Il Papa: i polmoni della preghiera ci permettono di non soffocare
Affollatissima l’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro complice il bel tempo e il giorno festivo in Italia. Il Papa ha proseguito la catechesi sulla preghiera con una riflessione che ha preso lo spunto da un passo degli Atti degli Apostoli che ricorda la istituzione del diaconato. La Chiesa, ha spiegato il Papa “si è trovata a dover affrontare situazioni impreviste, nuove questioni ed emergenze a cui ha cercato di dare risposta alla luce della fede, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo.” Inizia la suddivisione dei compiti all’interno della comunità e gli Apostoli scelgono 7 uomini per la diaconia della carità. “Così, nella vita della Chiesa, nei primi passi che essa compie, si riflette, in un certo modo, quanto era avvenuto durante la vita pubblica di Gesù, in casa di Marta e Maria a Betania. Marta era tutta presa dal servizio dell’ospitalità da offrire a Gesù e ai suoi discepoli; Maria, invece, si dedica all’ascolto della Parola del Signore”.
Non è una contrapposizione però. Il Papa ha ricordato che “Sant’Ambrogio, commentando l’episodio di Marta e Maria, così esorta i suoi fedeli e anche noi: «Cerchiamo quindi di avere anche noi ciò che non ci può essere tolto, porgendo alla parola del Signore una diligente attenzione, non distratta.” Il richiamo è forte per noi oggi “abituati a valutare tutto con il criterio della produttività e dell’efficienza.” Il lavoro è certo importante ma “senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo che, alla fine, lascia insoddisfatti.” E spiegando ancora le parole degli Atti il Papa dice: “Anche la difficoltà che stava vivendo la Chiesa di fronte al problema del servizio ali povere, alla questione della carità, viene superata nella preghiera, alla luce di Dio, dello Spirito Santo.”
Gli Apostoli dunque conferiscono “un ministero particolare a sette uomini, perché sia data loro la grazia corrispondente.” E dopo aver pregato perchè “ non si tratta semplicemente di conferire un incarico come avviene in un’organizzazione sociale, ma è un evento ecclesiale in cui lo Spirito Santo si appropria di sette uomini scelti dalla Chiesa, consacrandoli nella Verità che è Gesù Cristo.” Evidente allora il primato della preghiera nella vita della Chiesa. “Per i Pastori – ha concluso Benedetto XVI – questa è la prima e più preziosa forma di servizio verso il gregge loro affidato. Se i polmoni della preghiera e della Parola di Dio non alimentano il respiro della nostra vita spirituale, rischiamo di soffocare in mezzo alle mille cose di ogni giorno: la preghiera è il respiro dell’anima e della vita.”
Non solo. Nel silenzio di una chiesa, mentre si prega, dice Benedetto, “siamo uniti nel Signore a tanti fratelli e sorelle nella fede, come un insieme di strumenti che, pur nella loro individualità, elevano a Dio un’unica grande sinfonia di intercessione, di ringraziamento e di lode.”