Il bilancio della GMG. Mons. Sigalini: la sfida per i giovani è la coerenza

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“Ragazzi, la Chiesa sarà, come dico io con le mie parole, sgangherata, ma è sempre la sposa di Cristo, è sempre il luogo della comunione tra Dio e gli uomini, e tra gli uomini, come dice il concilio”. Lo spiega a Korazym.org mons. Domenico Sigalini, a margine dagli eventi della GMG di Sydney. E’ l’occasione per commentare l’esperienza australiana e per parlare di giovani.

“Il colpo d’occhio di Sydney mi ha fatto un effetto veramente bello – ha detto il vescovo di Palestrina e assistente nazionale dell’Azione Cattolica – E’ la prima volta che una città si mette veramente a disposizione dei giovani.” “Hanno fatto un’operazione bellissima, dignitosa, molto precisa, – ha aggiunto – e direi che questo è un esempio per tante nostre società che ritengono i giovani come vite da scarto…”.

Eccellenza, il papa ha parlato di comunione e di testimonianza. Alla luce di queste parole i giovani sono chiamati ad un impegno sempre maggiore…
“Il discorso della testimonianza lo vedo un po’ più maturo. Siamo stati abituati in questi anni a parlare di testimonianza come annuncio in piazza, nel pub. Sono cose interessanti, che io ho sempre sostenuto e sostengo ancora, ma la prima testimonianza è quella di vivere una vita cristiana coerente, alla quale il Signore ti chiama: sposato, vergine, sacerdote, educatore. Bisogna viverla con gioia e con decisione. Mi pare che i ragazzi si stiano portando su questo. Vogliono capire per chi sono fatti e, se sono felici, come comunicare la loro felicità agli altri”.

E sul concetto di comunione?
“I ragazzi hanno un’immediata percezione che bisogna vivere uniti nella nostra realtà, e questa esperienza di Sydney è tipica. Non è un problema il razzismo, non è un problema la diversità. Mi ricordo della GMG di Toronto. Ci facevamo un po’ di domande, perché lì era un mondo antico, in cui erano arrivati altri popoli. Qui è tutto un mondo nuovo: la gente è venuta da tutte le parti, e si è trovata a casa sua. Ciascuno ha i suoi diritti per cui si vede questa massima tolleranza e collaborazione nel tirar fuori una città bella e meravigliosa com’è Sydney”.

Il papa, in un suo passaggio molto forte, ha chiesto ai giovani di non andare via dalle chiese…
“Ci sono delle ferite nella creazione. Chi cura queste ferite? Le cura una comunità, non un’idea. Le cura un tessuto di relazioni che è tenuto insieme dallo Spirito Santo. Quindi ragazzi, la Chiesa sarà, come dico io con le mie parole, sgangherata, ma è sempre la sposa di Cristo, è sempre il luogo della comunione tra Dio e gli uomini, e tra gli uomini come dice il concilio. La comunità cristiana è una struttura, è un’istituzione, ha dei difetti, ma è sempre la sposa di Gesù. Il dono della comunione, se volete viverlo, lo vivete in un tessuto concreto, datato, fatto di volti e di tempi, fatto di età e di idee diverse, ma tutte di persone che amano Gesù”.

Tutto questo alla luce dello Spirito Santo, come recita il tema della GMG…
“E’ necessario che ci sia il dono dello Spirito perché questo possa avvenire. Noi siamo la comunità più impossibile che esista. Nella Chiesa c’è il povero e il ricco, quello di destra e quello di sinistra, quello che non ha soldi e quello che gli sperpera. Ci sono tutti, chi li tiene assieme? Solo lo Spirito Santo, perché vuole che tutti diano il proprio contributo al regno di Dio che c’è, che viene e che verrà”.

Mons. Sigalini, per anni è stato responsabile nazionale della pastorale giovanile. Questo colpo d’occhio di Sydney che effetto le ha fatto?
“Bellissimo. E’ la prima volta che una città si mette veramente a disposizione dei giovani. Hanno chiuso strade principali, hanno rivoltato la città, hanno cambiato addirittura i giorni delle ferie dei ragazzi per poter accogliere i giovani di tutto il mondo. Hanno fatto un’operazione bellissima, dignitosa, molto precisa, e direi che questo è un esempio per tante nostre società che ritengono i giovani come vite da scarto…”

I giovani, quindi non sono vite da scarto, ma protagonisti nella Chiesa….
“I giovani sono risorse da impegnare nella vita cristiana e nel mondo.” 

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