Il nuovo Messale è in continuità con il Concilio Vaticano II

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Venerdì 28 agosto è stata consegnata a papa Francesco la prima copia del nuovo Messale della Conferenza Episcopale Italiana dal suo presidente, card. Gualtiero Bassetti, che ha ricordato l’impegno nel migliorare il testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico.

Questa edizione è stata approvata secondo le delibere dell’Episcopato e ha ricevuto l’approvazione da papa Francesco il 16 maggio 2019. Oltre alle variazioni e agli arricchimenti della terza edizione tipica latina, propone altri testi facoltativi di nuova composizione, maggiormente rispondenti al linguaggio e alle situazioni pastorali delle comunità e in gran parte già utilizzati a partire dalla seconda edizione in lingua italiana del 1983, come ha spiegato il card. Bassetti:

“Il libro del Messale non è soltanto uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo desiderio di entrare nel mistero pasquale, di attuarlo nella celebrazione e di tradurlo nella vita. La riconsegna del Messale diventa così un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati, invitati a riscoprire la grazia e la forza del celebrare, il suo linguaggio, fatto di gesti e parole, e il suo essere nutrimento per una piena conversione del cuore”.

La data ufficiale è quella del 4 aprile 2021, giorno di Pasqua del prossimo anno. In realtà si tratta della nuova traduzione in italiano della terza edizione tipica in latino del Messale Romano di Paolo VI scaturito dal Concilio e dalla sua riforma liturgica che apriva la Messa alle lingue nazionali. La terza ‘editio typica’ è stata pubblicata dalla Santa Sede nel 2002. Ed adesso arriva anche in italiano dopo un complesso percorso che ha impegnato per quasi 18 anni la Conferenza episcopale italiana.

Papa Francesco aveva autorizzato la promulgazione della nuova edizione italiana un anno fa. La traduzione era stata approvata nel novembre 2018 dall’Assemblea generale della Cei. Fra le novità quelle sulla preghiera del Padre Nostro: non c’è più ‘Non ci indurre in tentazione’, sostituito da ‘Non abbandonarci alla tentazione’.

Inoltre, sempre nella stessa preghiera, è previsto l’inserimento di un ‘anche’ (‘Come anche noi li rimettiamo’). Così anche il testo del ‘Padre Nostro’, contenuto nella versione italiana della Bibbia, approvata dalla Cei nel 2008, e già recepito nel nuovo Lezionario, entra nell’ordinamento della Messa.

Altra modifica riguarda il Gloria dove il classico ‘Pace in terra agli uomini di buona volontà’ è sostituito con ‘Pace in terra agli uomini, amati dal Signore’.

Inoltre dal 10 agosto sono in vigore le nuove disposizioni ministeriali per la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, che consente di superare il limite di 200 fedeli:

“In riferimento ai quesiti provenienti dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione nei quali si richiedono osservazioni circa l’impiego di cori e cantori durante le funzioni religiose o in occasione di eventi di natura religiosa, il CTS segnala che, sulla base degli attuali indici epidemiologici, è possibile la reintroduzione dei cori e dei cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.

L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali ed in particolare il distanziamento di almeno 2 metri. Durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi do svolgono vita sociale in comune”.

(Foto: CEI)

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