Primo Maggio: un lavoro per i giovani

Condividi su...

L’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), nella sua scheda sull’Italia, evidenzia un crollo del mercato del lavoro con un tasso di disoccupazione, nel quarto trimestre 2011, del 9,7%, il più alto dal 2001. Infatti a dicembre 2011 gli occupati sono 22.903, un livello sostanzialmente invariato rispetto a novembre, in presenza di un calo della componente maschile e di una crescita di quella femminile. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione diminuisce dello 0,1% (-23.000 unità). Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, stabile nel confronto congiunturale e in diminuzione in termini tendenziali di 0,1 punti percentuali. Il numero dei disoccupati, pari a 2.243 mila, aumenta dello 0,9% rispetto a novembre (20.000 unità).


L’incremento è dovuto esclusivamente alla componente maschile. Su base annua si registra una crescita del 10,9% (221.000 unità). Il tasso di disoccupazione si attesta all’8,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 31,0%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto a novembre. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-34.000 unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 37,5%, con una flessione di 0,1% in termini congiunturali e di 0,5% su base annua.

Su questi numeri ha ragionato Giuseppe Patta, segretario nazionale Movimento Lavoratori Azione Cattolica (MLAC): “Non si può pensare di limitare la riforma del mercato del lavoro alle ipotizzate norme sui licenziamenti: l’Europa chiede all’Italia riforme strutturali in grado di rilanciare la nostra economia, non solo di ‘ammorbidire’ la disciplina vigente sul punto. Soprattutto, una simile soluzione non può esser passata” come lo strumento “per rendere flessibile il mercato italiano”. In un clima di incertezza ed instabilità come l’attuale, “calare dall’alto la disciplina sui cosiddetti ‘licenziamenti facili’ potrebbe avere effetti di forte contrapposizione sociale: la proposta del ministro Sacconi doveva trovare migliore presentazione ed essere oggetto di ampio confronto con le parti sociali, oggi arroccate in un ‘no’ tanto prevedibile quanto inevitabile”.

Per il segretario nazionale “il binomio esclusivo mercato-Stato corrode la socialità, mentre le forme economiche solidali, che trovano il loro terreno migliore nella società civile senza ridursi ad essa, creano socialità. Il mercato della gratuità non esiste e non si possono disporre per legge atteggiamenti gratuiti”. Ed ecco allora che il MLAC ha studiato un progetto del tirocinio formativo: “Il progetto ‘Tirocini formativi’ si propone, oltre alla finalità ‘immediata’ di offrire ai giovani un’occasione di formazione, di sviluppare un percorso di accompagnamento a carattere socio-economico-pedagogico mirato ad agevolare un approccio integrato di inserimento nel mondo del lavoro”.

Però sembra strano che l’Azione Cattolica si interessi al mondo del lavoro? “C’è un passaggio, nelle linee programmatiche per il nostro prossimo triennio associativo, che mi ha colpito: è quello dedicato alla realtà locale in cambiamento. Mi piace partire dal ‘noi’ dell’Azione Cattolica, con tutto il suo speciale valore profetico, perché racconta la scelta personale di appartenenza all’ associazione, l’identità dell’essere soci di Azione Cattolica, l’impegno per la formazione. Mi piace calare questo noi così ricco di significato nelle nostre comunità cristiane. Questa è, a ben vedere, una delle tante sfide che attende la nostra associazione nel prossimo triennio e per la quale il movimento Lavoratori si spenderà di certo.

Per la sua capacità di stare tra le persone, proponendo una pastorale d’ ambiente, il Mlac nasce, cresce e si sviluppa nei contesti locali, tra i loro bisogni, le necessità e le incertezze: soprattutto in un momento storico come quello attuale, contraddistinto da una fortissima e strisciante precarietà, che lambisce ogni aspetto del quotidiano e non solo quello più marcatamente economico, il Movimento Lavoratori assume l’impegno per la costruzione del bene comune possibile, che non può che partire da una sapiente lettura della propria realtà locale e da una generosa disponibilità a spendersi per essa.

In questo senso si iscrivono le numerose iniziative di questi ultimi anni, dai campi interregionali, che hanno segnato il legame profondo dei Movimenti regionali coi territori di appartenenza, al bando della progettazione sociale, che allarga la prospettiva lavorativa dei tanti giovani coinvolti, oggi portati a guardare al contesto territoriale di appartenenza come luogo privilegiato per realizzarsi professionalmente e ad abbracciare l’idea dello stare insieme come stile lavorativo”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50