All’Angelus il Papa dice di essere “molto addolorato” per Hagia Sophia

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Al termine della recita dell’Angelus Domini in Piazza San Pietro, oggi domenica 12 luglio 2020, Papa Francesco è intervenuto sul decreto del 10 luglio 2020 del Presidente turco Receip Tayyip Erdogan, di riconversione in moschea della Hagia Sophia (la Sapienza di Dio), l’ex basilica cristiana che con la conquista islamica ottomana, il 29 maggio 1453 divenne moschea e il 1º febbraio 1935 museo per decisione del primo Presidente della moderna Repubblica di Turchia, Mustafa Kemal Atatürk. Con questa decisione del Califfo sul Bosforo, da tempo annunciata, “riconvertendo la basilica in moschea, si colpisce un luogo simbolo e si interrompe il dialogo non solo fra Islam e cristianità ma anche fra Turchia ed Europa”, ha scritto Paolo Rodari su la Repubblica. Verso sera, il vaticanista di la Repubblica, però ha esternato la sua personale opinione con un tweet:

Le parole di Papa Francesco all’Angelus: “Penso a Santa Sofia, e sono molto addolorato” (I think of Hagia Sophia, and I am very saddened – Pienso en Santa Sofía, y estoy muy dolido – Je pense à Sainte-Sophie et je ressens une grande douleur – Ich denke an die Hagia Sofia und es schmerzt mich sehr – Myślę o Hagia Sophia i jestem bardzo zasmucony – Penso em Santa Sofia e fico muito triste).

Il Califfo Erdogan in Udienza privata da Papa Francesco, 5 febbraio 2018 (Foto Vatican Media). Nel 2015, quando Papa Francesco parlò del genocidio armeno, Erdogan rispose definendolo “uomo che distorce la storia”. Ankara convocò immediatamente il Nunzio Apostolico, richiamando al contempo il proprio ambasciatore accreditato presso la Santa Sede. Il Ministero degli Esteri turco parlò di posizione “discutibile sotto tutti i punti di vista” e “basata sul pregiudizio”. Il Capo del Dipartimento per gli Affari religiosi, sottolineava che per la Santa Sede sarebbe stato preferibile non avvitarsi in considerazioni circa la responsabilità di uno stato per le sofferenze provocate ad altri, perché “ne sarebbe uscito come il grande sconfitto”, aggiungendo: “Trovo le parole del Papa immorali e non riesco proprio a farle stare insieme con i principali valori del cristianesimo”. Quindi le otto parole pronunciate oggi sulla Hagia Sophia, sono potenzialmente cariche di conseguenze, ha osservato Matteo Matzuzzi oggi su Il Foglio. 

Consapevole che non tutti hanno apprezzato questo intervento, vorrei osservare, innanzitutto, che provo sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, invece di mezzo vuoto. Intendo dire, che in tanti chiedevamo in questi giorni una presa di posizione dalla Santa Sede, anche se gli osservatori di professione ritenevano che Papa Francesco decidesse di non parlare, a beneficio di un intervento riservato e diplomatico (che non è escluso che sia avvenuto). Dunque, l’attenzione mondiale era alta oggi a mezzogiorno. E parlando di “buon pranzo”, penso che al Califfo sul Bosforo il pranzo sia andato proprio male, con queste otto parole del Santo Padre, per lui sommamente indigeste.

Inoltre, da tener presente che Papa Francesco ha aggiunto la frase a braccio, non previsto nel testo, subito dopo aver salutato “tutti coloro che lavorano sul mare, specialmente quelli che sono lontani dai loro cari e dal loro Paese. Saluto quanti sono convenuti stamattina nel porto di Civitavecchia-Tarquinia per la celebrazione eucaristica”. E quindi, l’introduzione alla frase sulla Hagia Sophia è comprensibile.

Infine, da considerare che la frase non è stato distribuita in anticipo “sotto embargo” e quindi, non c’era un pericolo di intervento all’ultimo minuto, come è successo con Hong Kong e – qualche anno fa – con Venezuela.

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Foto di copertina: i mosaici dell’imperatrice Zoe (XI secolo) a Hagia Sophia (tra i pochi non scalpellati). Cristo Pantocratore è seduto nel mezzo. Alla sua destra si trova l’Imperatore Costantino IX Monomachos e alla sua sinistra l’Imperatrice Zoe.

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