Il papa: Newman, maestro per il coraggio di essere cristiani

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“Siamo tutti diventati più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema”. È il grazie di papa Benedetto ai rappresentanti del gruppo di protezione dei ragazzi negli ambienti ecclesiali incontrati subito dopo il colloquio privato con alcune vittime di abusi. Un fuori programma preparato con cura e organizzato dal papa e dai vescovi del Regno Unito. Il papa, si legge nel comunicato ufficiale della Santa Sede si e’ commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie. Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorita’ civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini.

Come in altre occasioni, ha pregato affinche’ tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenita’ e nuova speranza per il futuro.” Al gruppo di protezione il papa ha detto: “ Il vostro lavoro,portato avanti sulla scorta delle raccomandazioni elaborate in una prima fase dal “Nola Report” e in seguito dalla Commissione “Cumberlege”, ha offerto un contributo vitale alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù… A nome dei molti ragazzi che voi servite e dei loro genitori, vorrei ringraziarvi per il buon lavoro che avete fatto e continuate a fare in questo settore.” Il papa ha aggiunto: “È deplorevole che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi.” Quello del papa è un grazie profondo alla agli sforzi della Chiesa specialmente negli ultimi dieci anni per garantire “la sicurezza dei fanciulli e dei giovani e per mostrare loro ogni rispetto durante la loro crescita verso la maturità, devono essere riconosciuti.”

L’ incontro è avvenuto a margine della visita alla St Peter residence, una casa di riposo per anziani diretta dalle Piccole Sorelle dei Poveri. Vi sono ospitati 76 anziani. Il papa ha incontrato la maggior parte di loro nel teatro de centro, con assistenti e volontari, poi si è recato a visitare alcuni infermi. Nel breve saluto ha ricordato che gli anziani sono una benedizione per la società che dovrebbe avere cura di loro non solo per generosità, ma per ripagare un debito di gratitudine. Il papa ha parlato del rispetto della vita senza considerare età o condizioni e ha portato la testimonianza di vita di Giovanni Paolo II. “La vita è un dono unico, ha detto il papa, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla. Uno può godere buona salute in tarda età; ma ugualmente i Cristiani non dovrebbero avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo se Dio vuole che affrontiamo l’infermità. Il mio predecessore il Papa Giovanni Paolo, ha sofferto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita. Appariva chiaro a tutti che viveva questo in unione alle sofferenze del nostro Salvatore. La sua letizia e pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni furono un significativo e commovente esempio per tutti noi che dobbiamo portare il caricodegli anni che avanzano.”

Subito dopo il papa si è trasferito ad Hyde Park per la veglia di preghiera per la beatificazione di John Henry Newman. Una folla festante e colorata che ha superato di gran lunga le aspettative e reso insensate le carnevalesche proteste inscenate poco distante. Dopo la liturgia della parola Benedetto XVI ha riletto la vita di Newman. Dalla esperienza giovanile della conversione i Newman che ispira la sua vocazione e che alla fine della vita gli fa descrive il proprio lavoro come “ una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale. Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane.” E la passione per la verità, spiega il papa, comporta un grande prezzo da pagare, quello della testimonianza. Il papa ricorda i martiri crsitiani  giustiziati a Tyburn : “la testimonianza della loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore.

 Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana.” Newman fu poi il grande campione dell’ufficio profetico del laicato cristiano. La verità va accolta “mediante una dinamica spirituale che penetra sino alle più intime fibre del nostro essere” spiega il papa. “Coloro che vivono della e nella verità riconoscono istintivamente ciò che è falso e, proprio perché falso, è nemico della bellezza e della bontà che accompagna lo splendore della verità, veritatis splendor.” Ed è grazie alla “Luce Gentile” della fede che ci rendiamo conto della verità su noi stessi, sulla nostra dignità di figli di Dio, e sul sublime destino che ci attende in cielo.” E sempre alla scuola di Newman il papa ha detto che: “La fede è destinata a portare frutto nella trasformazione del nostro mondo mediante la potenza dello Spirito Santo che opera nella vita e nell’attività dei credenti.

Nessuno che guardi realisticamente al nostro mondo d’oggi può pensare che i cristiani possano continuare a far le cose di ogni giorno, ignorando la profonda crisi di fede che è sopraggiunta nella società, o semplicemente confidando che il patrimonio di valori trasmesso lungo i secoli cristiani possa continuare ad ispirare e plasmare il futuro della nostra società.” Ma è proprio in tempo di crisi che Dio suscita grandi santi e profeti per il rinnovamento della Chiesa e della società cristiana. E per questo, rivolto ai giovani, il papa ha detto: “Siate aperti alla sua voce che risuona nel profondo del vostro cuore: anche ora il suo cuore parla al vostro cuore.” Ed ha aggiunto: “Chiedete a Dio cosa ha in mente per voi! Chiedetegli la generosità di dirgli di sì!”

Sullo spetaccolare palco che riprouduce archietture romaniche, sotto una croce luminosa sullo sfondo di un cialo stellato,  dopo la omelia del papa, la adorazione eucaristica e la recita delle litanie del Sacro Cuore, poi la recita e il canto di una preghiera e di un inno del cardinale Newman.

Domani mattina il papa lascia Londra per Birmingham dove alle 10.00, ora locale, celebra la messa di beatificazione. Nel pomeriggio Benedetto incontra i vescovi del Regno unito e subito dopo lascia l’ Inghilterra per tornare a Castelgandolfo.

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