Siria: uno sguardo sulla repressione attraverso la preghiera

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In Siria le repressioni governative, nonostante le proteste del mondo occidentale e le possibili sanzioni imposte dall’ONU, continuano e aumenta il numero di morti durante le proteste contro l’attuale governo. I manifestanti chiedono solamente riforme democratiche. Per sostenere questa ‘primavera’ non violenta il monastero cattolico di Deir Mar Musa ha deciso di dedicare questa settimana al digiuno ed alla preghiera per la riconciliazione nel Paese fino al 30 settembre.

 

Padre Paolo Dall’Oglio, gesuita e fondatore della comunità monastica siro-cattolica di Deir Mar Musa, si è rivolto al Governo siriano perché inviti il Comitato internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa insieme ad altre organizzazioni umanitarie internazionali non di parte (come il movimento mondiale degli scout, i movimenti gandhiani o le organizzazioni non governative di difesa dei diritti umani) perché cooperino con le organizzazioni non governative siriane. Intanto, pare che questo appello sia stato accolto, perché secondo un annuncio del presidente del comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jakob Kellenberger, citato dall’agenzia d’informazione ‘Dpa’: “La autorità siriane per la prima volta hanno garantito alla Croce Rossa accesso a un luogo di detenzione. Inizialmente potremo visitare i detenuti arrestati dal ministero dell’Interno, ma siamo fiduciosi che presto potremo visitare tutti i detenuti”.

Intanto padre Paolo Dall’Oglio ha motivato le scelte di indire una settimana di digiuno e di preghiera: “La comunità di Deir Mar Musa al Habasci (Monastero di San Mosé l’Abissino) intende trascorrere otto giorni di digiuno, preghiera e ‘sakina’, per supplicare Dio l’Eccelso, Padre di Misericordia, per ottenere la riconciliazione tra i cittadini sulla base di una comune scelta per la non violenza come unico metodo in grado di garantire una riforma duratura, senza scivolare nella guerra civile e il circolo vizioso della vendetta”.

L’appello è di unirsi alla preghiera, al di là di qualunque orientamento, per affermare la possibilità di trovare una soluzione pacifica alla crisi attraversata dal paese dallo scorso marzo: “Speriamo di toccare il cuore di tutti coloro che sono approdati all’uso della violenza giustificandolo col pretesto della paura, dell’interesse, del dovere, della religione o dell’ideologia. Chiediamo per la Siria il miracolo della riconciliazione. Speriamo che tutti i nostri fratelli, amici e cittadini della Siria, di qualsiasi orientamento, ci accompagneranno in quest’atto di devozione. Piangiamo tutti i nostri ‘martiri’; essi sono nostri figli, fratelli e padri… Speriamo di toccare il cuore di tutti coloro che sono approdati all’uso della violenza, giustificandolo con il pretesto della paura, dell’interesse, del dovere, della religione o dell’ideologia. Chiediamo per la Siria il miracolo della riconciliazione, Amen! Lo attendiamo da Dio, nella conversione gli uni verso gli altri dei cuori delle figlie e figli di questa terra.

Il nostro Paese è ferito, e le anime sono piene di sentimenti di subita ingiustizia e di paura della persona altrui. Ognuno vede l’altro come un pericolo per la comunità, come un nemico della patria; gli è difficile riconoscerlo come un essere umano a lui simile, che ha gli stessi diritti e dignità, anche se li ha egli stesso snaturati”. Padre Dall’Oglio si domanda come si può uscire da questa spirale dell’odio e dialogare fra due parti che si considerano reciprocamente come bugiardi, come nemici della patria e dell’umanità:

“La riconciliazione ha, a nostro avviso, diverse porte, anche se sono anch’esse oggetto di dialogo e di negoziato. Ci auguriamo che si apra la porta della libertà di espressione e di stampa, che cresca l’etica degli operatori del settore dei media, all’esterno e all’interno del paese. Infatti,  non è possibile sfuggire alla menzogna che attraverso la pluralità delle fonti d’informazione. Oggi, è effettivamente impossibile per qualsiasi paese, l’isolarsi dalla società globale. Dobbiamo quindi cercare un minimo di obiettività, attraverso la pluralità mediatica mondiale, pur essendo coscienti dei suoi limiti e reagendo contro di essi.

La seconda porta alla quale bussiamo è rappresentata dal desiderio dell’uomo di raggiungere un livello di coscienza che gli permetta di risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza, nella maggior parte delle occasioni e delle situazioni. Perciò rifiutiamo qualsiasi proposta d’intervento straniero armato, come rifiutiamo qualsiasi escalation terrorista all’interno del paese, e così pure non possiamo accettare l’uso della violenza praticata per reprimere il movimento pacifico di rivendicazione democratica”.

Anche Pax Christi si unisce alla settimana di preghiera promossa dal gesuita, affermando che ad oggi risultano 5000 tra uccisi e scomparsi e 13000 prigionieri politici: “Ma non è vero che non possiamo fare nulla. Rompiamo il silenzio complice, la distrazione estiva, gli allarmi interessati (a una nuova guerra). Anche per la Siria Pax Christi vuole affermare l’importanza di una efficace politica di pace con mezzi di pace. E per questo chiediamo un preciso intervento internazionale sotto la guida dell’Onu che attivi una robusta politica di pace utilizzando i numerosi concreti strumenti del diritto internazionale senza ripetere il disastro dell’intervento militare in Libia.

Inoltre chiediamo la decisione immediata dell’Italia di bloccare il suo export militare visto che i carri armati dell’esercito siriano usano sistemi di puntamento di ditte italiane (http://www.selexgalileo.com/ http://www.disarmo.org/). L’attivarsi di ogni azione per sostenere un cambio di sistema politico che garantisca i diritti umani, la libertà religiosa, la laicità dello stato, la convivenza tra realtà religiose ricche di cultura e di spiritualità: valori importanti per il futuro democratico di tutto il Medio Oriente e del Nord Africa”.


Padre Paolo Dall’Oglio, gesuita e fondatore della comunità monastica siro-cattolica di Deir Mar Musa, si è rivolto al Governo siriano perché inviti il Comitato internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa insieme ad altre organizzazioni umanitarie internazionali non di parte (come il movimento mondiale degli scout, i movimenti gandhiani o le organizzazioni non governative di difesa dei diritti umani) perché cooperino con le organizzazioni non governative siriane. E sembra che questo appello sia stato accolto, perché secondo un annuncio del presidente del comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jakob Kellenberger, citato dall’agenzia d’informazione ‘Dpa’: “La autorità siriane per la prima volta hanno garantito alla Croce Rossa accesso a un luogo di detenzione. Inizialmente potremo visitare i detenuti arrestati dal ministero dell’Interno, ma siamo fiduciosi che presto potremo visitare tutti i detenuti”.

Nell’annunciare questa settimana di digiuno e preghiera padre Paolo Dall’Oglio ha spiegato le motivazioni: “La comunità di Deir Mar Musa al Habasci (Monastero di San Mosé l’Abissino) intende trascorrere otto giorni di digiuno, preghiera e ‘sakina’, per supplicare Dio l’Eccelso, Padre di Misericordia, per ottenere la riconciliazione tra i cittadini sulla base di una comune scelta per la non violenza come unico metodo in grado di garantire una riforma duratura, senza scivolare nella guerra civile e il circolo vizioso della vendetta”. L’appello è di unirsi alla preghiera, al di là di qualunque orientamento, per affermare la possibilità di trovare una soluzione pacifica alla crisi attraversata dal paese dallo scorso marzo: “Speriamo di toccare il cuore di tutti coloro che sono approdati all’uso della violenza giustificandolo col pretesto della paura, dell’interesse, del dovere, della religione o dell’ideologia. Chiediamo per la Siria il miracolo della riconciliazione.

Speriamo che tutti i nostri fratelli, amici e cittadini della Siria, di qualsiasi orientamento, ci accompagneranno in quest’atto di devozione. Piangiamo tutti i nostri ‘martiri’; essi sono nostri figli, fratelli e padri… Speriamo di toccare il cuore di tutti coloro che sono approdati all’uso della violenza, giustificandolo con il pretesto della paura, dell’interesse, del dovere, della religione o dell’ideologia. Chiediamo per la Siria il miracolo della riconciliazione, Amen! Lo attendiamo da Dio, nella conversione gli uni verso gli altri dei cuori delle figlie e figli di questa terra. Il nostro Paese è ferito, e le anime sono piene di sentimenti di subita ingiustizia e di paura della persona altrui. Ognuno vede l’altro come un pericolo per la comunità, come un nemico della patria; gli è difficile riconoscerlo come un essere umano a lui simile, che ha gli stessi diritti e dignità, anche se li ha egli stesso snaturati”.

Padre Dall’Oglio si domanda come si può uscire da questa spirale dell’odio e dialogare fra due parti che si considerano reciprocamente come bugiardi, come nemici della patria e dell’umanità: “La riconciliazione ha, a nostro avviso, diverse porte, anche se sono anch’esse oggetto di dialogo e di negoziato. Ci auguriamo che si apra la porta della libertà di espressione e di stampa, che cresca l’etica degli operatori del settore dei media, all’esterno e all’interno del paese. Infatti,  non è possibile sfuggire alla menzogna che attraverso la pluralità delle fonti d’informazione. Oggi, è effettivamente impossibile per qualsiasi paese, l’isolarsi dalla società globale. Dobbiamo quindi cercare un minimo di obiettività, attraverso la pluralità mediatica mondiale, pur essendo coscienti dei suoi limiti e reagendo contro di essi. La seconda porta alla quale bussiamo è rappresentata dal desiderio dell’uomo di raggiungere un livello di coscienza che gli permetta di risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza, nella maggior parte delle occasioni e delle situazioni. Perciò rifiutiamo qualsiasi proposta d’intervento straniero armato, come rifiutiamo qualsiasi escalation terrorista all’interno del paese, e così pure non possiamo accettare l’uso della violenza praticata per reprimere il movimento pacifico di rivendicazione democratica”.

Anche Pax Christi si unisce alla settimana di preghiera promossa dal gesuita, affermando che ad oggi risultano 5000 tra uccisi e scomparsi e 13000 prigionieri politici: “Ma non è vero che non possiamo fare nulla. Rompiamo il silenzio complice, la distrazione estiva, gli allarmi interessati (a una nuova guerra). Anche per la Siria Pax Christi vuole affermare l’importanza di una efficace politica di pace con mezzi di pace. E per questo chiediamo un preciso intervento internazionale sotto la guida dell’Onu che attivi una robusta politica di pace utilizzando i numerosi concreti strumenti del diritto internazionale senza ripetere il disastro dell’intervento militare in Libia.

Inoltre chiediamo la decisione immediata dell’Italia di bloccare il suo export militare visto che i carri armati dell’esercito siriano usano sistemi di puntamento di ditte italiane (http://www.selexgalileo.com/ http://www.disarmo.org/). L’attivarsi di ogni azione per sostenere un cambio di sistema politico che garantisca i diritti umani, la libertà religiosa, la laicità dello stato, la convivenza tra realtà religiose ricche di cultura e di spiritualità: valori importanti per il futuro democratico di tutto il Medio Oriente e del Nord Africa”.

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