GMG di Sydney. Le voci dei giovani…

ragazze alla gmg
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La GMG? “Wonderful”. Il papa? “Cool”. Lo dice Carolina, 17 anni, una dei ragazzi della XXIII GMG. Sacco a pelo, coperte al seguito e maglioni, i pellegrini hanno passato una notte insolita, sotto il freddo di Sydney, per poi risvegliarsi al mattino sotto un timido sole, coperto dalle nuvole. Già dalle 8 l’animazione e la preghiera, aspettando il papa. Durante la notte le file per le confessioni.

C’è una tenda nell’ippodromo di Randwick, dedicata all’adorazione permanente. I ragazzi si mettono in coda, fino a tardi, solo semplicemente per un segno di croce e una piccola preghiera. Qui anche tanti sacerdoti, che impartiscono il sacramento della riconciliazione, uno dei passaggi per lucrare l’indulgenza plenaria, come avvenne alla GMG di Colonia.

“Sono qui per vivere una bella esperienza, – dice Jay – conoscere le persone che hanno i tuoi stessi ideali, e capire cosa serve per andare avanti nella vita”. “Io penso che è una grande opportunità per la mia fede. Le parole del papa provocano un ringiovanimento continuo dello spirito.”, spiega Danniel di Sydney, che dice di aver acuto un “shock” quando ha saputo che la GMG sarebbe arrivata fin qui.

“Sono alla GMG perché vivo un cammino di fede con i miei compagni – dice Carolina di New York, 17 anni – Tramite questa esperienza di vita e di comunione posso avere la forza di continuare in questa mia scelta. Spero di conoscere tante persone del mondo.”

Sulla stessa linea Arom, 17 anni del Libano. “Vorrei che questa esperienza mi aiutasse a diventare un cristiano migliore”, spiega. “Sono qui per essere più vicina a Dio e Gesù – dice Maria, spagnola – Bisogna dire no alle tentazione, e pregare per ricevere i sette doni dello Spirito Santo, perché è difficile vivere”.

“Sono qui per pregare e lodare il Signore – spiega invece Warren – Mi aspetto parole di pace e di incoraggiamento. E’ molto facile capire le parole del papa. La sfida è viverle, perché sono parole di cambiamento di rottura”.

Già il papa, le sue parole sono sempre ascoltate nel massimo silenzio. “Ho bisogno di pregare un po’, per alcune situazioni della mia vita – ci dice Francesca, da Guspini, in provincia di Cagliari – Le parole del papa danno coraggio”. “Il papa ha parlato di valori – ha aggiunto – Io sto cercando di fare un cammino, per essere un’insegnate e un’educatrice. Lui parla sempre del relativismo. Non si capisce più la differenza tra bene e il male. Tutto è bene e tutto è male. Anche noi cattolici rischiamo di sfociare nel male del mondo.”

“Il papa non parla difficile – dice Filippo, 32 anni di Fano – è questione di starlo a sentire oppure no. E’ facile interiorizzare il messaggio.”

Tanti i giovani italiani, quasi 10mila. Un ottimo numero, il terzo al mondo, considerando costi e distanze. Tra di loro moltissimi dei movimenti e delle associazioni. “Molti sono venuti con le diocesi”, spiega Chiara Finocchietti, vice presidente per i giovani dell’Azione Cattolica. Perché essere qui? “In segno di testimonianza. E’ il venire ai confini della terra, e dare testimonianza forte ai giovani di questo paese. Nei negozi di Sydney si vede una carta che mostra il mondo a testa in giù, con l’Australia al nord e l’Europa a sud.”

“Ecco, – ha continuato – venendo qui sembra di vedere un mondo capovolto, e i giovani che sono segno di amore, di bene, della voglia di stare insieme. Ecco, molte volte questo avviene anche nelle nostre città, ma non abbiamo la capacità di capire e vedere”.

Foto Afp 

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