“Studiare è essenziale”. Benedetto XVI sprona i seminaristi di Friburgo.

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Il seminario di Joseph Ratzinger è stata un’esperienza particolare: i suoi anni di studio sono stati spezzati dalla guerra, parte delle lezioni le ha fatte come giovane studente impegnato nella contraerea, al termine della guerra ha conseguito la licenza a Frisinga e poi a Monaco. Ma, nonostante le difficoltà, ha sempre cercato la profondità della fede. Ed è quella profondità che ha cercato di trasmettere lo scorso sabato, in un incontro con i seminaristi di Friburgo, il cui testo è stato divulgato solo oggi. Come fa sempre negli incontri con i seminaristi, Benedetto XVI parla a braccio. E come succede sempre, sembra non se voglia andare mai. “Credo che in base all’orario, forse dovrei concludere…” dice quasi dispiaciuto al termine di un articolato discorso. Parte dalla domanda “Di che cosa fa parte il seminario, che cosa significa questo periodo?” e spiega il senso di essere sacerdoti, il paradosso di essere sacerdote che poi era il paradosso degli apostoli.

“Se essi sono veramente con Lui, allora sono sempre anche in cammino verso gli altri, allora sono in ricerca della pecorella smarrita, allora vanno lì, devono trasmettere ciò che hanno trovato, allora devono farLo conoscere, diventare inviati. E viceversa: se vogliono essere veri inviati, devono stare sempre con Lui”. È forse il ragionamento che è alla base del motto episcopale che l’allora monsignor Ratzinger si scelse: cooperatores veritatis, cooperatori della verità, a significare l’esatta successione tra il compito pastorale e il compito teologico. E tutto questo si impara nel seminario, che “è dunque – dice il Papa – un tempo dell’esercitarsi; certamente anche del discernere e dell’imparare”.

 

Parlare con i seminaristi significa per Benedetto XVI riprendere i temi che erano stati centrali nella sua esperienza del seminario. Temi meditati e rimeditati, che gli avevano fatto venire la vocazione a dedicarsi alla teologia scientifica. Dice ai seminaristi di Friburgo: Lo stare personalmente con Cristo, con il Dio vivente, è una cosa; l’altra cosa è che sempre soltanto nel “noi” possiamo credere. A volte dico: san Paolo ha scritto: “La fede viene dall’ascolto” – non dal leggere. Ha bisogno anche del leggere, ma viene dall’ascolto, cioè dalla parola vivente, dalle parole che gli altri rivolgono a me e che posso sentire; dalle parole della Chiesa attraverso tutti i tempi, dalla parola attuale che essa mi rivolge mediante i sacerdoti, i Vescovi e i fratelli e le sorelle. Fa parte della fede il “tu” del prossimo, e fa parte della fede il “noi”.

Avrebbe quasi finito,ma a quel punto ci tiene a fare una ultima raccomandazione, e riguarda lo studio, che è “essenziale”, specialmente oggi. Perché – spiega il Papa – “il nostro mondo oggi è un mondo razionalistico e condizionato dalla scientificità, anche se molto spesso si tratta di una scientificità solo apparente. Ma lo spirito della scientificità, del comprendere, dello spiegare, del poter sapere, del rifiuto di tutto ciò che non è razionale, è dominante nel nostro tempo. C’è in questo pure qualcosa di grande, anche se spesso dietro si nasconde molta presunzione ed insensatezza. La fede non è un mondo parallelo del sentimento, che poi ci permettiamo come un di più, ma è ciò che abbraccia il tutto, gli dà senso, lo interpreta e gli dà anche le direttive etiche interiori, affinché sia compreso e vissuto in vista di Dio e a partire da Dio. Per questo è importante essere informati, comprendere, avere la mente aperta, imparare”. E questo nonostante molte teorie che si studiano potrebbero essere considerate fuori moda tra vent’anni, come lo sono diventate quelle che al tempo del seminario di Benedetto XVI erano di grande attualità. “Studiare è essenziale: soltanto così possiamo far fronte al nostro tempo ed annunciare ad esso il logos della nostra fede”. Si rivolge ai seminaristi di Friburgo, ma idealmente a tutti i seminaristi del mondo. E poi, con dispiacere, deve andare via: “Sì, potrei dire ancora tante cose, e dovrei forse farlo… Ma ringrazio per l’ascolto”.


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