Gli effetti benefici dell’Incontro Mondiale delle Famiglie

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Conferenza stampa di apertura dell’Incontro Mondiale delle Famiglie: il vice-sindaco di Milano, Maria Grazie Guida, ha affermato che le istituzioni si devono impegnare nella “promozione e valorizzazione della famiglia con misure a sostegno della natalità, della familiarità, del diritto alla casa, dei giovani, come in effetti stiamo già facendo”; per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, “la famiglia è la prima agenzia di welfare e occorre investire in essa in un’ottica sussidiaria”; ed infine per Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano, “la famiglia è la cellula primigenia della nostra società e introduce nei valori della vita”, essa vuol dire “responsabilità pubblica, educazione, la buona notizia del terzo millennio”. Insieme alle autorità civili gli onori di casa sono stati portati dal cardinale della diocesi di Milano, Angelo Scola, ed il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, Ennio Antonelli: il clima è già di aver ricevuto un dono, che ha emanato altri doni a cascata. Infatti il card. Scola ha sottolineato anche la grande presenza della stampa, che è un segno importante “come lo è la risonanza che le testate dell’Italia e del mondo hanno dato all’evento”.

 

 

Quindi ha ringraziato chi ha lavorato per realizzare questo evento e le famiglie che ospitano altre famiglie: “Voglio esprimere con una formula lo scopo di questo grande lavoro compiuto in vista del VII Incontro mondiale delle famiglie: è un evento straordinario, voluto, pensato e programmato per potenziare la vita ordinaria della Chiesa”. Di seguito il vescovo della più grande diocesi del mondo ha richiamato l’attenzione dei giornalisti sulla realtà della famiglia: “Al centro del desiderio e della realizzazione concreta degli uomini e delle donne di oggi sta il modello di famiglia che i sociologi chiamano ‘normocomposta’ o ‘normocostituita’, che ha il suo ideale nel rapporto fedele e aperto alla vita tra un uomo e una donna. E questo mi sembra un bene… In casi come questi, con troppa superficialità si dice che simili eventi impiegano molte energie e poi finiscono in nulla. È un giudizio superficiale, perché essi nascono da un lavoro capillare, coinvolgono nella fase preparatoria moltissime migliaia di persone, molte realtà di parrocchie, migliaia di volontari, centinaia di relatori provenienti da tutto il mondo”.

Il card. Ennio Antonelli ha rimarcato la grande occasione del Congresso teologico pastorale, che fa parte del programma del Family 2012, sul tema: ‘La famiglia: il lavoro e la festa’ nella prospettiva teologica e antropologica, sottolineando che la  famiglia ‘normocostituita’, ovvero la coppia stabile, magari con figli, “è più felice e più vantaggiosa per la società; anche se ha meno disponibilità sotto il profilo economico, in realtà è più ricca di relazioni umane, produce capitale umano per il lavoro, il mercato e le imprese e sa creare la festa in casa, nella comunità religiosa e nell’ambiente sociale”. Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e presidente del Comitato scientifico del Congresso, ha presentato questo incontro teologico come un appuntamento che “dipanerà il filo rosso del tema nella tensione tra famiglia e società: l’esperienza familiare sperimenta la sua fragilità ed è particolarmente vulnerabile di fronte ai processi sociali…

Le relazioni familiari da un lato sono da collocare realisticamente nelle forme attuali con cui lavoro e tempo libero influiscono sulla vita di coppia e l’educazione dei figli, dall’altro potranno diventare occasione per trasformare il mondo mediante il lavoro e per umanizzare il tempo mediante il senso cristiano della festa, in particolare della Domenica”. Infine la prof.ssa Eugenia Scabini, preside della Facoltà di psicologia dell’Università Cattolica e consultore del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha sottolineato: “l’originalità del VII Incontro mondiale delle famiglie a Milano è che è un grosso evento di partecipazione dal basso, che vede molte famiglie coinvolte… Le famiglie hanno aperto le loro case ad altre provenienti da tutto il mondo. In un momento in cui tutti siamo concentrati su noi stessi questa testimonianza di apertura è una risorsa inesauribile di fiducia…

Deve venire fuori questa novità della famiglia, questo grande lavoro che fa, che è il lavoro di cura, che si svolge quotidianamente dalla mattina alla sera e riguarda tutti, bambini, anziani e disabili. Nella famiglia si fa esperienza primaria, si impara la logica del lavoro e della comune responsabilità”. Intanto si deve sottolineare che questo Incontro mondiale delle famiglie lascerà in eredità due segni concreti di attenzione alle famiglie: uno, in un luogo simbolico, come Nazareth, l’altro a Milano, la città che ospita il raduno internazionale. A Nazareth è diventato realtà il Centro internazionale per la Famiglia, speranza che il Beato Giovanni Paolo II aveva manifestato al mondo in occasione del II Incontro Mondiale delle Famiglie a Rio de Janeiro, nel 1997. Il Centro Internazionale per la famiglia sorgerà sulla sommità della collina che domina la città di Nazareth e la Basilica dell’Annunciazione.

In una posizione di particolare bellezza paesaggistica, il Centro si affaccerà su un panorama che spazia dal Monte del Precipizio al Monte Tabor, fino al Monte Carmelo. L’opera sarà un centro di spiritualità familiare di accoglienza delle famiglie pellegrine in Terra Santa, di formazione alla vita genitoriale e familiare, di pastorale per gli operatori, di preparazione alla ‘nuova evangelizzazione’. A Milano invece il lascito spirituale dell’incontro del Papa con le famiglie sarà un condominio solidale per giovani coppie, stranieri, studenti, lavoratori precari, abitanti temporanei della città. Un luogo dove sperimentare nuove forme di convivenza, grazie ad una rete di associazioni, fondazioni, cooperative impegnate nel territorio: ‘Maison du Monde’ è un progetto di housing sociale, voluto dalla Fondazione Cariplo, dall’assessorato alla Casa della Regione Lombardia, da Fondazione Housing Sociale e realizzato grazie all’intervento del Fondo Immobiliare di Lombardia.

Nel quartiere multietnico di via Padova ‘Maison du Monde’ vuole essere un esempio d’integrazione tra famiglie italiane e straniere, tra giovani e anziani, attraverso 50 alloggi di varie metrature e tagli, che saranno offerti in locazione calmierata a giovani coppie e famiglie italiane e straniere in difficoltà economica, o come residenza temporanea per persone alla ricerca di soluzioni abitative in città a basso costo.

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