Benedetto XVI: “Il matirmonio unico ‘luogo’ degno per la chiamata all’esistenza di un nuovo essere umano”

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Udienza di Benedetto XVI ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la vita, che si è tenuta in questi giorni in Vaticano. A loro il Papa ha ricordato che “l’unione dell’uomo e della donna in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio, costituisce l’unico ‘luogo’ degno per la chiamata all’esistenza di un nuovo essere umano, che è sempre un dono”. Nell’aula del Sinodo i partecipanti hanno discusso su “Diagnosi e terapia dell’infertilità”; al Papa il compito di concludere oggi i lavori dell’assise nella sala Clementina, richiamando al senso profondo dell’impegno dell’Istituzione pontificia: “Non cedete mai alla tentazione di trattare il bene delle persone riducendolo ad un mero problema tecnico!”.

 

Esiste la “possibilità concreta di un fecondo dialogo tra dimensione etica e ricerca biomedica”, ha spiegato il Papa, mettendo in campo “l’onestà intellettuale del vostro lavoro, espressione di una scienza che mantiene desto il suo spirito di ricerca della verità, a servizio dell’autentico bene dell’uomo”, “che evita il rischio di essere una pratica meramente funzionale”. Perché “la dignità umana e cristiana della procreazione”, “non consiste in un ‘prodotto’, ma nel suo legame con l’atto coniugale, espressione dell’amore dei coniugi, della loro unione non solo biologica, ma anche spirituale”.

“Davanti al problema dell’infertilità della coppia, infatti, avete scelto di richiamare e considerare attentamente la dimensione morale – ha aggiunto Benedetto XVI -, ricercando le vie per una corretta valutazione diagnostica ed una terapia che corregga le cause dell’infertilità”.

Secondo il Papa, non c’è soltanto il “desiderio” legittimo “di donare un figlio alla coppia, ma di restituire agli sposi la loro fertilità e tutta la dignità di essere responsabili delle proprie scelte procreative, per essere collaboratori di Dio nella generazione di un nuovo essere umano”. Ecco che “la ricerca di una diagnosi e di una terapia rappresenta l’approccio scientificamente più corretto alla questione dell’infertilità, ma anche quello maggiormente rispettoso dell’umanità integrale dei soggetti coinvolti”.

Ma attenzione, per Benedetto XVI gli scienziati devono trattare “problematiche, ritenute da alcuni vostri colleghi desuete dinanzi al fascino della tecnologia della fecondazione artificiale”, adoperandosi per risolvere “le legittime aspirazioni genitoriali della coppia che si trova in una condizione di infertilità”, che “devono pertanto trovare, con l’aiuto della scienza, una risposta che rispetti pienamente la loro dignità di persone e di sposi”.

“Lo scientismo e la logica del profitto – ammonisce il Papa – sembrano oggi dominare il campo dell’infertilità e della procreazione umana, giungendo a limitare anche molte altre aree di ricerca”. Tuttavia “la Chiesa – continua Benedetto XVI – presta molta attenzione alla sofferenza delle coppie con infertilità, ha cura di esse e, proprio per questo, incoraggia la ricerca medica”, anche se “la scienza non sempre è in grado di rispondere ai desideri di tante coppie”.

“Vorrei allora ricordare agli sposi che vivono la condizione dell’infertilità – ha concluso il Papa – , che non per questo la loro vocazione matrimoniale viene frustrata. I coniugi, per la loro stessa vocazione battesimale e matrimoniale, sono sempre chiamati a collaborare con Dio nella creazione di un’umanità nuova. La vocazione all’amore, infatti, è vocazione al dono di sé e questa è una possibilità che nessuna condizione organica può impedire. Dove, dunque, la scienza non trova una risposta, la risposta che dona luce viene da Cristo”.

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