Bagnasco: Ridare slancio morale alla nazione

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Anzi, è stato celebrato “facendo memoria del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma – prima ancora – l’avevamo voluto per rinnovare la nostra consegna all’Eucaristia quale mistero d’amore che, unendoci intimamente a Gesù, ci apre ai fratelli. Per la Gmg, invece, il presule si è soffermato sulla “massiccia affluenza”, come pure sulla “qualità della partecipazione”: i giovani che “hanno invaso Madrid” hanno determinato “ancora una volta un’invasione non solo pacifica, ma anche pacificante rispetto a un contesto attraversato da varie tensioni”. Allargando lo sguardo oltre i confini ecclesiali, “nel cuore dell’estate – ha sottolineato Bagnasco – si è esplicitato un contrasto stridente tra ciò che avveniva per le vie di Madrid e certe turbolenze in atto nel mondo” che hanno sempre visto i giovani “protagonisti indiscussi”. “Avvertendosi tagliati fuori dai luoghi decisionali in cui si vanno affrontando i problemi dell’assetto economico e non solo, i giovani – ha affermato – manifestano la loro incomprimibile esistenza”.

Tra le questioni toccate anche il patto intergenerazionale e la crisi: “Se non si riescono a far scaturire, nel breve periodo, le condizioni psicologiche e culturali per siglare un patto intergenerazionale che, considerando anche l’apporto dei nuovi italiani, sia in grado di raccordare fisco, previdenza e pensioni avendo come volano un’efficace politica per la famiglia, l’Italia non potrà invertire il proprio declino: potrà forse aumentare la ricchezza di alcuni, comunque di pochi, ma si prosciugherà il destino di un popolo”. Questione morale poi al centro della prolusione. “La responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano. I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in sé stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà”, ha detto.

“Si rincorrono, con mesta sollecitudine, racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica”, ha affermato il cardinale, ammettendo che “è l’esibizione talora a colpire” come pure “l’ingente mole di strumenti d’indagine messa in campo” e “la dovizia delle cronache a ciò dedicate”. “Nessun equivoco tuttavia può qui annidarsi”, ha aggiunto richiamando la “responsabilità morale” e il “danno sociale” dato da “comportamenti licenziosi” e “relazioni improprie”.

 

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