Il papa: le nostre analisi senza Dio e senza amore sono insufficenti

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Il papa apre il Sinodo per l’ Africa con una riflessione che parte dal testo biblico e presenta le linee di lavoro per l’ assemblea. In primo piano Benedetto XVI mette la presenza di Dio. Tutte la analisi “ orizzontali” ha detto parlando a braccio ai padri sinodali sono insufficienti. “Non indicano i veri problemi perché non li collocano alla luce di Dio”, ed ha aggiunto, che le analisi non bastano “se non scopriamo che alla radice delle ingiustizie, della corruzione, sta un cuore non retto, sta una chiusura verso Dio e, pertanto, una falsificazione della relazione essenziale che è il fondamento di tutte e altre.”

Di qui il papa ha parlato della verità che salva e dalla vicinanza di Dio all’ uomo e riprendendo il Deuteronomio e San Paolo ha detto:“Per arrivare a Dio non è necessario attraversare un oceano ignoto, non sono necessari viaggi spaziali nel cielo, cose complicate o impossibili. Dio non è lontano, non è dall’altra parte dell’oceano, in questi spazi immensi dell’universo. Dio è vicino. È nel tuo cuore e sulle tue labbra”. Una vicinanza che è del tutto grauita. “Le cose della scienza, della tecnica, ha detto il papa, comportano grandi investimenti: le avventure spirituali e materiali sono costose e difficili. Ma Dio si dona gratuitamente. Le cose più grandi della vita — Dio, amore, verità — sono gratuite. Dio si dà nel nostro cuore. Direi che dovremmo spesso meditare questa gratuità di Dio: non c’è bisogno di grandi doni materiali o anche intellettuali per essere vicini a Dio. Dio si dona gratuitamente nel suo amore, è in me nel cuore e sulle labbra.

Questo è il coraggio, la gioia della nostra vita. È anche il coraggio presente in questo Sinodo, perché Dio non è lontano: è con noi con la parola della fede. Penso che anche questa dualità sia importante: la parola nel cuore e sulle labbra.” Una riflessione anche sulla carità che, ha spiegato Benedetto non è “una filosofia, una teologia, ma un modo di vivere, il cristianesimo è carità, è amore.” Necessaria conseguenza è la visione del prossimo, perché la carità non è individuale ma universale, “apre i limiti che chiudono il mondo e creano le diversità e i conflitti.” E di qui quasi un appello finale del papa ai padri sinodali e a tutti gli africani: “Dobbiamo tendere a questa unificazione di universalità e concretezza, dobbiamo aprire realmente questi confini tra tribù, etnie, religioni all’universalità dell’amore di Dio. E questo non in teoria, ma nei nostri luoghi di vita, con tutta la concretezza necessaria.”

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