Concluso il Meeting di Rimini. E nel 2009, spazio alla conoscenza

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Il Meeting dell’Amicizia fra i Popoli ha chiuso i battenti, dando appuntamento alla 30ma edizione, che si svolgerà a Rimini dal 23 al 29 agosto, con il seguente titolo: “La conoscenza è sempre un avvenimento”. Anche gli ultimi incontri hanno riservato interessanti prospettive.

Nell’appuntamento su “Ridestare l’uomo. Educazione e missione in Russia oggi”, Giovanna Parravicini della Fondazione Russia Cristiana ha rilevato come il protagonismo reale sia frutto dell’amicizia e dell’incontro fra persone che riconoscono di avere un destino in comune.

Iniziative in gran parte di tipo editoriale: ad esempio la ristampa di testi di una chiesa che “non solo per 70 anni è stata costretta alla clandestinità, ma emarginata da qualsiasi contesto civile”. Nel 1993 a Mosca è nata la “Biblioteca dello Spirito” che opera come centro editoriale e di distribuzione di libri ma anche come centro culturale. Un centro di ortodossi e cattolici: “Chiamiamolo un centro di amicizia, il termine ecumenismo è forse troppo utilizzato oggi”. Parravicini ha poi presentato i due relatori, entrambi provenienti dal Monastero di San Daniil, una struttura chiusa nel 1929 e riaperta solo nel 1983 per il millesimo anniversario del “battesimo della Russia”.

Petr Mescerinov è superiore della Fondazione del Monastero. Ha esordito precisando che l’invito alla missione è rintracciabile fin dal testo evangelico ed è qualcosa che non può rimanere a livello puramente intellettuale. La fede deve abbracciare tutta la vita. Protagonista è uno che ha avuto una vera educazione cristiana e non può non mostrare questo a tutti, non può non essere Chiesa. “È come quando uno ha una candela accesa in mano e così è capace di accendere le candele di chi gli sta vicino”. La Chiesa però non può esimersi dal giudicare la realtà in cui è immersa. Mescerinov ha quindi accennato alla difficile situazione che si vive in Russia, dove trovano fertile terreno “l’edonismo ed il consumismo che sono mancanza totale di amore per l’uomo”.

“Oggi in Russia dobbiamo parlare di necessità di educazione in quanto tale, prima ancora che di educazione al cristianesimo”, ha detto. Oltretutto, un altro rischio incombe, secondo padre Petr: una religione che rinasca dentro una ritualità ma senza Cristo. Padre Ioasaf Polujanov, direttore del Centro patriarcale per la formazione giovanile del monastero di san Daniil, ha fatto notare come alcune delle affermazioni di padre Petr ricordassero le drammatiche frasi pronunciate nel settembre del 1977 da Paolo VI all’amico Andrè Frossard riguardo il ‘fumo di Satana entrato nel Tempio’. Padre Polujanov, dopo aver riportato le conclusioni di vari studi, secondo i quali il desiderio di fede è molto diffuso fra le giovani generazioni, si è chiesto “chi è il protagonista oggi”.

Non serve essere superman per giocare il proprio ruolo da protagonisti. “Se noi guardiamo il Cristo nell’iconografia ortodossa, vediamo che spesso è raffigurato mentre tiene in una mano il libro aperto con il versetto ‘venite a me voi tutti’. Allora il vero protagonista è colui che risponde all’invito di Cristo”. Secondo il religioso ortodosso, occorre anche una prassi di educazione religiosa. Nel 1992 nel monastero di San Daniil sono stati proposti corsi di catechismo con la partecipazione di oltre cinquecento persone. “Un’ulteriore prova del fatto – ha raccontato – che dal 1990 la Russia ha visto una significativa crescita della domanda religiosa. Il nostro centro, sorto nel 1995, ha avuto ed ha a tutt’oggi una grande importanza soprattutto per i giovani che hanno un luogo dove incontrare esempi da seguire”. La conclusione ci riporta all’essenziale del cristianesimo: “Se i dodici apostoli hanno cambiato il mondo in modo così radicale, credo che esista ancora una speranza anche per la Russia”.

L’EXPO’. La giornata conclusiva il Meeting ha ospitato anche gli ultimi politici: il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ed il sottosegretario al lavoro, salute e politiche sociali, Eugenia Roccella. Il sindaco di Milano ha sottolineato che l’Expò di Milano ha al centro il concetto di nutrire il mondo e di uno sviluppo sostenibile: “L’Expo non è un progetto infrastrutturale, economico o immobiliare è invece un progetto sociale di solidarietà internazionale. Il progetto Good Food «si sposa con l’Expo perché il suo concetto non è quello di dare un obolo ai produttori del sud del mondo, ma è vera solidarietà che aiuta a sviluppare la propria vita”.

A Milano con l’Expo sorgerà un Food Village che sarà un centro di formazione e ricerca e per diversi paesi fungerà da hub, da centro di una rete. Durante il suo intervento il primo cittadino milanese ha espresso un giudizio negativo sulla Fao, sul Doha Round e in particolare sul G8 definito “superato: non ha senso che si prendano decisioni su governi e persone assenti» contrapposto all’attività di cooperazione e aiuto internazionale che vuol mettere in campo l’Expo milanese”.

TESTAMENTO BIOLOGICO. Da parte sua, il sottosegretario Eugenia Roccella ha affrontato il tema del testamento biologico e di un’eventuale legge per regolamentare le dichiarazioni anticipate di trattamento: “E’ impossibile ritenere gli stati vegetativi come permanenti perché mancano le ricerche scientifiche”. Per il sottosegretario bisogna parlare di ‘biopolitica’, che è una questione di potere sui corpi: “Io ritenevo che l’articolo 32 della Costituzione fosse una tutela sufficiente del diritto alla salute, ma con la sentenza della Corte di Cassazione del 16 ottobre scorso le cose sono cambiate, vi sono alcuni criteri rischiosi. Eluana non ha scelto niente, mentre ci deve essere il consenso informato, non basta fare riferimento agli ‘stili di vita’. A questo punto l’unico modo per mettere i paletti è una legge”, rimanendo diffidente su norme che possano regolare il passaggio tra la vita e la morte, “ma, a questo punto, ciò non impedisce che si possa fare una buona legge garantista che ponga dei paletti sulle relazioni tra medico e paziente e che non susciti la tendenza a suicidarsi o legittimi l’uccidere”.

L’EUROPA. Infine, il presidente Barroso si è soffermato sul sessantesimo anniversario dei diritti umani ed ha ricordato il ruolo che la Comunità Europea sta svolgendo nella crisi georgiana. Nell’intervento Barroso ha ricordato l’origine del processo fondativo dell’Europa. I padri fondatori dell’Europa volevano, dopo le due guerre mondiali, costruire una pace duratura per l’Europa. Quel che è successo ultimamente in Caucaso ha mostrato quanto la pace non sia una conquista definitivamente acquisita. La necessità di lavorare costantemente per la pace è proprio quello che la maggior parte delle nuove generazioni di europei non comprendono e, per questo, si permettono il lusso di abbracciare in modo banale l’ ‘antipolitica’ e l’ ‘antieuropeismo’. È necessario un lavoro di educazione, che faccia comprendere, a chi si rifugia in un nichilismo individualista, il valore del bene comune, della costruzione comune, anche tra i popoli.

UN LIBRO PER LE MAMME. Da ricordare anche la presentazione del libro di Carlo Valerio Bellieni, docente di Terapia neonatale alla Scuola di specializzazione di Pediatria dell’Università di Siena, “Una gravidanza ecologica. L’ambiente ideale per chi vuole diventare mamma e per il bambino non ancora nato”. Nel volume vengono prese in esame le possibili fonti di inquinamento che possono danneggiare la prima casa di ogni bambino, il corpo della sua mamma. La scoperta è drammatica, perché sono tante le fonti di sterilità: dai solventi per pitture ai pesticidi, dai lavori usuranti al mercurio dei pesci in alto mare, da certi materiali plastici allo smog; senza dimenticare che tabacco, alcol e droga sono i nemici della riproduzione. Il libro prende in considerazione anche i rischi che il bambino già concepito corre: infatti tante sostanze possono arrivare al bambino in utero dopo essere state assorbite dalla mamma che, involontariamente, gliele passa attraverso il sangue. 

IL BILANCIO. Il presidente dell’associazione del Meeting, Emilia Guarnieri, ha tirato le conclusioni di una intensa settimana attraverso il comunicato conclusivo: “In un’epoca in cui sembra che nulla possa interessare, il Meeting ha mostrato che la gente non parte da discorsi o da idee astratte, ma è colpita da una presenza. In questo senso il messaggio del Santo Padre è stato il segno di una presenza familiare al popolo del Meeting e ha indicato l’ipotesi di lavoro che ha segnato tutta la settimana. La settimana del Meeting ha cercato di rispondere positivamente con la realtà di 4.000 volontari e di oltre 700.000 presenze, che hanno mostrato la realtà di un popolo per il quale la fede è l’esperienza di una soddisfazione perché corrisponde al bisogno che ogni uomo è, ed è l’inizio di un percorso della conoscenza che fa entrare ogni volta di più nella realtà da protagonisti”.

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