Il papa: il sinodo non è un convegno

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Un Sinodo non è un convegno di studio o una assemblea programmatica, ma una occasione di ascolto e confronto. Dopo la celebrazione della messa per l’ apertura del Sinodo per l’ Africa il papa a mezzogiorno ha guidato la recita dell’ Angelus in piazza San Pietro. La sua riflessione è stata soprattutto una spiegazione di cosa sia il Sinodo, cioè “ un’intensa esperienza ecclesiale, un’esperienza di responsabilità pastorale collegiale nei confronti di un aspetto specifico della vita della Chiesa, oppure, come in questo caso, di una parte del Popolo cristiano determinata in base all’area geografica.”

Non solo, il papa ha sottolineato che non si tratta di “un convegno di studio, né di un’assemblea programmatica. Si ascoltano relazioni ed interventi in aula, ci si confronta nei gruppi, ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Signore, il suo Santo Spirito, che guida la Chiesa. La cosa più importante, per tutti, è ascoltare: ascoltarsi gli uni gli altri e, tutti quanti, ascoltare ciò che il Signore vuole dirci.” Il ruolo del successore di Pietro è quello di “convocare e guidare le Assemblee sinodali, raccogliere quanto emerso dai lavori ed offrire poi le opportune indicazioni pastorali.” Ed ha aggiunto: “L’Africa è una terra feconda di vita umana, ma questa vita è segnata purtroppo da tante povertà e patisce talora pesanti ingiustizie.”

E naturalmente il pensiero del papa è andato ai “conflitti che, attualmente, mettono a rischio la pace e la sicurezza dei Popoli del Continente africano. In questi giorni ho seguito con apprensione i gravi episodi di violenza che hanno scosso la popolazione della Guinea. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime, invito le parti al dialogo, alla riconciliazione e sono certo che non si risparmieranno gli sforzi per raggiungere un’equa e giusta soluzione.” Ilpapa ha ricordato anche l’ appuntamento di sabato prossimo, 10 ottobre nell’Aula Paolo VI per la recita del santo Rosario “con l’Africa e per l’Africa”, animata dai giovani universitari di Roma.

Dopo la recita della preghiera mariana il papa ha pregato per le popolazioni colpite dalla lo tsunami nelle Isole Samoa e Tonga, dal tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia, dal devastante terremoto in Indonesia. E poi ha pregato per le vittime delle inondazioni in Sicilia, specialmente nella zona di Messina.

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