Il relativismo spegne le vocazioni: i suggerimenti della Congregazione per l’ Educazione cattolica

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Per far crescere le vocazioni serve che la identità del sacerdote sia chiara e ben compresa e che non si confondano i ruoli tra laici e presbiteri. La Congregazione per l’ Educazione cattolica propone le linee guida per promuovere le vocazioni sacerdotali con un documento che il prefetto, il cardinale Zenon Grocholewski non esita a definire “breve ed incisivo”. Nel testo “Orientamenti pastorali per la promozione delle vocazioni al ministero sacerdotale” ci sono diversi spunti pastorali, a dire il vero non molto innovativi, ma evidentemente da ricordare e sottolineare in un mondo segnato dal secolarismo e dal relativismo. Dalla situazione attuale delle vocazioni, in calo in Europa e America Latina, in crescita in Asia, Africa e anche negli Usa, si arriva nel documento alla definizione della identità dal sacerdote e alle proposte. L’analisi di partenza è quella della diffusa indifferenza religiosa, della debolezza della testimonianza cristiana, delle condizioni difficili di vita per i sacerdoti il cui ruolo viene considerato in alcuni casi insignificante.

E’ vero però che c’è anche un rischio di clericalismo da combattere per mettere in chiaro quali siano i compiti del sacerdote. “La stessa vita presbiterale- si legge nel documento- trascinata nel vortice dell’attivismo esagerato con il conseguente sovraccarico di lavoro pastorale, può offuscare e indebolire la luminosità della testimonianza sacerdotale. In questa situazione la promozione dei cammini personali e l’accompagnamento spirituale dei giovani diventano un’occasione propizia per la proposta e per il discernimento della vocazione, specialmente della vocazione presbiterale.” Una attenzione particolare va alla scelta celibataria da presentare come dono. “Da più parti- si legge nel testo- la stessa scelta celibataria viene messa in discussione. Non solo una mentalità secolarizzata, ma anche opinioni erronee all’interno della Chiesa portano a deprezzare il carisma e la scelta celibataria, anche se non possono essere taciuti i gravi effetti negativi dell’incoerenza e dello scandalo, causato dall’infedeltà ai doveri del ministero sacerdotale quali, ad esempio, gli abusi sessuali. Ciò crea confusione negli stessi giovani, che pur sarebbero disposti a rispondere alla chiamata del Signore.” Del resto è anche vero, ha spiegato il Prefetto, che in diocesi come quella di Boston dove lo scandalo degli abusi è stato gravissimo, una vivace e forte pastorale vocazionale ha portato come frutto un aumento delle vocazioni.

Altro punto di attenzione è quello dell‘ orientamento di coloro che sentono una vocazione ma non sono considerabili maturi affettivamente. Il segretario del dicastero Jean-Louis Brugues ha ricordato che la maturità affettiva è un modo di creare e mantenere relazioni personali equilibrate con gli altri, e saper rimanere nella via del dono di se stesso durante tutta la vita. Il testo offre diversi spunti per la riflessione nelle parrocchie e nelle famiglie che sono i luoghi più importanti per il fiorire delle vocazioni. Anche se in alcuni casi ancora anche famiglie cattoliche sembrano ostili alla scelta del sacerdozio da parte di un figlio. Il sottosegretario monsignor Vincenzo Zani ha ricordato che gli stesi seminaristi hanno un compito vocazionale e che occorre ricordare l’importanza della direzione spirituale come esperienza che spesso è elemento decisivo per la maturazione di una vocazione. Alla base di tutto comunque c’è la preghiera e la vicinanza con Dio e con la conoscenza della fede, della Scrittura, e la testimonianza di vita di chi è sacerdote. La Congregazione per l’educazione cattolica nel 2015 compie 150 anni di vita e celebrerà una serie di anniversari. Già nel prossimo anno nel 2013 ricorrono i 450 anni della nascita dei seminari frutto del Concilio di Trento. Una occasione per rivedere la forma della educazione sacerdotale e cattolica in genere. Il cardinale Grocholewski ha ricordato che in diversi paesi dove i cattolici sono una minoranza ci sono delle università che hanno ottenuto il riconoscimento statale anche per le facoltà di teologia e che possono mantenere la loro identità cattolica nell’insegnamento.

Succede ad esempio a Taiwan dove le università cattoliche sono frequentate da chi cerca una eccellenza educativa. La sfida educativa è in effetti il programma delle prossime attività della Congregazione che ha recentemente fatto incontrare 35 esperti del settore di ogni parte del mondo per un seminario con suggerimenti e confronti. Questo è il terzo documento dedicato alla formazione sacerdotale che la Congregazione negli ultimi anni ha preparato. Ad ottobre 2008 venne pubblicato: “Orientamenti per l’utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio” e a novembre del 2005 fu presentata la “Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri.”

 

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