Becciu: i giornalisti abbiano un sussulto etico per prendere distanza da una iniziativa criminosa

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E firmata dal direttore Gian Maria Vian la intervista al Sostituto della Segreteria di Stato sul “tema che attira l’attenzione di moltissimi media in tutto il mondo, e cioè l’arresto, il 23 maggio scorso, di Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI, per il possesso di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa.” Ed è il primo articolo sull’ argomento pubblicato dal quotidiano della Santa Sede. Sconcerto e preoccupazione che, dice monsignor Becciu, sileggono negli occhi di chi continua fedelmente il suo servizio alla Santa Sede e al Papa. Ma è anche vero che, si legge nel testo de L’ Osservatore Romano, “preoccupano e rattristano per le modalità dell’informazione, che scatenano fantasie senza alcuna rispondenza nella realtà”.

Una indagine ancora in corso, conferma il Sostituto, un Papa addolorato.”Certo – dice Becciu-prevale nel Papa la pietà per la persona coinvolta. Ma resta il fatto che l’atto da lui subito è brutale: Benedetto XVI ha visto pubblicate carte rubate dalla sua casa, carte che non sono semplice corrispondenza privata, bensì informazioni, riflessioni, manifestazioni di coscienza, anche sfoghi che ha ricevuto unicamente in ragione del proprio ministero. Per questo il Pontefice è particolarmente addolorato, anche per la violenza subita dagli autori delle lettere o degli scritti a lui indirizzati.” Quanto alla pubblicazione di questi documenti il giudizio è netto: “ un atto immorale di inaudita gravità.” Anche perchè, prosegue il prelato “quando un cattolico parla al Romano Pontefice, è in dovere di aprirsi come se fosse davanti a Dio, anche perché si sente garantito dalla assoluta riservatezza.”

E a proposito di una operazione dichiarata “a fin di bene” aggiunge: “Non vi può essere rinnovamento che calpesti la legge morale, magari in base al principio che il fine giustifica i mezzi, un principio che tra l’altro non è cristiano.” L’arcivescovo aggiunge anche che i giornalisti dovrebbero avere “un sussulto etico, cioè il coraggio di una presa di distanza netta dall’iniziativa di un loro collega che non esito a definire criminosa.” Anche perchè, aggiunge, “dietro ad alcuni articoli mi pare di trovare un’ipocrisia di fondo. Da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall’altra ci si scandalizza perché alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull’organizzazione del governo stesso. Molti documenti pubblicati non rivelano lotte o vendette, ma quella libertà di pensiero che invece si rimprovera alla Chiesa di non permettere.”

La conclusione è che oltre il dolore c’è la serenità, perchè “il vento si abbatte sulla casa, ma questa non crollerà. Il Signore la sostiene e non vi saranno tempeste che potranno abbatterla.”

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