Berlino: frère Alois rinnova la fiducia nei giovani

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30.000 giovani si stanno incontrando a Berlino per la 34^  tappa del ‘pellegrinaggio di fiducia’ animato dalla comunità di Taizé, meditando sulla lettera che frère Alois ha scritto per loro su una nuova solidarietà. Le preghiere comuni, riflessioni e scambi su diversi temi spirituali, sociali, artistici, politici ed economici segnano questo incontro che è in svolgimento per la prima volta nella capitale tedesca, la cui popolazione ha mostrato di non lasciarsi scoraggiare da situazioni difficili. Infatti la prima visita di un fratello di Taizé a Berlino risale al 1955. Da quando, nel 1961, venne costruito il muro che divideva in due la città, i fratelli hanno moltiplicato le loro visite a Berlino Est. Frère Roger si è recato nel 1986 per una tappa del ‘pellegrinaggio di fiducia’. Fu necessario chiedere alle autorità comuniste il permesso di celebrare una preghiera che si svolse poi simultaneamente in due grandi chiese, cattolica e protestante, riunendo seimila giovani della Germania dell’Est. Il permesso era stato accordato a condizione che non vi fossero partecipanti dell’Ovest.

E frère Alois ha ringraziato i berlinesi per l’accoglienza dei giovani: “Vogliamo sin da questa prima sera ringraziare tutti coloro che ci hanno accolto così calorosamente: le parrocchie, e tante famiglie e persone che hanno aperto le loro porte. Un grazie particolare a coloro che hanno deciso di ospitare i giovani, anche senza appartenere a una chiesa. L’ospitalità è uno dei grandi contributi nella costruzione della pace”. Poi ha spiegato i simboli che adornano la chiesa di ‘Messegelände’, in sottofondo il canto ‘Confitemini Domino’: “Il disegno della Vergine Maria con il bambino Gesù che vediamo in questa sala di preghiera è stato fatto durante la guerra mondiale da un soldato tedesco a Stalingrado in Russia. Per celebrare la vigilia di Natale ha fatto questo disegno sul retro di una carta geografica militare. Esso si trova oggi qui a Berlino, nella Gedächtniskirche, la chiesa lasciata in rovina come ricordo del periodo del nazismo”.

Ha ricordato la tappa compiuta nel 1986 da frère Roger e coloro che quotidianamente cercano di abbattere i muri: “Questo periodo è adesso superato e Berlino è un simbolo per tutti coloro che, in tutto il mondo, cercano di oltrepassare muri di separazione per diffondere la fiducia. Dei muri esistono non soltanto fra popoli e continenti, ma anche molto vicino a noi, e fin nel cuore umano. Allora, per far cadere questi muri, cerchiamo in questi giorni di attingere un nuovo slancio alle fonti della fiducia”. Perciò nessun essere umano può vivere senza fiducia, che è sempre un rischio, ma serve alla nostra libertà : “Scegliere la fiducia non significa chiudere gli occhi di fronte al male. La fiducia non è ingenua o facile, è un rischio. Correre il rischio della fiducia, non possiamo farlo da soli. Abbiamo bisogno di essere sostenuti da altri, saperci accettati e amati. E’ allora che possiamo prendere liberamente le decisioni più importanti nella nostra vita”.

Natale, secondo frère Alois, è la novità di Dio che si fa solidale con l’uomo: “A Natale, Cristo è diventato uno di noi e ci ha lasciato in eredità una nuova solidarietà che si estende a tutta la famiglia umana. E noi sentiamo la responsabilità che questa eredità comporta… Tale solidarietà fa presagire che c’è un amore che ci supera, essa ci porta a credere nell’amore di Dio per ogni essere umano”. Per questo la fiducia in Dio è legata alla ‘lotta interiore’: “Per accogliere la presenza di Dio in noi, non siamo lasciati unicamente ai nostri sentimenti. Dio si appella alla nostra capacità, anche molto piccola, ad avere fiducia”. Quindi secondo frère Alois occorre un cambiamento radicale della nostra visione di Dio: “riconoscere che Dio si fa vulnerabile, cioè che anche lui ha bisogno di essere amato. Il suo amore per noi contiene la domanda: ‘E tu, mi ami?’. Dicendoci che il nostro amore conta per lui, Dio riconosce la grandezza della nostra vita e della nostra libertà. Così, anche al più misero degli umani, Dio ridona la sua dignità, gli rende giustizia”.

Nella preghiera avviene questa unione tra Dio e l’uomo per opera dello Spirito Santo che guida le nostre azioni: “La fiducia che Dio pone in noi diventa radiazione di benevolenza per coloro che ci sono affidati, fonte di una vita solidale con gli altri… Il Vangelo ci ricorda che Cristo è solidale con i poveri. Egli ci attende in chi ha fame, nei malati o abbandonati. La preghiera apre i nostri orizzonti. Dio può, al cuore delle contraddizioni della vita, accendere una fiamma di speranza e di gioia. Tale preghiera ci avvicina a Dio e cambia la nostra visione del mondo. L’amore di Dio ci tocchi a tal punto che la nostra vita diventi una vita per gli altri”.

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