Dario Mosconi: superare i luoghi comuni

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Dopo l’intervista ad Alessandro Mosconi abbiamo intervista anche il figlio, Dario, che è stato protagonista, lo scorso 9 ottobre, della Giornata nazionale delle persone con la sindrome di Down insieme al capitano dell’Inter, Javier Zanetti per affermare che la sindrome di Down non costringe chi ne è affetto in un angolo. Tutt’altro: essere differenti è normale. Dario Mosconi ha 24 anni e vive a Monza con la famiglia. Dopo aver studiato alla scuola alberghiera, è da tre anni aiuto-cuoco all’Hotel de la Ville. Il padre ci ha raccontato che la vita di Dario è ricca di impegni e molto sportiva: è tifoso dell’Inter, ma pratica anche lo sport, arrivando anche ai Giochi europei Special Olympics di nuoto, a Roma nel 2006 e di sci in Austria. Tra le sue passioni ci sono la montagna (è salito su due delle cime più alte del Monte Rosa) e i tanti amici, al lavoro, in parrocchia e con il gruppo ‘Orizzonte’. Dario ha una marcia in più anche grazie alla fede e tra i suoi incontri più belli c’è stato sicuramente l’incontro con papa Benedetto XVI, con l’associazione ‘Pianeta Down’.

 

Hai una vita molto ricca di impegni: come ti ci trovi?
“Sono molto felice per la vita che ho; sì certo, io ne ho tanti di impegni, che sono per me molto belli e importanti perchè mi servono a crescere e ad incontrare tante persone che mi vogliono molto bene. E anche io voglio bene a loro. Nella mia parrocchia, San Carlo, faccio parte di un gruppo che si ritrova tutte le domeniche e facciamo anche delle vacanze insieme,  cioè cose speciali da condividere. Ho anche un impegno fondamentale che mi rende molto felice: il mio lavoro. Lavoro come aiuto cuoco all’Hotel de la Ville (un Hotel a quattro stelle vicino al parco di Monza). Sono assunto a tempo indeterminato da quasi quattro anni e sono contento di aver trovato un bel lavoro che mi piace e che mi tiene la giornata occupata. Il lavoro mi permette anche di prendere uno stipendio che mi serve per la mia autonomia e il mio futuro. Mi piace anche tanto coltivare le mie amicizie su facebook, e spesso quando non devo lavorare il giorno dopo, passo delle ore a chattare con i miei amici al computer”.

Hai partecipato anche ai giochi europei Special Olympics di nuoto a Roma e di sci in Austria: quanto impegno dedichi allo sport?
“Questi due momenti sono stati entrambi molto significativi per me: mi hanno lasciato una grande
emozione. Aver fatto questi europei di sci e di nuoto è stato poi davvero molto più speciale perchè lì ho conosciuto per caso sul treno verso Roma una bella ragazza. Ora stiamo insieme da più di tre anni e condividiamo la felicità insieme. Si chiama Chiara e con lei io sono felice. Quando mi preparavo per  i giochi europei di nuoto mi allenavo due volte alla settimana. Ora invece che per il nuoto e lo sci ho quasi praticamente smesso con la attività agonistica (le gare di sci le continuo ma non la domenica) durante la settimana mi alleno solo una volta perché lavoro tanto e ho deciso di smettere con lo sport. Però lo sport mi ha dato tanto e mi ha aiutato a credere di più in me. Vado però ancora in palestra per due/tre ore durante la settimana e mi tengo sempre in forma e anche lì ho tanti amici con cui stare insieme”.

Hai incontrato il Papa: cosa significa per te la fede? “Per me la fede è molto importante e unica. Si certo è stato molto bello, una grande emozione vedere il Papa e sono rimasto davvero felice per quello che ho vissuto in quella giornata davvero speciale. La fede è una cosa che ti viene data nel cuore come un dono.  Io la vivo anche servendo come cerimoniere durante tutte le messe che ci sono durante l’anno liturgico e nelle occasion iparticolari. Anche qui ho tanti amici: uno con cui ho una grande amicizia si chiama Nico, e ci conosciamo da 13 anni”.

Sei stato testimonial con Zanetti per la giornata nazionale delle persone con la sindrome di Down: puoi elencare alcuni punti per superare i luoghi comuni: “E’ stato davvero emozionante fare questa foto con Zanetti, uno dei miei calciatori più amati e anche un grande uomo.  E ora è diventata una grande realtà finire su un manifesto insieme a lui per la Giornata delle persone con la Sindrome di Down. Sono davvero contento per questo. I luoghi comuni (mi ha appena spiegato papà cosa sono) non mi interessano. Io sono Dario e sono come sono”.

Sei tifoso dell’Inter. E se vincessero questo campionato la Juventus o il Milan?
“Si certo sono tifoso dell’ Inter da molto e spero che vinciamo lo scudetto anche quest’anno! Di certo non è facile, però se c’è l’ottimismo si può pensare di farcela. Milan e Juventus sono grandi squadre e quest’anno loro hanno forse qualcosa di più dell’Inter, quindi per me sono le prime candidate a vincerlo. Ma come dice lo slogan di quando ho vinto un concorso facendo pubblicità dell’Adidas (raccontando di quando sono salito su una delle cime più alte del Monte Rosa insieme a papà) ‘niente è impossibile’ se ci si da la giusta carica e si alimenta la speranza di vincerlo questo campionato. Si vedrà perciò tutto alla fine dell’ultima giornata”.

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