Il Papa ai 35000 giovani: siate luce del mondo

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Papa Benedetto XVI ha lasciato la città di Lutero, dove ha celebrato la messa nella mattinata, ed ha raggiunto Friburgo, una città  con una numerosa presenza giovanile, poiché sede di una prestigiosa università, per incontrare i giovani, per la veglia di preghiera nella fiera della città, ricordando loro di essere ‘luce del mondo’. E nel declinare del giorno, appena lasciato dal sole, una luce si è accesa per dirigere i passi del pellegrino nella notte. Davanti a 35.000 giovani, che hanno scandito ‘Benedetto’ in italiano, il Papa ha acceso il cero pasquale che ha acceso i 9 ‘vasi’, che a loro volta hanno acceso le candele dei giovani, in modo che fosse illuminata tutta la fiera. Rispondendo alle domande dei giovani, il Papa li ha invitati ad essere santi, cioè ad essere parte attiva della società, irrorati dalla grazia di Gesù Cristo: “Una candela porta luce solo se si lascia consumare dalla sua fiamma”.

 

 

Dinanzi ai giovani attenti e felici il Papa ha esplicitato la propria gioia per questo incontro, ricordando la recente Giornata mondiale della Gioventù madrilena: “Cari giovani amici! Alcuni forse saranno già stati presenti alla Giornata Mondiale della Gioventù, dove abbiamo potuto sperimentare la particolare atmosfera di tranquillità, di profonda comunione e di intima gioia che caratterizza una veglia serale di preghiera. Auguro che anche noi possiamo fare tale esperienza in questo momento: che il Signore ci tocchi e ci faccia testimoni gioiosi, che pregano insieme e si fanno garanti gli uni per gli altri, non soltanto stasera, ma durante tutta la nostra vita”.

Richiamando alla mente i segni della Veglia pasquale “la più santa di tutte le notti inaugurata con l’accensione del cero pasquale, la cui luce viene trasmessa a tutti i presenti. Una minuscola fiamma irradia in tanti luci ed illumina la casa di Dio al buio”, il Papa ha ribadito ai giovani che anche questa sera si è compiuto uno straordinario afflato con lo Spirito Santo, come nella notte pasquale. Ancora una volta il Papa ha saputo coniugare le virtù teologali con le virtù cardinali, ribadendo: “Non sono i nostri sforzi umani o il progresso tecnico del nostro tempo a portare luce in questo mondo. Sempre di nuovo dobbiamo fare l’esperienza che il nostro impegno per un ordine migliore e più giusto incontra i suoi limiti. La sofferenza degli innocenti e, infine, la morte di ogni uomo costituiscono un buio impenetrabile che può forse essere rischiarato per un momento da nuove esperienze, come da un fulmine nella notte. Alla fine, però, rimane un’oscurità angosciante”.

Ma anche se il mondo sembra sommerso sempre da una lunga oscurità, tuttavia da questa notte emerge una flebile fiamma, che nella sua debolezza “è più forte del buio apparentemente tanto potente ed insuperabile… Gli occhi di chi crede in Cristo scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il chiarore di un nuovo giorno”. E questa fiamma irrora luce ad altre candele in modo che ci può cominciare ad orientare nell’ambiente che ci circonda, in quanto ognuno non vive da solo nel mondo, in quanto nelle situazioni più importanti della vita la persona ha bisogno degli altri per essere sostenuti nel cammino. Quindi il Papa ha avvertito i giovani che il progresso non fa diventare il mondo migliore, in quanto ancora oggi assistiamo a guerre, terrore, fame e malattia, povertà e repressione, spesso ingannati da falsi ‘portatori di luce’, che “senza però essere stati illuminati da Cristo, l’unica vera luce, non hanno realmente creato alcun paradiso terrestre, bensì hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo è stata soffocata. A questo punto non dobbiamo tacere il fatto che il male esiste”.

Per sconfiggere questi mali che affliggono l’umanità Papa Benedetto XVI ha richiamato i giovani a non essere ‘cristiani tiepidi’ ed a cambiare vita, cioè a convertirsi, in quanto il maggior danno alla Chiesa giunge proprio dai cristiani: “Cari amici, ripetutamente l’immagine dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita. Quanto è errata e scoraggiante questa opinione! Non esiste alcun santo, fuorché la beata Vergine Maria, che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto… Voi siete cristiani, non perché realizzate cose particolari e straordinarie, bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita.

Siete santi perché la sua grazia opera in voi… Permettete che Cristo arda in voi, anche se questo può a volte significare sacrificio e rinuncia. Non temete di poter perdere qualcosa e restare, per così dire, alla fine a mani vuote. Abbiate il coraggio di impegnare i vostri talenti e le vostre doti per il Regno di Dio e di donare voi stessi, come la cera della candela, affinché per vostro mezzo il Signore illumini il buio. Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l’amore di Cristo e che, in questo modo, portano luce al mondo. Io confido che voi e tanti altri giovani qui in Germania siate fiaccole di speranza, che non restano nascoste”.

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