sistema economico può crescere se non ha le gambe che lo fanno camminare. ’Grazie all’insistenza della società civile, sembra che dalla legge di stabilità vengano dei timidi tentativi di sostegno alle famiglie, ma siamo ancora ben lontani da quello che occorrerebbe per evitare il suicidio di una Nazione. Sarebbe necessario un vero e proprio Piano d’emergenza da gestire neanche come oculati amministratori della cosa pubblica, ma nell’ottica di una protezione civile chiamata ad intervenire su una catastrofe generalizzata”.

Infatti dall’analisi dell’Istat risulta che anche i nati da almeno un genitore straniero, che hanno continuato ad aumentare al ritmo di circa 5.000 l’anno fino al 2010 sostenendo la ripresa della natalità in Italia, nel 2011 mostrano una diminuzione dovuta al calo di circa 2.000 nati da coppie miste. I nati da genitori entrambi stranieri, invece, sono ancora aumentati, anche se in misura più contenuta rispetto agli anni precedenti e ammontano a 79.000 nel 2011 (il 14,5% del totale dei nati). Se a questi si sommano anche i nati da coppie miste si ottengono 106.000 nati da almeno un genitore straniero (il 19,4% del totale delle nascite). Considerando la composizione per cittadinanza delle madri straniere, ai primi posti per numero di figli si confermano le rumene (18.484 nati nel 2011), al secondo le marocchine (13.340), al terzo le albanesi (9.916) e al quarto le cinesi (5.282). Quasi il 7% dei nati nel 2011 ha una madre di almeno 40 anni, mentre prosegue la diminuzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni (il 10,9% del totale). La posticipazione della maternità è ancora più accentuata per le italiane: ormai la proporzione di nascite da madri con meno di 25 anni e con più di 40 anni si equivale (8%). Inoltre sono circa 134.000 i nati da genitori non coniugati nel 2011, valore in linea con quello dell’anno precedente. Tuttavia, a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate il loro peso relativo è aumentato dal 23,6% del 2010 al 24,5% del 2011. Al Centro-nord, in particolare, i nati da genitori non coniugati sono il 30% e si supera questa quota in molte aree (47% nella Provincia Autonoma di Bolzano, 37% in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta, 35% in Liguria, 34% in Toscana e 32% in Piemonte).

La distribuzione delle nascite per età della madre consente di apprezzare lo spostamento della maternità verso età sempre più avanzate, caratteristica questa ancora più evidente per le madri di cittadinanza italiana. Nel 2011 le donne hanno in media 31,4 anni alla nascita dei figli, circa un anno e mezzo in più rispetto al 1995 (29,8), valore che sale a 32 anni per le madri di cittadinanza italiana. Quasi il 7% dei nati ha una madre di almeno 40 anni, mentre prosegue la diminuzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni (nel 2011 sono il 10,9% del totale). Considerando le sole donne italiane la posticipazione della maternità è più accentuata: il 7,7% sono ultraquarantenni e solo l’8,2% ha meno di 25 anni. Infine sono circa 134.000 i nati da genitori non coniugati nel 2011, in linea con l’anno precedente; tuttavia a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate il loro peso relativo è aumentato dal 23,6% del 2010 al 24,5% del 2011. L’incidenza del fenomeno è triplicata rispetto al 1995, quando l’8,1% delle nascite avveniva al di fuori del matrimonio; la geografia è invariata con valori decrescenti man mano che si procede da Nord verso Sud.

L’incremento più consistente negli ultimi anni si è verificato proprio al Centro-Nord, dove i nati da genitori non coniugati sono attualmente quasi il 30%. Alle regioni in cui, tradizionalmente, la propensione ad avere figli al di fuori del matrimonio era già più elevata (47% nella Provincia Autonoma di Bolzano, 37% in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta, 35% in Liguria, 34% in Toscana e 32% in Piemonte) si sono aggiunte tutte le altre. Il fenomeno si è diffuso rapidamente anche nelle aree caratterizzate storicamente da comportamenti familiari più tradizionali come il Veneto, regione in cui l’incidenza dei nati fuori dal vincolo matrimoniale è più che triplicata (dal 6,8% del 1995 al 26,3% del 2011).

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