Al Collegio degli Artigianelli Remo Girone diventa san Leonardo Murialdo

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L’attore Remo Girone darà voce e volto a san Leonardo Murialdo per l’intervento di allestimento multimediale del Museo degli Artigianelli di corso Palestro 14 a Torino, progetto inserito all’interno delle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia e finanziato da un apposito bando della Regione Piemonte. Girone vestirà i panni del Murialdo, figura di spicco tra i “santi sociali” (a ben guardare è l’unico tra tutti i santi dell’Ottocento ad essere effettivamente nato a Torino) per ridare vita al museo gestito dai Giuseppini, la congregazione fondata dallo stesso Murialdo nel 1873 ed ancora oggi impegnata ad aiutare i bisognosi, specialmente i ragazzi ed i giovani. La multimedialità si concretizzerà in alcune installazioni video ed audio che faranno “vivere” i locali nei quali il museo è allestito: la “Cappella della Fondazione” dell’Istituto e la stanza dove il Murialdo stesso ha vissuto dal 1866 alla sua morte nel 1900. Remo Girone è impegnato sul set fino al 18 novembre per le riprese all’interno del Collegio degli Artigianelli di corso Palestro 14. «Nelle installazioni multimediali – racconta Paolo Damosso, il regista del progetto (realizzato dalla NOVA-T di Torino) – il Murialdo dialogherà con un ipotetico interlocutore dei nostri giorni, presentando se stesso e il museo. Dalle parole del Murialdo, ci si accorgerà che sono passati 150 anni per alcuni dettagli, che riguardano il vestire, la tecnologia, i modi di dire, ma sono appunto dettagli. Il cuore delle cose è rimasto uguale… i problemi delle persone sono gli stessi oggi come allora e si scoprirà che Murialdo è di una attualità disarmante per quanto riguarda alcuni valori, per il suo spirito e per le sue prese di posizione sui temi del lavoro e della comunicazione. Leggendo gli scritti del Murialdo ho trovato frasi che potrebbero essere pubblicate su qualsiasi quotidiano di oggi».

«Noi Giuseppini – spiega padre Danilo Magni, direttore dell’Opera Torinese del Murialdo – proseguiamo l’impegno del nostro fondatore aiutando ancora oggi i giovani, soprattutto per quanto riguarda l’educazione, la formazione e il lavoro. Il rinnovamento del museo in un’ottica multimediale vuole proprio essere un ulteriore segno di continuità del Collegio degli Artigianelli con lo spirito del Murialdo: prestare attenzione ai problemi delle persone e usare sapientemente i media per comunicare con tutti». «Vestire i panni di un santo – commenta Remo Girone – è una cosa certamente impegnativa, ma mi fa molto piacere interpretare Leonardo Murialdo, perché mio papà è nato a Torino ed è stato operaio alla Fiat. Non potevo incontrare una figura migliore, perciò, che quella del Murialdo che tanto ha fatto per gli operai e i lavoratori». Quella del Murialdo è una presenza significativa nel movimento cattolico piemontese. Lavora per la stampa cattolica, è attivo all’interno dell’Opera dei Congressi, è uno degli animatori dell’Unione Operaia Cattolica. I suoi numerosi viaggi in Francia (ma anche in Belgio e in Inghilterra) gli fanno conoscere istituzioni educative, congregazioni religiose, associazioni del laicato cattolico e lo arricchiscono di un patrimonio pedagogico e sociale che egli sa valorizzare nelle sue opere giovanili e nel movimento cattolico in cui è impegnato. È, inoltre, tra i fondatori nel 1876 della Voce dell’Operaio, il primo giornale operaio cattolico sorto in Italia, che esiste ancora oggi come settimanale dell’arcidiocesi di Torino, con la testata La Voce del Popolo.

Gli ultimi anni della sua esistenza, segnati da frequenti malattie (bronchiti e polmoniti) sono prevalentemente dedicati allo sviluppo della sua congregazione al di fuori del Piemonte, con l’apertura di oratori, scuole, centri giovanili. Leonardo Murialdo muore il 30 marzo 1900. Viene proclamato santo nel 1970 da Paolo VI. La sua festa ricorre il 18 maggio. La Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo) è stata fondata a Torino il 19 marzo 1873. Le prime atttività in cui si è impegnata sono state: i collegi per ragazzi orfani, poveri e abbandonati; le scuole di arti e mestieri; gli oratori; le colonie agricole; le case famiglia; la promozione sociale, culturale e politica dei giovani appartenenti ai ceti più poveri. Col tempo ha proseguito la scelta preferenziale per i giovani delle classi popolari che ha caratterizzato le sue origini, incarnandola e attuandola con modalità differenti e rispondenti ai segni dei tempi. L’espressione “Ne perdantur” (Affinché non si perdano), che riassume il cuore della passione e della pedagogia murialdina, continua ad animare l’impegno quotidiano dei giuseppini e dei moltissimi laici che ne condividono il carisma e la missione. Tale impegno li vede coinvolti, come comunità di educatori appassionati alla vita, nei processi e nei percorsi educativi di migliaia di ragazzi e giovani in Italia e nel mondo.

Il loro desiderio è di stare accanto ai giovani come “amici, fratelli e padri”, accompagnandoli nelle varie situazioni di vita e curandone l’istruzione, la preparazione al lavoro, l’educazione umana e cristiana e aiutandoli nella ricerca del loro posto nella Chiesa e nella società. In Italia attualmente i Giuseppini contano oltre cento presenze, suddivise in Opere e attività sul territorio, raggruppabili in cinque aree fondamentali: 1) la formazione professionale e l’avviamento al lavoro; 2) l’accoglienza di ragazzi, con situazioni famigliari problematiche, bisognosi di sostegno educativo, affettivo, scolastico ed economico; 3) la scuola; 4) gli oratori e i patronati giovanili; 5) le parrocchie. I giuseppini hanno inoltre delle comunità in: Spagna, Albania, Romania, Ecuador, Colombia, Messico, Argentina, Cile, Brasile, Stati Uniti d’America, Sierra Leone, Guinea Bissau, Ghana e India. Fedeli alla spiritualità e alla missione del Fondatore, i Giuseppini del Murialdo oggi sono presenti nel territorio torinese con una organizzazione denominata: “Opera Torinese del Murialdo”. Le strutture storiche dell’Opera sono costituite: dal Collegio Artigianelli, dall’Oratorio San Martino e dal santuario di Nostra Signora della Salute. L’Opera Torinese del Murialdo è attiva ed operante in questi luoghi storici e in varie aree della città e dintorni, attraverso forme diverse.

Tra queste spiccano in modo particolare: 1. l’Engim (Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo), che prosegue nel tempo l’intuizione originaria murialdina di educare i giovani al lavoro, mediante i centri di formazione professionale e l’avviamento al lavoro; 2. la Comunità Murialdo Piemonte, che, con i suoi progetti di accoglienza e percorsi di autonomia, opera per ridare senso e prospettiva a ragazzi e famiglie vittime della povertà, proprio come il Murialdo faceva nell’Ottocento per i suoi orfani o abbandonati; 3. l’Associazione A.P.E. (Accogliere Per Educare), la quale, mediante la pastorale giovanile e l’oratorio, mantiene vivo il desiderio del Murialdo di educare cristianamente le giovani generazioni per farne “onesti cittadini e buoni cristiani”; 4. l’Engim Internazionale, che con la sua azione nelle scuole e sul territorio mira all’accrescimento della solidarietà verso i poveri del mondo, all’educazione allo sviluppo e all’assunzione di stili di vita attenti all’ambiente e agli altri. Una molteplicità di attenzioni e azioni, resa possibile dal radicamento sul territorio e dal collegamento in rete degli interventi educativi, che portano i Giuseppini così a realizzare un’attenzione complessiva al giovane che cresce.

 

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