Il Papa. la vera imitazione di Cristo è l’ amore

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Anche oggi a Piazza San Pietro, centinaia di pellegrini hanno atteso il discorso di Papa Benedetto XVI pronunciato durante l’Angelus di questa prima giornata dopo la solennità del Natale. La chiesa, infatti, celebra oggi la memoria liturgica di Santo Stefano, il primo martire cristiano lapidato a Gerusalemme nel 33 o 34 d.C. alla presenza di Paolo di Tarso. Stefano fu il primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli per essere aiutati nell’annuncio del Vangelo. Della vocazione di Stefano, così come del suo martirio ne danno testimonianza gli Atti degli Apostoli. La Chiesa, fissa – immediatamente dopo il Natale – una serie di memorie liturgiche riguardanti i “comites Christi” (Stefano, Giovanni l’Evangelista, i Santi Innocenti), cioè i più vicini nel percorso terreno di Cristo e primi a renderne testimonianza con il martirio. “Dopo la generazione degli Apostoli, – afferma il Pontefice – i martiri acquistano un posto di primo piano nella considerazione della Comunità cristiana. Nei tempi di maggiore persecuzione, il loro elogio rinfranca il faticoso cammino dei fedeli e incoraggia chi è in cerca della verità a convertirsi al Signore”.

“La vera imitazione di Cristo – prosegue Benedetto XVI – è l’amore, che alcuni scrittori cristiani hanno definito il «martirio segreto». […] Come nell’antichità anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci ricorda il Signore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22)”. Il Santo Padre, infine, rivolge a nome di tutti una preghiera alla Vergine Maria per “custodire Integra la volontà di bene, soprattutto verso coloro che ci avversano”. Le notizie di queste ultime ore ci hanno dimostrato, infatti, che la ferocia e l’odio contro i cristiani non si è arresta nemmeno per il giorno di Natale. Sono più di 40 le vittime della terribile esplosione avvenuta in una chiesa di Abuja, capitale della Nigeria, durante la messa di Natale. Cinque le esplosioni – tutte contro chiese cristiane – che hanno messo in ginocchio un intera Regione. “Una manifestazione della crudeltà e di un odio cieco, assurdo, – ha commentato il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione di vicinanza al popolo nigeriano – che non ha alcun rispetto per la vita umana. …Mentre preghiamo per le vittime ci auguriamo che questa insensata violenza non indebolisca la volontà di convivenza pacifica e di dialogo nel Paese”.

Papa Benedetto XVI al termine della preghiera dell’Angelus ha rivolto la sua attenzione proprio ai drammatici avvenimenti accaduti in Nigeria: “Il Santo Natale suscita in noi, in modo ancora più forte, la preghiera a Dio affinché si fermino le mani dei violenti, che seminano morte e nel mondo possano regnare la giustizia e la pace. Ma la nostra terra continua ad essere intrisa di sangue innocente. Ho appreso con profonda tristezza la notizia degli attentati che, anche quest’anno nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese della Nigeria. Desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime”. Poi, con un tono di voce più sostenuto, il Pontefice ha dichiarato: “Faccio appello affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono la via per giungere alla pace”.

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