Il papa alla comunità filippina: manifestare la salvezza di Dio

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La ‘missione speciale’ che papa Francesco ha affidato ai 6.000 fedeli filippini che nel pomeriggio hanno partecipato alla messa nella Basilica di San Pietro è che la loro fede diventi lievito nelle comunità parrocchiali romane di appartenenza. 

Riprendendo le letture della terza domenica di Avvento papa Francesco ha sottolineato che l’amore di salvezza di Dio si manifesta in Gesù: “Questi sono i segni che accompagnano la realizzazione del Regno di Dio. Non squilli di tromba o trionfi militari, non giudizi e condanne dei peccatori, ma liberazione dal male e annuncio di misericordia e di pace”.

Nel Vangelo di questa domenica Dio si rivolge ai poveri con precisi ‘segni’: “Tali prodigi sono i ‘segni’ della presenza del suo Regno. E siccome gli abitanti delle periferie esistenziali continuano ad essere ancora molti, dobbiamo chiedere al Signore di rinnovare il miracolo del Natale ogni anno, offrendo noi stessi come strumenti del suo amore misericordioso verso gli ultimi”.

Ecco il motivo dell’Avvento: “Per prepararci adeguatamente a questa nuova effusione di grazia, la Chiesa ci offre il tempo di Avvento, nel quale siamo chiamati a risvegliare nei cuori l’attesa e a intensificare la nostra preghiera. A questo scopo, nella ricchezza delle diverse tradizioni, le Chiese particolari hanno introdotto una varietà di pratiche devozionali”.

Ed ha  ribadito che la comunità filippina sa prepararsi al Natale: “Nelle Filippine, da secoli, esiste una novena in preparazione al Santo Natale chiamata Simbang-Gabi (Messa della notte). Durante nove giorni i fedeli filippini si ritrovano all’alba nelle loro parrocchie per una speciale celebrazione eucaristica.

Negli ultimi decenni, grazie ai migranti filippini, tale devozione ha superato i confini nazionali ed è approdata in tanti altri Paesi. Da anni si celebra Simbang-Gabi anche nella diocesi di Roma, e oggi la celebriamo insieme qui, nella Basilica di San Pietro”.

Quindi ha invitato i fedeli a prepararsi al Natale secondo le indicazioni dell’apostolo Giacomo: “Ci vogliamo impegnare a manifestare l’amore e la tenerezza di Dio verso tutti, specialmente verso gli ultimi. Siamo chiamati ad essere fermento in una società che spesso non riesce più a gustare la bellezza di Dio e a sperimentare la grazia della sua presenza”.

Inoltre ha consegnato una missione ‘speciale’, chiedendo loro di essere ‘lievito’ nelle parrocchie: “La vostra fede sia ‘lievito’ nelle comunità parrocchiali alle quali appartenete oggi. Vi incoraggio a moltiplicare le opportunità di incontro per condividere la vostra ricchezza culturale e spirituale, lasciandovi nello stesso tempo arricchire dalle esperienze altrui. Siamo tutti invitati a costruire assieme quella comunione nella diversità che costituisce un tratto distintivo del Regno di Dio, inaugurato da Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo.

Siamo tutti chiamati a praticare assieme la carità verso gli abitanti delle periferie esistenziali, mettendo a servizio i nostri doni diversi, così da rinnovare i segni della presenza del Regno. Siamo tutti chiamati ad annunciare assieme il Vangelo, la Buona Novella di salvezza, in tutte le lingue, così da raggiungere più persone possibile”.

Anche nell’Angelus papa Francesco aveva sottolineato che Avvento è ‘tempo di conversione’: “Ma questa nuova nascita, con la gioia che l’accompagna, sempre presuppone un morire a noi stessi e al peccato che è in noi.

Da qui deriva il richiamo alla conversione, che è alla base della predicazione sia del Battista sia di Gesù; in particolare, si tratta di convertire l’idea che abbiamo di Dio… Come Giovanni, anche noi siamo chiamati a riconoscere il volto che Dio ha scelto di assumere in Gesù Cristo, umile e misericordioso”.

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