Padre Gabriele Allegra, il San Girolamo della Cina
Tradurre la Bibbia, per intero o in parte, non è mai stato un lavoro semplice. Se si decide, poi, di predisporne una traduzione dai testi originali al cinese, il sano proposito – per un occidentale – diventa davvero un’impresa titanica! Eppure, con un bagaglio culturale di tutto rispetto (conosceva e parlava l’inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco; e tra le lingue bibliche il greco, il siriaco e l’aramaico), vi riuscì un intraprendente sacerdote francescano, fra Gabriele Maria Allegra, appartenente alla Provincia dei Frati Minori di Sicilia, che il 29 settembre verrà solennemente proclamato beato nella Cattedrale siciliana di Acireale. La vita di Gabriele Maria comincia a S. Giovanni La Punta – un piccolo comune siciliano di 22.630 abitanti della provincia di Catania – in una famiglia modesta e religiosa dove preghiera e sacramenti sono preziosi come il pane. Guidato dal desiderio di poter diventare un missionario, entra a far parte dell’Ordine dei Frati Minori e il 20 luglio 1930, a Roma, viene ordinato sacerdote.
Appena compiuti i 24 anni, il giovane francescano lascia l’Italia per raggiungere la Cina (dove dimorerà per quasi mezzo secolo) con in cuore un preciso desiderio da realizzare; egli diceva, infatti: “Se i protestanti per amore della Parola di Dio hanno tradotto la Bibbia in cinese, perché i cattolici non possono fare altrettanto? Andrò in Cina e tradurrò la Parola di Dio in cinese”. In poco tempo fra Gabriele imparò il difficile idioma orientale giungendo a possedere la lingua cinese, sia nella forma letteraria che in quella popolare, e raccogliendo inoltre numerosi riconoscimenti e attestati di stima tra gli stessi cinesi, maestro tra i maestri. “P. Allegra – afferma fra Giuseppe Noto, Ministro provinciale dei Frati Minori di Sicilia – conduce il lavoro di traduzione della Bibbia sorretto da quelle che sono le due colonne portanti della vocazione francescana: la preghiera e lo studio”. Indicato da Papa Giovanni Paolo II quale “uomo del dialogo fra Cristo e la Cina”, l’opera di Gabriele Maria Allegra – sottolinea ancora Giuseppe Noto – quella di “donare Cristo alla Cina e la Cina a Cristo, la traduzione della Sacra Scrittura in cinese, assume anche il senso del dialogo tra due civiltà, tra Oriente e Occidente, nel rispetto anzi nell’amore reciproco”.
La traduzione della Bibbia dai testi originali in lingua cinese comportò certamente notevoli sacrifici, dal punto di vista lessicale e culturale. Bisognava, infatti, tra le altre cose, riuscire ad esprimere e a tradurre concetti biblici fino ad allora sconosciuti alla lingua e alla cultura cinese. Il beato Gabriele Maria Allegra, attraverso la sua opera di traduzione e all’equipe di collaboratori da lui creata appositamente per realizzare la grande impresa (un vero e proprio Studio Biblico Francescano che rimase a Pechino fino al 1945) ha messo i Cinesi in condizione di accedere direttamente ai testi della Rivelazione, secondo le coordinate tipiche della cultura orientale. Per comprendere l’opera missionaria di fra Gabriele (che va – non bisogna dimenticarlo – oltre il lavoro di traduzione della Sacra Scrittura) basta citare alcune autorevoli osservazioni. Mons. Yupin, Arcivescovo di Nanchino, in occasione della pubblicazione dell’ultimo volume del testo sacro, affermava: “la traduzione della Bibbia è l’opera più grande compiuta in Cina dalla Chiesa Cattolica. La storia della Cina, d’ora innanzi, si potrà dividere in due periodi: prima e dopo la versione della Bibbia fatta dai Francescani”.
Il Direttore della Biblioteca Nazionale di Taipeh, dott. Chang Tzu, dichiarava: “Tutti giustamente ammirano quanto i monaci Buddisti hanno fatto in Cina per l’introduzione e la versione dei loro libri sacri; ma quanto hanno fatto i Francescani per la versione della Bibbia, specialmente con il Commentario, è di gran lunga superiore”. Non mancarono gli incoraggiamenti di alcuni Pontefici (Pio XI e Pio XII), e il personale riconoscimento di Giovanni XXIII: “l’attività dello studio biblico di Hong Kong, – affermava il Papa – di cui è stato ed è animatore padre Gabriele Allegra, è uno degli aspetti più validi nell’apostolato odierno della Chiesa nell’Estremo Oriente”. Il 21 novembre 1955, inoltre, il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma, conferiva a fra Gabriele Allegra la Laurea in Teologia ad honorem. La solenne celebrazione di Beatificazione si terrà sabato 29 settembre nella Cattedrale di Acireale e sarà presieduta dal Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e rappresentante del sommo Pontefice Benedetto XVI.
Saranno, inoltre, presenti il Cardinale arcivescovo di Palermo e Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, Paolo Romeo, il Cardinale di Honk Kong, i Vescovi dell’Isola, numerosi sacerdoti e religiosi e migliaia di fedeli provenienti dalle diocesi di Sicilia e da S. Giovanni La Punta (Ct), paese nativo di fra Allegra. C’è un ultimo aspetto – rintracciabile negli scritti di fra Gabriele Allegra – che vorremmo mettere in risalto e che riguarda i temi del pluralismo, del relativismo e del sincretismo religioso rievocati spesso nel magistero di Papa Benedetto XVI. Nell’ottobre 1969, p. Gabriele pubblicò, infatti, un piccolo saggio dal titolo “San Francesco ha lasciato il paradiso. Cause e rimedi degli odierni sbandamenti espressi in forma dialogica”. Parlando di teologia e di teologi il beato Gabriele afferma: “La massima parte degli errori e le tendenze al relativismo dommatico, che fanno capolino in tante opere dei moderni teologi, hanno origine in quel debole sistema di filosofia, che essi abbracciano.
Al contrario, una sana filosofia, una speculazione, che è preghiera – pur rimanendo ben sovente un assai rude lavoro – per il fatto stesso che tende direttamente alla verità e all’amore, fanno del teologo, l’uomo dello Spirito, e del suo insegnamento un discorso di sapienza”. Allegra ricorda i rischi che possono condurre il teologo al falso irenismo, al sincretismo e al relativismo, quando si cercano gli elementi di verità presenti nelle tradizioni delle religioni primitive con una base filosofica e teologica molto fragile. “Ecco perché – afferma Allegra, il «san Girolamo della Cina» – in questi ultimi anni si son sentite e continuano a farsi sentire delle affermazioni quanto mai strane, che, a considerarle bene, costituiscono una offesa al Verbo Rivelatore. Ci sono teologi, che dicono essere il pluralismo religioso la logica segreta di Dio; essere i grandi Saggi pagani, onorati dai loro popoli, mediatori per essi della divina rivelazione, perciò dicono, la Chiesa doversi contentare dell’apostolato della presenza, perché Dio salva ugualmente i suoi figli anche fuori della Chiesa visibile […].
Come vedete, si tratta di sofismi o di mezze verità: ora niente è più pernicioso per la Chiesa quanto una Teologia costruita su sofismi e su mezze verità. Una persecuzione crudele, come furono quelle di Nerone, di Decio, di Diocleziano, la purifica, ma una tale Teologia gnostico-sincretista la fiacca e le estingue”.