Beatificazione di Toniolo: bussola in questo tempo di crisi

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Alla beatificazione di Giuseppe Toniolo che si svolgerà a Roma nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, presieduta dal card. Salvatore De Giorgi, già assistente generale dell’Azione cattolica, domenica 29 aprile sono attese almeno 5.000 persone. Un appuntamento che sarà preceduto il sabato sera da una veglia di preghiera in piazza San Pietro con almeno 2.000 fedeli. A mezzogiorno in collegamento audio interverrà il Papa con la recita del Regina Coeli. L’evento, presentato nella sede dell’Azione Cattolica, sarà l’occasione per una riflessione sulla figura del Toniolo e la crisi attuale, come ha sottolineato mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e postulatore della causa di beatificazione: “In una fase di profonda crisi di valori oltre che economica, la sua proposta è moderna e ci dà una bussola. Toniolo si trovò a fronteggiare capitalismo nascente e il socialismo, che sarebbe poi sfociato nel marxismo”. E mons. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, ha aggiunto: “Lui affermava che l’unica cosa che le imprese devono fare con i soldi che avanzano è reinvestirli per creare lavoro. Non puoi far diventare il capitale ciò che ti governa. E la finanza è solo uno strumento, mentre oggi è diventato un soggetto”.

Nato nel 1845 a Treviso, padre di 7 figli avuti dalla moglie Maria Schiratti, fondatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani e tra i fondatori del Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana, Toniolo diede impulso alle Banche di credito cooperativo e anche all’Università Cattolica, che però non vide nascere. Insegnò economia politica all’Università di Pisa e riorganizzò l’associazionismo cattolico italiano. Il 14 gennaio 2011 la Congregazione delle Cause dei santi ha promulgato il decreto sul miracolo a lui attribuito, atto che conclude l’iter di beatificazione. La beatificazione si intreccerà con una serie di appuntamenti significativi: il forum internazionale dell’Azione Cattolica organizzato insieme al Pontificio consiglio Giustizia e Pace e a quello per i Laici; il convegno annuale delle presidenze diocesane del movimento, che si terrà dal 28 aprile al 1 maggio a Roma alla Domus Pacis. E un convegno sul tema ‘L’attualità della figura di Giuseppe Toniolo’ in programma sempre alla Domus Pacis nel pomeriggio del 29 aprile che sarà aperto dal presidente della Cei card. Angelo Bagnasco e a cui interverranno il ministro Ornaghi, l’economista Stefano Zamagni, il ministro per l’Armonia nazionale in Pakistan, Paul Bhatti, fratello di Shahbaz Bhatti ucciso in un attentato poco più di un anno fa.

Il presidente dell’Azione Cattolica Italiana, prof. Franco Miano, ha affermato in un recente convegno: “Toniolo è il santo di una vita quotidiana vissuta in pienezza, laddove il riferimento alla vita quotidiana non dice solo la normalità del vivere assunta in pieno nelle sue mille sfaccettature, ma anche la tensione a trasformare la vita quotidiana. Un impegno a starvi dentro cambiando e per cambiare; un’esistenza vissuta concretamente ma sapendo rileggere il quotidiano alla luce dell’eterno. In questo senso Toniolo costituisce un modello di santità per tutta l’associazione ma anche per ogni uomo e donna del nostro tempo… Ha vissuto concretamente l’attenzione della Chiesa per i più poveri. Talvolta l’elemento del docente o della persona impegnata in ambito politico rischia di non porre in adeguato risalto l’aspetto altrettanto decisivo di una vita spirituale che sa farsi attenzione agli altri, alle loro situazioni, in particolare le più difficili, accendendo in loro una luce di speranza. Anche questo ‘farsi prossimo’ è elemento essenziale della vocazione del laico”.

Quindi è stato definito ‘Maestro dei cattolici italiani in campo sociale’. È stato il protagonista di un periodo importante nella storia del movimento cattolico italiano, quella della Rerum Novarum e del cattolicesimo sociale in genere. Dopo di lui sono venuti altri, tra cui Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi, interpreti di stagioni diverse in cui il movimento cattolico riuscì finalmente a trovare uno sbocco anche politico. Il confronto con queste grandi figure non ha favorito Toniolo, spesso considerato meno importante di altri nella storia del cattolicesimo italiano. La sua beatificazione rappresenta perciò un’occasione per riscoprirne l’originalità, a partire da un profilo spirituale certamente non comune. Dedicò la sua tesi di laurea a dimostrare l’importanza del nesso tra etica ed economia. Anche in Italia, infatti, era iniziato il decollo industriale e, sottolineando l’importanza delle scelte e dei comportamenti morali, egli intendeva rivendicare la rilevanza della fede religiosa anche nel campo dei fenomeni economici.

E’ stato infatti un intellettuale di livello europeo, i suoi studi si inseriscono nel grande dibattito del suo tempo sul rapporto tra cristianesimo e capitalismo, da Max Weber a Werner Sombart. Ma non si è chiuso nell’erudizione: tutta la sua elaborazione culturale è infatti attraversata da una forte spinta apologetica. Coltivando un forte senso dell’obbedienza ed esercitando sempre una grande pazienza, egli fu in realtà il primo autentico leader laico del cattolicesimo italiano, esercitando un’autorevolezza diffusa, distinta ma non conflittuale con l’autorità ecclesiastica. In questo ruolo, egli aiutò la Chiesa del suo tempo a riconciliarsi con la storia e a riprendere il confronto con il mondo moderno.  Tra le sue iniziative più significative ci sono l’Unione cattolica per gli studi sociali in Italia e la fondazione della Rivista internazionale di scienze sociali. Con la nomina a presidente dell’Unione popolare, la sua leadership venne riconosciuta ufficialmente da Pio X e Toniolo poté lanciare iniziative innovative come le Settimane Sociali dei cattolici italiani. Il suo impegno per il coinvolgimento più attivo delle donne nel movimento cattolico non fu invece accettato e Toniolo, fedele al suo atteggiamento spirituale di sempre, lasciò l’incarico.

Continuò però gli studi e l’attività pubblica, suggerendo tra l’altro nel 1917 un’iniziativa per la pace. Quindi, come il beato John Henry Newman, anche Toniolo sa offrire a chi crede motivi per una ragionevole fede, mostrando a chi non crede quanto riesca a essere feconda di risultati l’amicizia che la unisce alla ragione: “Entrambi, chiedendo di seguirne l’esempio come testimoni del Vangelo, ci spronano a operare tenacemente con la ragione e il cuore in mezzo alle tante difficoltà del nostro tempo. E tra i non pochi motivi di speranza che, nonostante tutto, questo tempo ci offre”, ha ben scritto il prof. Lorenzo Ornaghi.

 

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