Minacce di morte contro i cristiani di Gerusalemme
“Stato Islamico in Palestina”. È con questa dicitura che viene firmato un minaccioso volantino rivolto ai cristiani e divulgato nei quartieri arabi di Gerusalemme. Un chiaro avvertimento per i seguaci di Cristo, “invitati” ad abbandonare la Città Santa entro il 18 luglio (festa dell’Eid al Fitr, che conclude il mese islamico del Ramadan). Non mancano, nella funesta locandina, precise minacce di morte contro il Presidente dell’Autorità palestinese Mahmud Abbas, seguite dal logo dell’Isis (Islamic State of Iraq and Syria).
Immediate, – come riporta Radio Vaticana – le reazioni di Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, e dell’arcivescovo Theodosios di Sebastia, del patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme. «Non si sa chi ha distribuito i volantini» dichiara a Fides padre Raed Abusahliah, direttore generale di Caritas Jerusalem «e francamente non sentiamo su di noi la pressione di questi gruppi di invasati. Ma certo l’episodio ha sparso preoccupazione tra una parte dei cristiani. Alcuni di loro si chiedono: come è possibile che questi pazzi siano arrivati fin qui?».
Alcuni tra i leader musulmani hanno preso le distanze e condannato il contenuto minaccioso del volantino; saranno i primi – afferma Padre Raed su Radio Vaticana – «a difendere i loro fratelli cristiani, se succede qualcosa. Mentre molti fedeli cristiani hanno detto che non lasceranno mai la terra di Cristo, dove sono nati, davanti a nessuna minaccia». Il direttore di Caritas Jerusalem fa anche notare che «queste sigle e questi gruppi possono essere appoggiati e infiltrati da forze che agiscono nell’ombra, come si vede anche in quello che sta accadendo in Iraq e in Siria. Magari adesso c’è chi vuole far vedere che i cristiani sono fragili e hanno bisogno di qualche forma di “protezione”, evidentemente non disinteressata» (Radio Vaticana).
Nei giorni scorsi non sono mancate, nel resto del mondo, ulteriori dimostrazioni di feroci e sanguinosi attentati. La girandola di morte prodotta dal sedicente gruppo jihadista pare irrefrenabile; le grandi potenze moltiplicano incontri e tavole rotonde per “discutere” sulla particolare situazione, con un occhio rivolto all’economia e l’altro non si sa verso dove! Nel frattempo le truppe dell’Isis proseguono la loro marcia, mietendo vittime e imponendo come sistema e principale obiettivo lo sterminio dei cristiani.