La speranza al centro. Gli esercizi spirituali di mons. Giuliodori

Condividi su...

“…Quello che mi stupisce, dice Dio, è la speranza. Non me ne capacito. Questa piccola speranza che ha l’aria di non essere nulla”. Con questa frase tratta da ‘Il portico del mistero della seconda virtù’ di Charles Peguy, sono iniziati gli esercizi spirituali predicati da mons. Claudio Giuliodori, appena rientrato dalla GMG di Sidney, a 60 coppie della diocesi di Macerata.

I partecipanti si sono riuniti ad Avenale di Cingoli, per riflettere sull’enciclica ‘Spe Salvi’ di papa Benedetto XVI. I paragrafi 30/31, ha spiegato il vescovo, sono il perno dell’enciclica, perché l’uomo vive di speranza: “Noi abbiamo bisogno delle speranze -più piccole o più grandi- che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere”.

E per concretizzare questi paragrafi centrali dell’Enciclica, mons. Giuliodori ha proposto come pista di riflessione il testo biblico di Giobbe, che parla di speranza ed è legato alla felicità dell’uomo. Un cammino non sempre facile, in cui la speranza è il dato oggettivo di un avvenimento. “E’ la realizzazione del presente”, ha precisato mons. Giuliodori, una presa di coscienza, che attiva il futuro nel presente (già e non ancora); di contro, chi vive di speranze future è costretto ad ideologizzare (si pensi alle utopie del secolo scorso come nazismo e comunismo); oppure la speranza posta nell’economia con la conseguente crisi della volatilità dei mutui, che crea problemi alle famiglie.

In definitiva, continua mons. Giuliodori, a speranza è un’esperienza del presente che incide nel futuro e si sperimenta con la preghiera, l’azione, la sofferenza ed il giudizio. Sant’Agostino definisce la preghiera un esercizio del desiderio, in quanto è un’esperienza di dialogo spirituale con Dio: “Pregare – ha insistito il vescovo – non significa ritirarsi dalla storia”, ma la preghiera serve per risvegliare la nostra coscienza, perché “la speranza cristiana ci rende operosi”, perché ogni azione retta è una speranza in atto.

Inoltre, l’azione e la sofferenza rende l’uomo protagonista della storia; ed infine il giudizio di Dio è speranza, perché in questo giudizio si può riconoscere la giustizia e la grazia, come dice la stessa enciclica: “L’immagine del Giudizio finale è in primo luogo non una immagine terrificante, ma un’immagine di speranza; per noi forse addirittura l’immagine decisiva della speranza”.

Concludendo gli esercizi spirituali, mons. Giuliodori ha affidato le famiglie a Maria attraverso il paragrafo 50 della ‘Spe Salvi’: “Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il suo regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino!”

Free Webcam Girls
151.11.48.50