Toniolo pensava all’Italia delle piccole e medie imprese
Per la prima volta sarà beato un professore universitario di economia. E così finalmente si torna a parlare di Giuseppe Toniolo e della sua opera monumentale, che oggi la Fondazione di Studi tonioliani si preoccupa di far ristampare e di far diffondere il più capillarmente possibile. Ce lo spiega Romano Molesti, ordinario di Storia delle dottrine economiche nell’Università di Verona e presidente della Fondazione.
Quanto è importante e attuale il pensiero di Toniolo?
“Giuseppe Toniolo, che insegnò economia per ben quarant’ anni nell’Università di Pisa dal 1878 al 1918 è considerato il maggior economista cattolico ed è stato tra gli ispiratori di tutta una corrente di pensiero che va dall’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII fino agli ultimi documenti pontifici in campo sociale. Il motivo conduttore dell’opera tonioliana, che si sviluppa costantemente nei venti volumi dell’Opera Omnia, consiste nella asserzione che i principi etici, i principi religiosi, costituiscono un utile molla per lo sviluppo delle civiltà. Le civiltà si sviluppano con l’osservanza dei valori etici, dei valori morali, decadono con la loro violazione. Interessanti e di grande attualità ancor oggi sono le osservazioni che l’Autore compie riguardo ai temi del credito e della finanza, che, ove non opportunamente controllate e gestite, possono dar luogo a crisi economiche e finanziarie che oggi sono sotto gli occhi di tutti”.
Parlava anche della necessità che i lavoratori fossero parte attiva di un’azienda, un pensiero molto audace, se consideriamo i tempi in cui veniva formulato…
“Sì, certo, e in effetti molte delle sue posizioni gli costarono ostracismi, censure, difficoltà di ogni genere, anche perché aveva compreso che capitalismo e socialismo non potevano realmente diventare le strade praticabili per un futuro di progresso e di democrazia. Lui pensava ad aziende piccole e medie, l’ossatura dell’Italia del lavoro, le cui radici affondano nella civiltà comunale, pienamente conformata dallo spirito del cristianesimo. Poi teorizzava un più attivo coinvolgimento del lavoratore nella vita dell’azienda, dalla partecipazione agli utili all’azionariato operaio, alla cogestione, alla autogestione, al cooperativismo”.
Come e perché si è voluto pensare di ripubblicare l’opera omnia di Toniolo?
“All’approfondimento e alla diffusione della conoscenza del pensiero del Toniolo si è dedicata da più di cinque anni la Fondazione Nazionale di Studi Tonioliani, che ha varie sedi in Italia, tra cui Roma, Milano, Pisa, Venezia ed altri centri. Essendo i venti volumi di cui consta l’opera omnia oggi completamente esauriti, la Fondazione si è proposto l’importante compito di ripubblicarla al completo: a tutt’oggi siamo arrivati al volume numero quattro. Certo, il linguaggio è quello ottocentesco, quindi di non facile e immediata comprensione. Ma andare alla scoperta di questo universo è un’esperienza sinceramente affascinante. Quella di Toniolo è, di fatto, una figura rimossa dalla memoria. Gli esponenti del cattolicesimo democratico lo hanno ricordato sino alla generazione di Alcide De Gasperi e di Amintore Fanfani, cresciuto nell’Università Cattolica di Agostino Gemelli, che a Toniolo doveva gran parte dell’ispirazione. Ma dopo di loro venne il diluvio. E il grande studioso si è ridotto a un’immagine svanita. Un nome pronunciato più che altro perché è stato dato a istituti e a fondazioni. Oggi, però, con la sua beatificazione, questo nome torna ad essere concreto, un nome da invocare a protezione e conforto, in questi tempi difficili”.
(Per informazioni sulla Fondazione: www.giuseppetoniolo.com, tel. 050-571181)