L’Archivio vaticano apre la porte, Lux in arcana

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Ha già 400 anni di vita e da 130 anni è aperto agli studiosi di tutto il mondo, ma rimane sempre uno dei luoghi più misteriosi e che suscita emozione e curiosità. Per questo da febbraio del 2012 sarà fatta «Lux in arcana», luce nelle realtà nascoste. È questo il titolo della mostra che per la prima volta nella storia dell’Archivio Segreto Vaticano, porterà fuori dal piccolo Stato dal 29 febbraio prossimo, un centinaio di documenti preziosi e unici. Un evento davvero speciale che il Cardinale Archivista di Santa Romana Chiesa, Raffaele Farina, ha voluto sottolineare scegliendo un luogo di grande prestigio: i Musei Capitolini. Si potrà vedere il volume degli atti del processo di Galileo Galilei ad esempio, o la lettera dei membri del Parlamento inglese a Clemente VII sulla causa matrimoniale di Enrico VIII, “il documento più impressionante mai messo in circolazione dall’Inghilterra dei Tudor”. E poi la Bolla di scomunica di Martin Lutero del 1520, e addirittura la Bolla di Alessandro VI sulla scoperta del nuovo mondo del 1943. Dopo il rientro di Colombo in Europa il Papa emanò una serie di documenti tra i quali questo con cui concedeva ai sovrani spagnoli il possesso di tutte le isole e le terre scoperte e di quelle che sarebbero state scoperte in futuro, a ovest di una linea di confine ideale Polo Nord/Polo Sud, idealmente tracciata a circa cento leghe dalle isole Azzorre e dalle isole di Capo Verde.

E poi ci saranno i documenti dei processi contro l’Ordine dei Templari in Francia, tra cui duecentotrentuno strazianti deposizioni, rese tra il timore di non contraddirsi e il frustrato desiderio di difendere l’Ordine, contenute nei circa 60 metri lineari del rotolo di pergamena. Non ci sono solo testimonianze della politica dei tempi più difficili, ma anche bellissime lettere come quella di Bernadette Soubirous a Pio IX. Mentre la sua salute già cagionevole va peggiorando progressivamente, Bernadette, che aveva nel cuore la visione della Madonna alla Grotta di Lourdes, indirizza una lettera al Papa nella quale, definendosi un “piccolo zuavo di Vostra Santità, armato di preghiera e sacrificio”, auspica per il pontefice “che dal cielo la Santissima Vergine getti spesso il suo sguardo materno su di Voi, Santo Padre, perché l’avete proclamata Immacolata”.

“Questa è la prima mostra fuori dal Vaticano- spiega il Cardinale- perché l’Archivio Segreto Vaticano, a differenza della Biblioteca Apostolica Vaticana, per Statuto, non ha mai partecipato e non partecipa ad alcuna mostra con i propri documenti originali. Solo nel 1991, venne fatta una mostra, negli allora nuovissimi locali del «bunker», che si trova sotto il Cortile della Pigna, dove 83 km di scaffali lineari custodiscono i documenti del governo della Chiesa dal IX secolo.”

Perché questa scelta, Eminenza? “L’idea è proprio quella di svelare la realtà più vera dell’Archivio dei Papi e della Santa Sede. Molti romanzi l’hanno descritto come un nascondiglio sicuro per oggetti e testi quasi mitologici, ma in effetti l’Archivio Segreto è come tutti gli archivi di Stato.”

Cosa custodisce? “Per esempio gli archivi dei Concili, da quello di Trento al Vaticano II; ci sono lettere di Napoleone che cerca informazioni sulla sua famiglia, o di Elisabetta I d’Inghilterra e di Maria Stuarda; i documenti degli Asburgo… C’è addirittura un invito al Papa da parte de Gran Khan dei mongoli Güyük, nipote di Gengis: è datato 1246. E chi immaginerebbe che, poco dopo la presa di Porta Pia, il 31 dicembre del 1870, re Vittorio Emanuele II mandasse un telegramma al Papa Pio IX per rammaricarsi delle inondazioni del Tevere alla fine di quell’anno? «Mi fermo qualche ora – scrive il Re d’ Italia – e colgo questa opportunità per presentare i miei rispettosi ossequi alla Santità Vostra per cui sempre professo la massima venerazione e filiale affetto».” In mostra ci sarà almeno un documento per ogni nazione, e poi di diversi materiali, dalle pergamene, alla carta, addirittura alla corteccia d’albero e alla seta. E non saranno documenti solo legati al Papato, ma anche provenienti da ambienti musulmani e ebraici. E anche lettere di atei che hanno scritto ai Papi.E poi testi preziosi e antichi dell’ VII -IX secolo.

Eminenza quali anni si possono consultare? “L’Archivio Segreto Vaticano segue le consuetudini degli Archivi storici sparsi per il mondo e, in particolare, degli Archivi di Stato. L’Archivio Vaticano invece che far riferimento a un certo numero di anni preferisce riferirsi alla fine di un Pontificato, attualmente l’Archivio Vaticano è aperto fino alla fine del Pontificato di Pio XI, 1939. Questo per ragioni di tipo organizzativo e, diciamolo pure, di buon senso e di tutela della privacy, soprattutto delle persone che sono ancora in vita o che hanno determinato per iscritto la loro volontà a riguardo dei documenti che li riguardano. Lo scopo perciò non è di nascondere chissà quali segreti.”

Conservate solo i documenti ufficiali o anche le lettere e gli scritti privati dei Papi? “In genere si conserva tutto ciò che arriva dagli Uffici della Santa Sede in Vaticano e fuori del Vaticano come le Nunziature sparse per il mondo. Si separano le lettere o i documenti privati da quelli ufficiali già negli uffici prima di consegnarli all’Archivio Segreto”. Ma capita che invece qualcuno porti «distrattamente» a casa un libro o una lettera d’ufficio? “Lei allude agli officiali di Curia? Prendendo quel suo distrattamente alla lettera, forse sì, qualche volta! Spero che non capiti più. Comunque diventa sempre più difficile”.

E a proposito del discusso archivio del pontificato di Pio XII e i documenti sul sostegno dato agli ebrei? “Il pontificato di Pio XII (1939-1958) sarà aperto tutto tra 3-4 anni. Non ci sono segreti. E bisogna sapere che non è facile fare ricerche negli archivi. Nell’Archivio Vaticano non si trova lo scaffale pronto con i documenti più interessanti per l’attualità. E poi, spesso qui delle cose più interessanti per loro non ci sono gli originali. Perché, per quel che riguarda la corrispondenza, le lettere spedite ovviamente si trovano nei rispettivi archivi dei diversi Stati destinatari della corrispondenza. ”

Ma allora segreto che significa? “Le radici dell’Archivio Segreto sono nella Biblioteca Vaticana. Nel rinascimento c’era un’ aula secreta, dove si conservavano i documenti del governo della Chiesa e che non erano consultabili, come lo erano invece i manoscritti della Biblioteca Vaticana. E poi anche la Segreteria di Stato in latino veniva denominata a secretis; dalla Segreteria di Stato proveniva la maggior parte dei documenti del governo della Chiesa.”

La mostra Lux in arcana offre per la prima volta ad un vasto pubblico l’opportunità di immergersi nella realtà dell’Archivio Vaticano attraverso alcuni fra i suoi preziosi documenti, e grazie ad uno straordinario allestimento multimediale.

 

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